“Buddha di vita infinita,
borsa preziosa contenente
segreti del Cielo e della Terra.
Felice e contento,
allegro e gioioso è lui“
Di Buddha ne abbiamo più d’uno. Perché buddha è simbolo e allegoria della nostra possibilità di risveglio alla vera natura dell’Essere, e non può avere un unico volto, ma deve avere il volto della relazione, il volto del contatto tra l’Io e il Mondo, tra il dentro il fuori, tra il passato e il futuro.
È quella dimensione della Presenza che si fa attività in noi ma che la precede necessariamente.
E oggi celebriamo il Buddha che ride, Pu-Tai, il buddha cinese grasso e pelato che, con la bisaccia sulle spalle, come si addice a un vero monaco itinerante e camminante, ride.
Lo vediamo con la pancia sporgente nelle statuette dei ristoranti cinesi, e sappiamo che la sua sacca di pezza è piena di cose buone per nutrire i bisognosi: dolciumi, frutta secca, riso, che simboleggia ricchezza ed abbondanza.
E lui ride, ride. Come un matto. E coinvolge noi con questa grassa risata, noi che capiamo con lui che il mondo è fatto così: mezzo da piangere e mezzo da ridere.
Così, gratuito, come il pianto e il riso. Non certo mezzo da vendere e mezzo da comprare: quel mondo lo lasciamo al principe che lo governa, noi lo abitiamo ma non siamo di lì. Veniamo da lontano e andiamo lontano, chissà dove e quando.
E intanto ridiamo. Ridiamo e mangiamo. Cosa mangiamo? Un… riso ovviamente! 😀
Un riso con ortaggi primaverili ed erbette, che parli di questo tempo degli inizi, perché il ridere è degli inizi, del momento di scarto da quel che era e che adesso più non è, del Nuovo che nasce dalle ceneri e per forza di cose è scomposto, deve darsi una sua storia. Ma intanto nasce scomposto e matto, ricco di vita possibile.