Cari amici,

In questo articolo vi racconto una storia, una bella storia. Una storia che nasce da lontano, da un cammino, e che continua a produrre buoni frutti. In questa rubrica avete già letto storie e riflessioni sulla cucina, ricette e qualche racconto riguardo al cammino.

Ecco che adesso riprendo nuovamente questi temi, che si sono incrociati in un fine settimana di luglio, a Casa la Buona Stella, ricchissimo di occasioni e di relazioni. Abbiamo infatti avuto ospite Daniele Ventola, il nostro amico antropologo che ha camminato da Venezia fino ai confini della Cina, raccogliendo lungo il percorso immagini e testimonianze, ma soprattutto una grande esperienza di umanità.

L’occasione è stata la presentazione del suo libro “il Vento della Seta”, in cui è stato raccontato questo importante viaggio, durato oltre due anni. Un viaggio che è nato come strumento per mettere in relazione persone di etnie e culture diverse, che ha visto momenti splendidi e momenti molto duri. Che si è nutrito di molti incontri: a volte di grande umanità, con uomini e donne nella relazione, a volte più difficili, con persone che hanno scelto di rimanere chiusi nei confini immaginati del loro mondo, come fossimo noi delle nazioni in pace o in guerra.
Tutta questa vita pulsante, incontrata in viaggio, ha consentito di costruire una narrazione che il nostro amico è stato capace di stendere splendidamente su carta nel libro “Il vento della seta”, Ediciclo Editore. Ve lo consiglio caldamente.

Nei giorni in cui Daniele e le sue storie sono stati nostri ospiti, riservandoci momenti di intensità, è stato per noi un piacere omaggiarlo con le ricette del cammino, provenienti dai paesi che lui ha attraversato. Abbiamo preparato per i tre giorni di incontri goulash di seitan; badrijani, involtini di melanzane di tradizione della Georgia. Inoltre insalate di tradizione greca e balcanica, bulgur con ortaggi estivi e altro ancora.
Ma voglio qui raccontarvi una ricetta, decisamente originale nella sua preparazione, che ha impegnato me e Daniele insieme nel lavoro, dandoci soddisfazione.

Si tratta di Manti, ovvero dei ravioli al vapore di tradizione del Kazakistan, dell’Uzbekistan e del Tajikistan, che vengono preparati con una cottura del tutto particolare: in pentola, all’interno della quale i ravioli cuociono appoggiati su dei piatti sormontati.
Ecco il procedimento, per circa 8 porzioni di ravioli.

Le ricette

Manti, ravioli al vapore di tradizione del Kazakistan, dell’Uzbekistan e del Tajikistan
Biolcalenda di settembre-ottobre 2022