Gelida, cristallina
dalla rupe zampilla
l’onda; giù per la china
fugge guizzando, brilla
del sole al lume, e franta
ride fra i sassi, in mezzo all’erba e canta
Io son la dolce e pura
acqua che vien dal cielo,
onda che in nube e gelo,
si muta e trasfigura;
la lucida e gioconda
acqua son io che terge e che feconda.Venite a quest’aprica
piaggia quanti voi siete
cui vince la fatica,
cui travaglia la sete:
tutti io ristoro, assai
dolce è quest’onda e non s’asciuga mai.
Venga, vada o si stia,
biondo abbia il crine o bruno,
io non chiedo a nessuno
come viva, chi sia.
Splende per tutti il sole;
alla pura onda mia beve chi vuole
Arturo Graf
Ricordo questa poesia dalla mia infanzia (4a elementare 1950). Attualissima, armoniosa, lungimirante nello stile e nei contenuti. Più di tanti discorsi fatiscenti sulla protezione ambientale e di ipocrite dissertazioni sulla collaborazione e la fratellanza fra i popoli!
UNA SPLENDIDA POESIA CHE HO STUDIATO NEL 1961 E DOVE (NON MI RICORDAVO L’INIZIO DELL’ULTIMA RIGA) LA PROFESSORESSA ME L’HA SUGGERITA E DOPO AVER DETTO CARONTE DI DANTE CON PROSA ORALE E SCRITTA, MI HA MESSO IL VOTO 5.
Buon giorno Sandro
Errare humanum est… l’importante è la buona volontà 😀
Saluti
La Biolca