Da sempre l’uomo svolge attività di studio e indagine della realtà al fine di comprendere la vita nel suo insieme per poter cogliere ed afferrare quelle che sono le leggi che governano il creato.
In epoca moderna si è affermato un approccio di tipo scientifico-materialista che tende a valutare unicamente le componenti dimensionali di tipo materiale (studio della sostanza). Ma quello materiale è solamente uno degli aspetti che caratterizzano il Creato. Questo metodo di indagine, che potremmo definire di tipo quantitativo, non tiene in considerazione gli aspetti più sottili e profondi legati alle forze che operano in natura. Nell’affermare ciò non si vuole negare la validità e l’utilità del moderno approccio scientifico-materialista (anzi) ma si vuole ribadire che questo tipo di orientamento, per sua natura, non può contemplare le forze che costantemente operano e agiscono in natura. L’idea che la natura possa avere un’anima viene rigettata a priori poiché si tratta di un’ipotesi non quantificabile in termini numerici e analitici (almeno con gli attuali strumenti di misura normalmente utilizzati in ambito scientifico).
Mentre attraverso un approccio diverso, di tipo qualitativo, diventa possibile definire relazioni, nessi e rapporti tra fenomeni differenti (o apparentemente differenti) riconoscendo il senso e la funzione che li caratterizza. Si parla chiaramente di cogliere il “gesto” e la finalitĂ di questi fenomeni riconoscendo una matrice comune operante, o modello, che potremmo definire anche forza archetipica. Si tratta di princìpi ordinatori che operano all’interno della natura organica ed inorganica secondo schemi e tracce riconoscibili a vari livelli. Ovviamente non è possibile ricondurre la vita ad uno schema… anzi! Ciò non preclude però la possibilitĂ di riconoscere all’interno della natura l’azione e l’influenza di forze archetipiche. Diventa altresì necessario un certo tipo di sforzo, o una certa predisposizione d’animo, al fine di contemplare e riconoscere queste forze ed imprimere nella propria anima immagini e sensazioni utili a cogliere un determinato “gesto” (archetipo) o qualitĂ dominanti. Da un lato vi è lo studio e il dominio della materia in sĂ©, mentre dall’altro vi è la comprensione delle forze che la governano.
Di seguito una breve trattazione in merito all’interpretazione alchemica del processo vegetale.
SALE
Con il principio legato al sale abbiamo la rappresentazione degli aspetti più concreti dell’esistenza; la componente materiale e fisica necessaria alla manifestazione dei fenomeni sul piano terreno.
Per poter generare un corpo solido di qualunque tipo (pietra, pianta, animale, uomo) è fondamentale che vi sia l’elemento salino in quanto “mattone” necessario alla realizzazione di peso, misura e struttura tangibile.
Paracelso sosteneva che la vita è governata da forze invisibili agli occhi, e per questo suggeriva di esporre la materia alla prova del fuoco facendo bruciare un tozzo di legno. Il risultato è la frammentazione della materia in tre diverse componenti: il fumo, la brace e, come ultima fase, la cenere. La cenere rappresenta dunque la componente materiale dotata di fissità e resistenza, o la materia prima necessaria per la realizzazione di un corpo fisico. In altri termini il sale (o mattoni) con cui viene edificato un corpo. Ciò che rimane da questa combustione è una sorta di memoria minerale dell’elemento terra di cui era composta la parte fisica/materiale. Ed è anche la componente più pesante. La qualità che caratterizza questo ambito ha a che fare con la nutrizione ed il sostentamento in quanto bisogni primari e basilari.
Il processo di assimilazione e concentrazione è ciò che rappresenta e definisce questo ambito.
Nella pianta ritroviamo questa sfera a livello dell’apparato radicale in quanto organo strettamente connesso al terreno. Tra radice e terreno vi è una stretta interdipendenza che dà origine da una parte al processo vegetale ed allo sviluppo delle piante, mentre dall’altra vi è la genesi stessa del suolo legata all’azione dell’apparato radicale ed ai residui organici integrati via via all’interno del terreno (foglie, rami, deiezioni animali etc.).
Ma il luogo nel quale vi è la massima espressione del processo salino è rappresentato proprio dal suolo poiché attraverso decomposizione e degradazione della materia organica (soprattutto residui vegetali e deiezioni animali) vengono elaborati poi i famosi “mattoni” necessari alla formazione delle piante; vengono resi disponibili i sali minerali indispensabili per la nutrizione. Di fatto l’acqua diviene il principale veicolo per questi nutrienti, ed essa stessa è di basilare importanza per il sostentamento e la nutrizione materiale dei vegetali.
In agricoltura biodinamica agiscono a questo livello il preparato Fladen per quanto riguarda il corretto svolgimento del ciclo del detrito (decomposizione della sostanza organica) ed il Cornoletame (preparati 500 e 500K) per quanto riguarda rielaborazione e ri-sintesi della materia organica favorendone la trasformazione in humus. Il Cornoletame agisce positivamente anche sullo sviluppo dell’apparato radicale e sull’attività biologica del suolo (sono anche altre le funzioni svolte da questi preparati). L’elemento minerale rappresentativo per questo ambito di forze è il Calcare(CaCO3) il quale si comporta come un sale assorbitore. La sua attitudine è quella di trattenere e assorbire (espressione di brama).
ZOLFO
Quello dello zolfo è un princìpio per certi versi polare al princìpio sale. Se l’elemento salino rappresenta conservazione, assimilazione e stabilità (sviluppo della materia), nello zolfo si manifestano dinamismo ed espansione. Ritroviamo in questo princìpio le qualità del fuoco come elemento in grado di trasformare, sublimare ed anche purificare ciò che proviene dal basso. L’azione del pincìpio zolfo può trasformare l’elemento salino grezzo ed informe verso forme più nobili ed elaborate. Come polarità sale/zolfo abbiamo da una parte il terreno, dove troviamo elementi grezzi ed informi, e dall’altra abbiamo il processo di fioritura come massima espressione di geometrie ordinate e forme armoniche. In altri termini ritroviamo la polarità Terra/Cielo nella quale l’azione solare (Cielo) favorisce e determina il processo di fioritura e maturazione attraverso la sublimazione dell’elemento salino terrestre caotico e pesante verso forme nobili ed elaborate. Nella fioritura ritroviamo colori, aromi, bellezza ed armonia come conseguenza dell’azione di forze cosmiche (luce, energia solare, raggi cosmici, calore). La pianta attraverso la fioritura può espandersi nello spazio grazie alla produzione di polline e, successivamente, attraverso la fruttificazione e la formazione del seme può anche propagarsi in maniera indefinita. Questo avviene grazie a luce e calore in quanto portatori e interpreti dell’elemento sulfureo (processo sulfureo) in grado di liberare verso l’alto le parti più sottili (gesto di espansione). Grazie al principio sulfureo la Terra può entrare in relazione con il Cielo per nutrirsene.
Da un lato abbiamo dunque la fissità del sale e dall’altro vi è il dinamismo dello zolfo. La staticità e la pesantezza della Terra (forze centripete, gravità ) contrapposta al dinamismo dello zolfo (luce, calore, forze centrifughe, movimento del Sole). L’azione solare stimola lo scorrimento della linfa nel regno vegetale e consente all’acqua di sollevarsi dal livello terreno verso quote più elevate. Nel principio zolfo si celano forze creative e propulsive.
Per quanto riguarda l’ambito vegetale abbiamo negli oli essenziali la massima espressione del principio sulfureo come testimoniato dalla natura ignea, labile e sottile.
In agricoltura biodinamica agisce a questo livello il preparato 501 (o Cornosilice) in quanto interprete di forze solari e luminose. L’elemento minerale che caratterizza questo ambito è il Silicio grazie alla sua particolare costituzione (elemento, ricordiamo, con il quale si allestisce il preparato 501). Contrariamente al Calcare, il Silicio riflette e veicola entrando in stretta relazione con le forze della luce. Mentre il Calcare risulta più affine all’elemento acqua. Il Silicio è presente naturalmente nelle argille e nelle sabbie, ed è uno degli elementi più abbondanti sulla crosta terrestre. Goethe, in merito alle sue proprietà , lo definì “luce condensata”. Non a caso è utilizzato nella realizzazione della fibra ottica, nei pannelli fotovoltaici e nei circuiti elettronici. Si tratta di un elemento che ha una notevole affinità con le forze della luce. Sempre Steiner lo definì anche “l’architetto della luce” per la capacità di ottimizzare la gestione della luce da parte dei vegetali. Consigliò l’uso del preparato 501 per garantire ai vegetali un armonico sviluppo delle parti aeree, una buona maturazione dei frutti e la prevenzione delle malattie fungine.
MERCURIO
L’elemento mercuriale agisce come fattore di equilibrio e armonia tra i due princìpi sale e zolfo. Nel simbolo alchemico del mercurio vi è in parte la raffigurazione di Venere, divinità della grazia e dell’armonia, in grado di portare ordine e coerenza tra forze opposte e conciliare la passività e l’inerzia del sale con il dinamismo dello zolfo.
Senza lo scambio e il dialogo tra le parti non può esservi vita ed evoluzione, ed è qui che agisce l’elemento mercuriale determinando una relazione armonica tra Cielo e Terra. Questo principio ricopre una posizione centrale, in grado di far fluire forze, energie e informazioni alla pari di un cuore pulsante. Quella del principio mercuriale è una posizione centrale in tutti i sensi: se da un lato l’apparato radicale incarna il principio salino e dall’altro il fiore ed il frutto sono il risultato dell’azione sulfurea, nel mezzo abbiamo l’apparato fogliare come assoluto rappresentante dell’elemento mercuriale. Ogni organo vegetale ricopre un ruolo determinante per la vita della pianta, ma la foglia è senza dubbio il motore ed il cuore pulsante del processo vegetale poiché in grado di entrare in relazione e conciliare forze cosmiche e forze terrestri. Come un cuore pulsante la foglia accorda le forze di luce (attraverso la fotosintesi) e gli elementi terreni come acqua e sali minerali che assorbe e metabolizza in quantità . Dunque un matrimonio perfetto tra Terra e Cielo attraverso il legame di elementi terreni e “pesanti” (come sali minerali e acqua) con elementi leggeri e tenui come luce e aria. Di fatto terra ed acqua si legano alla forza di gravità e da questa sono condizionate, mentre aria, gas, calore (e luce) sfuggono all’influenza della gravità collocandosi al di sopra della superficie terrestre. Questa dualità tra elementi gravitazionali e antigravitazionali trova un punto di equilibrio e sintesi proprio nella foglia.
Mentre l’elemento minerale che maggiormente rappresenta il principio mercuriale è l’argilla.