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Avere o essere? quel che costa meno…

Molta gente è disposta a comprare qualsiasi cosa, purchè costi poco, senza pensare a quanto costeranno le ripercussioni sulla sua salute.
E’ sufficiente acquistare direttamente dai produttori, come fanno i gruppi d’acquisto, per poter acquistare alimenti biologici spendendo il giusto.

Ci risiamo, l’ennesimo scandalo sull’olio extravergine d’oliva. Un prodotto di qualità, o che almeno dovrebbe esserlo, e invece salta fuori che non è così.
L’ennesima sofisticazione, l’ennesimo fango che si spande anche su chi non c’entra, purtroppo.

E perché? Per denaro. Il solito motivo.

Avere un prodotto che costa poco. Ma come può un olio extravergine d’oliva costare poco più di 3 euro?  Voi lavorereste gratis? Io no. E nemmeno chi produce olio, chi lo raccoglie, chi frange le olive, chi lo confeziona, lo trasporta e lo rivende ai consumatori. Nessuno lavora gratis. Eppure al momento di fare la spesa la tentazione è irresistibile, ci si sente fortunati, furbi, intelligenti, ad acquistare a prezzi ridicoli alimenti che dichiarano di essere di qualità. Poveri illusi, crediamo che i supermercati facciano le promozioni “sottocosto “ perché sono gentili, perché si preoccupano del fatto che la gente fa fatica ad arrivare a fine mese. E ci illudiamo che gli alimenti che fanno bene, quelli che sono la nostra prima medicina perché contengono principi nutritivi indispensabili per far funzionare la nostra macchina perfetta, il nostro corpo, debbano, possano, costare il meno possibile. Meno di quanto esigeremmo anche noi, per svolgere lo stesso lavoro.

A volte ho l’impressione che, molta gente sia disposta a comprare qualsiasi cosa, purchè costi poco. Magari senza pensare a quanto costeranno le ripercussioni sulla sua salute, già, perché nutrirsi in modo sbagliato comporta, alla lunga guai seri. Sento dire spesso che il biologico costa caro. E’ pur vero che in alcuni casi ci sono persone che speculano in modo vergognoso sul biologico, e mi piacerebbe tanto capire perché in Francia i supermercati traboccano di prodotti biologici che costano come quelli convenzionali. Faccio presente che è sufficiente acquistare direttamente dai produttori, come fanno i gruppi d’acquisto, per poter acquistare alimenti biologici spendendo il giusto.

Da un lato si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese, dall’altro in città come Milano si buttano via tonnellate di pane e non solo. Anche quest’anno centinaia di tonnellate di frutta non sono state raccolte perché il prezzo pagato al produttore sarebbe stato talmente esiguo da non remunerare nemmeno la raccolta. Non è giusto.
Si cade nella tentazione del  3X2, dell’offerta speciale, e i carrelli si riempiono di alimenti di ogni tipo. Le catene della grande distribuzione, alimentari e non, l’hanno capito molto bene.

Per questo impongono ai dipendenti orari e straordinari che non possono conciliarsi con una vita familiare soddisfacente.
E’ una guerra tra poveri. Pensateci, ogni volta che acquistate un prodotto che, a dispetto del suo valore, costa poco, molto probabilmente qualcuno è stato sfruttato.
Perché i supermercati e i centri commerciali devono essere aperti la domenica? Le mamme e i papà non dovrebbero stare con i loro figli almeno la domenica? Non dovrebbero parlare, giocare, insegnare l’educazione ai propri figli nell’unico giorno in cui è possibile ritrovarsi tutti insieme in famiglia?

Invece no.

E i bambini sono sempre più maleducati.
Per forza, se nessuno li educa…

E le famiglie si spaccano.
Per forza se non si sta insieme…

E tutto questo perché? Per vendere, per illuderci che la felicità sta nel comprare, non nel sorriso del tuo bambino che ti abbraccia e dice, mamma ti voglio bene. La mamma non lo sente perché… non c’è. Perché è a lavorare, perchè fa la cassiera al supermercato o la commessa nella boutique di un centro commerciale e la domenica deve lavorare. Prendere o lasciare.

Biolcalenda aprile 2014


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