Effetto Zeigernik - Biolcalenda di aprile 2021

Relazioni in cucina e l’effetto Zeigarnik

Cari amici, vi ha mai colto, nel corso della preparazione di una ricetta, la sensazione di qualche passaggio mancante? Percependo questo non in modo razionale e cosciente, ma come una sottile energia emotiva, come una sensazione di non-completezza, un restare un po’ “sulle spine”, una sorta di emozione sottilmente ansiosa, non espressa in pensiero?

In questa pagina sto cercando di raccontarvi la mia idea di cucina, che è una cucina “Relazionale”. La cucina non è, nel mio modo di vedere, solo trasformazione di ingredienti semplici in piatti nutrienti e piacevoli, ma questo fatto innegabile è la conseguenza di una azione che realizziamo nella materia. E questa azione muove mondi, è profondamente interrelata con il tutto di cui siamo parte, crea Relazioni: con gli ingredienti stessi (la materia, la legge), con gli altri esseri senzienti (la comunità), con noi stessi (la nostra intima natura).
Attraverso l’azione noi conosciamo il mondo, conosciamo gli altri, conosciamo noi stessi. Questa modalità relazionale si rende evidente con l’effetto Zeigernik.

Bluma Zeigernik (1900 – 1988) è stata una psicologa Lituana. Ella notò un giorno, in un caffè viennese, come un cameriere fosse in grado di ricordare perfettamente l’ordine preso ai tavoli durante il servizio fino all’emissione del conto, ma si dimenticasse completamente la “comanda” non appena questa veniva terminata.

Approfondì la sua intuizione grazie a vari esperimenti, mettendo in relazione gruppi di persone e verificando la memoria che a loro restava delle azioni, in funzione del fatto che queste venissero o meno interrotte; e giunse alla seguente conclusione: mentre noi siamo ancora nel corso di una azione, dopo averla iniziata, o anche semplicemente mentre noi prestiamo la nostra attenzione a qualcosa, la nostra energia mentale continua a rivolgersi ad essa e noi restiamo, in qualche modo, in relazione con quello che stiamo facendo in modo tale da sentire l’esigenza intima, emozionale, di arrivare a un compimento di quello che stiamo facendo. Resta come una “memoria”, una sospensione, che ci invita a terminare.

La conoscenza di questo effetto è utile. È questo l’effetto racchiuso nel detto popolare “Chi ben comincia è già a metà dell’opera!”: iniziare un lavoro che ci crea fatica o verso il quale siamo mal disposti ci porta di per sé a entrare in una condizione nella quale riceviamo una spinta intrinseca a voler finire quello che abbiamo cominciato. Ma lo troviamo anche nelle telenovelas o nelle serie televisive, che lasciano in sospeso la vicenda al termine della puntata, per invitare a guardare la puntata successiva. È l’effetto ricercato dalle notifiche del telefonino: il continuo richiamo sonoro a qualcosa “da fare” ci spinge a rimanervi attaccati, come a qualcosa che non si conclude mai.

Quali le conseguenze se non teniamo sotto osservazione questa cosa in noi? Una esuberanza eccessiva di eventi in sospeso, da terminare, è fastidiosa e pesante: riempie tutti gli spazi del nostro agire e pensare, tende a soffocarci. Fissare viceversa un limite, definire un termine per quello che stiamo facendo, libera questi spazi e ci consente di ascoltare il mondo con cui, nel corso del nostro agire, siamo in relazione.

E qui veniamo alla cucina. Importante è capire cosa ci vogliono raccontare gli ingredienti che stiamo accogliendo nel nostro agire, piuttosto che semplicemente “prenderli” e trasformarli leggendo una ricetta: perché la farina deve essere aggiunta in un determinato momento e non in un altro? Quando, secondo il nostro “sentire” (che è comunque sempre alimentato dalle esperienze vissute e dal nostro pensare intelligente), deve essere aggiunto un ingrediente all’impasto? Quale ingrediente potrebbe essere integrato per portare equilibrio dinamico al nostro piatto, e come? L’equilibro va bene, ma per funzionare deve essere un equilibrio di contrasti!

Allora vi propongo un gioco, condividendo con voi una ricetta per la stagione primaverile, e una ricetta Zeigarnik: ovvero, una ricetta incompleta, che vi invito a completare secondo il vostro sentire e la vostra sensibilità, avendo come riferimento quella che vi pongo ad esempio. Entrando in relazione con gli ingredienti, raccogliendo le suggestioni che trovate nella vostra storia, nella vostra esperienza, nella stagione o semplicemente nella dispensa di casa. A vostro completo piacimento!

Per la vostra ricetta Zeigarnik vi chiedo di non utilizzare alcuni ingredienti sostituendoli con altri e usando le tecniche di cottura e trasformazione che più vi soddisfano, ma cercando di rispettare il senso della “Relazione” con qualcosa che per voi è importante.
Con la stagione, il vostro territorio (oppure con un territorio distante, se volete trasformare la vostra ricetta in un racconto “etnico”), gli ingredienti stessi, la vostra sensibilità, il sentire di chi condividerebbe con voi l’assaggio del piatto. Se volete partecipare a questo gioco scrivetemi nel nuovo canale www.incucineinsieme.it tramite il modulo in fondo alla pagina web.

Ma ovviamente non è finita qui. Ci sarà una ricetta che, a mio giudizio, considererò migliore, che corrisponderà maggiormente a quello che è il mio modo di vedere in cucina, considerata sia per la competenza tecnica, creatività e l’equilibrio. Questa ricetta sarà premiata!

E il premio sarà… bhé, …lo scoprirete nel prossimo articolo… :-D!

Le ricette

Una Parmigiana vegetale per l’estate (e l’hummus di ceci) - Biolcalenda aprile 2021

Una Parmigiana vegetale per l’estate (e l’hummus di ceci)
Biolcalenda di aprile 2021

 


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