Presupposto essenziale è avere una motivazione di carattere etico per poter praticare al meglio un metodo di coltivazione che rispetti gli equilibri, che favorisca la vita e la biodiversità . Operare in agricoltura più che un lavoro è una missione.
Chi opera in agricoltura lavora a contatto diretto con il vivente. Quella dell’agricoltore, più che un’attività lavorativa, è una sorta di missione (nobile) finalizzata alla produzione di alimenti ed alla tutela dell’ambiente. E le motivazioni interiori sono fondamentali per lavorare al meglio della qualità e per superare momenti di crisi o difficoltà (che si possono presentare in tutti i settori della vita).
Esistono molti modi di fare agricoltura e per questo vi sono modalità diverse di operare. È possibile, però, fare una distinzione netta fra un’agricoltura cosiddetta “convenzionale” (che fa uso di prodotti chimici di sintesi come erbicidi, antiparassitari nocivi per l’ambiente o altri prodotti inquinanti) ed un tipo di agricoltura rispettosa della vita, che mira a tutelare la natura e le risorse ambientali. Oggi si parla tanto di sostenibilità perché dal secondo dopoguerra, tecniche e pratiche agronomiche hanno iniziato ad essere insostenibili da un punto di vista energetico e, appunto, ambientale.
Per cui, giustamente, si sono sviluppati sempre più metodi “alternativi” o “naturali” con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento, salvaguardare la natura e preservare l’ambiente per coloro che verranno dopo di noi. All’interno di questi metodi possiamo trovare l’agricoltura biologica, l’agricoltura biodinamica, l’agricoltura sinergica, la permacoltura o altre pratiche non invasive.
Molte persone si avvicinano a queste forme di agricoltura naturale perché sono in sintonia con i valori che le contraddistinguono e ne condividono le finalità . E perché, con le nostre azioni, siamo co-responsabili del destino della Terra nel bene o nel male. A tal proposito molti scelgono di appoggiare e sostenere l’agricoltura biologica, l’agricoltura biodinamica e altre forme di agricoltura naturale rispettose dell’ambiente e degli esseri viventi. Le motivazioni sono fondamentali per riuscire, nel tempo, a sviluppare e praticare un’agricoltura dal volto umano. Il rispetto per tutte le forme viventi è una motivazione imprescindibile e va riconosciuto questo ruolo e questa funzione a tutti quei metodi di coltivazione non impattanti, che rinunciano all’uso di prodotti inquinanti.
Accade spesso, però, che le motivazioni che spingono alcune persone a praticare l’agricoltura biologica o l’agricoltura biodinamica non siano in sintonia con i princìpi sopra indicati. Per cui si passa al “bio” perché si pensa di ricavare un guadagno maggiore oppure perché va di moda. Può accadere che aziende convenzionali in difficoltà vedano nel metodo bio una sorta di ultima spiaggia, e decidono di passare al bio per tentare di risollevarsi da un punto di vista economico.
Ma chi sceglie un metodo di coltivazione naturale dovrebbe essere in sintonia con tali princìpi. Ed avere motivazioni interiori che spingono a praticare un’agricoltura di tipo naturale perché è giusto fare qualcosa di positivo per il prossimo. E se ne riconosce il valore.
Per chi già non è in sintonia con tali princìpi, occorre una conversione prima di tutto interiore. Solo in questa maniera si potranno superare ostacoli e difficoltà a lungo termine. Riconoscendo ciò che di buono c’è nell’agricoltura dal volto umano, e lavorando per garantire la massima qualità .
Riteniamo che sia importante in ogni ambito della vita mantenere un approccio che sia propositivo e costruttivo poiché (come accade, ad esempio, nella moderna agricoltura industriale), spesso e volentieri, quelli che possono essere i rimedi per un problema sono pensati contro il problema, per distruggere, eliminare, debellare. Si instaura dunque un contrasto che, inevitabilmente, genera poi attriti o inasprimento degli squilibri e conflitti.
Questo tipo di approccio “contro”, se applicato nei vari contesti della vita, determina conseguenze non sempre positive (sul piano sociale, politico, economico).
Il metodo biodinamico ha in sé qualcosa di speciale perché non si vuole attuare una lotta contro questo o quello per eliminare questo o quel problema, ma si applicano metodi e strategie che sono a favore della vita e degli equilibri. Quindi pro e non contro, in modo da esaltare i cicli vitali, la biodiversità e gli equilibri nel loro insieme.
Diventa una questione di atteggiamento interiore nei confronti della vita e degli altri esseri viventi. Per fare ciò è necessario comprendere in profondità le radici e le cause di un problema o di uno squilibrio, ed è necessario un senso di gratitudine e amore per la natura. Rudolf Steiner ribadiva con semplicità disarmante che: «l’agricoltore ha il compito di badare a che il processo naturale si svolga nel giusto modo». Creare dunque i presupposti a monte per evitare poi la comparsa della malattia.
Dunque non è consigliabile un approccio utilitaristico (di convenienza), ma sarebbe necessaria una motivazione di carattere etico per poter praticare al meglio un metodo di coltivazione che rispetti gli equilibri, che favorisca la vita, la biodiversità . L’agricoltore deve essere felice di poter produrre nutrimento per gli esseri umani. Questa gioia di fare agricoltura deve permettere di superare ostacoli e problemi, e deve garantire il desiderio di aggiornarsi continuamente per apprendere cose nuove (la conoscenza aiuta).
Dovrà poi essere anche la società a riconoscere questo ruolo centrale all’agricoltore. E si dovrà riconoscere nel suolo un patrimonio da tutelare e salvaguardare.