Una cucina semplice e popolana. La cucina laziale e romana ha nei secoli, fin dai tempi di Roma, vissuto una forte dicotomia fra la cucina dei ricchi, con piatti complessi e sontuosi, premessa all’abboffata e allo spreco narrato da Petronio nel “Satiricon” (ma anche nelle cronache delle feste nobiliari e cardinalizie dei secoli successivi) e la cucina popolana e semplice della povera gente che recuperava le frattaglie e le erbe selvatiche commestibili per ricavarne piatti estremamente gustosi ancora oggi in uso.
Inoltre Roma, centro della cristianità , è stata ed è anche centro di una importante comunità ebraica, che ha nei suoi precetti religiosi molti obblighi alimentari, che in questa città sono entrati a far parte, a pieno titolo, della cultura alimentare collettiva. Dall’800, le grandi aree paludose della Maremma Laziale e del Basso Lazio sono state oggetto di imponenti lavori di bonifica e hanno visto l’immigrazione di imponenti masse di contadini poveri e braccianti, provenienti in particolare dal Veneto, dal Friuli e dalla Romagna, che hanno portato con sé sementi e abitudini in cucina. Perciò, pur essendo ancora diffuso l’uso del farro (il cereale dei Romani per eccellenza), molti sono i piatti a base di farina di mais. Oggi, anche se è sempre più raro trovare nei mercati rionali gli ortolani che portano i propri ortaggi e le erbe di campo (in particolare le cicorie), la cucina fa’ ancora largo uso di molte varietà locali di ortaggi come carciofi, broccoli e cicorie.
Ricette della cucina laziale
Rigatoni ai broccoli romaneschi | Puntarelle | |||
Pizza di polenta e ricotta | Minestra di lenticchie e riso | |||
Falsa trippa al sugo | Carciofi alla romana |