La Terra 21

I Cristalli

I cristalli si definiscono anche pietre preziose o gemme. Ciò che li contraddistingue sono due proprietà oggettive: la durezza e la resistenza chimica. La durezza è una proprietà fondamentale per un cristallo: ne garantisce il mantenimento della forma anche in presenza di urti o abrasioni. La resistenza chimica impedisce al cristallo una lenta dissoluzione a causa degli agenti ambientali. Ambedue le proprietà mantengono inalterato nel tempo il valore del cristallo.

Ma ci sono anche delle proprietà soggettive, come la rarità e la bellezza che conferiscono più o meno valore al cristallo. La rarità è un concetto soggettivo perchè è legato alla natura umana che predilige le cose difficili da raggiungere al di là del valore intrinseco: nessuno si adornerebbe di rubini se l’ambiente naturale ne fosse pieno. La bellezza è pure un concetto soggettivo, anche se il comune apprezzamento delle pietre preziose si basa su dati oggettivi, soprattutto caratteristiche ottiche quali la lucentezza, il calore, la trasparenza, l’elevato grado di rifrazione e il potere disperdente che determina il cosiddetto gioco di colori o “fuoco” del cristallo.

Bellezza, durezza, rarità e resistenza chimica sono le quattro proprietà che contraddistinguono una pietra preziosa : ma è sullla bellezza e sulla durezza che si misura il valore reale di una pietra preziosa. La scala del valore è ancora quella individuata da Benvenuto Cellini che pose ai quattro vertici di questa scala quattro pietre veramente preziose: il diamante, il rubino, lo zaffiro, e lo smeraldo. In queste quattro gemme si realizza l’accoppiamento più felice fra la bellezza e la durezza. Con queste quattro gemme si sono realizzate le più preziose creazioni artistiche che resero lustro, fama e potere a case regnanti, dinastie e ordini religiosi. Di queste quattro gemme il diamante si trova al primo posto: la sua durezza è la più grande conosciuta, la sua lucentezza non ha eguali.

Il diamante è chimicamente carbonio nativo (C) e sulla scala ha una durezza 10, una durezza cento volte superiore al corindone che si trova al secondo posto. E’ la pietra con il più alto indice di rifrazione e questa proprietà viene esaltata con la lavorazione da parte dell’uomo: con il cosiddetto “taglio a brillante” il diamante mette in risalto la sua incomparabile lucentezza. Ed è proprio nel suo rapporto con la luce che il diamante esprime tutta la sua bellezza. Esso è talmente puro che la luce lo può attraversare senza creare ombre. Il diamante non conosce l’ombra, non crea ombre ma, anzi, esalta la luce arrichendola dei colori più smaglianti. Il diamante riceve la luce e la rifrange in tutte le direzioni come una piccola stella che emana luce e calore nell’oscurità circostante.

Si dice “adamantino” per indicare qualcosa di puro e trasparente, che non conosce macchia, come l’uomo alle sue origine l’ “Adamo” incorrotto del Paradiso terrestre.


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