Nel numero precedente abbiamo preso in considerazione l’attività e le funzioni del preparato 500 (Cornoletame). Questo preparato va diluito in acqua tiepida e dinamizzato per un’ora; al termine della dinamizzazione andrà poi distribuito sul terreno. I periodi migliori e più indicati per la sua distribuzione sono l’autunno e la primavera (in questi periodi vi sono le condizioni ottimali per poter svolgere al meglio la propria funzione), sempre a condizione che il suolo sia umido e non secco. L’uso del 500 è consigliabile anche in prossimità di una semina oppure di un trapianto.
Per evitare di commettere errori nell’impiego dei preparati biodinamici si consiglia sempre di partecipare a corsi e incontri dedicati, poiché i dettagli possono fare la differenza, e diventa fondamentale dunque il rispetto delle procedure applicative (dosaggi, modalità d’impiego, attrezzature, tempistiche etc.). Per funzionare il preparato deve essere utilizzato correttamente e deve essere di qualità .
Non è possibile definire uno standard ideale per l’applicazione del 500, ma nel corso dell’anno lo si potrà impiegare anche 5 o 6 volte.
Fino ad ora è stata presa in considerazione l’importanza del suolo per il miglior sviluppo dei vegetali, poiché il terreno rappresenta una base fondamentale per la vita della pianta e soprattutto per la sua radicazione ottimale, ma non bisogna dimenticare che la pianta si nutre principalmente di luce attraverso la fotosintesi.
L’intero metabolismo della pianta è regolato dalla luce solare. Il termine stesso “fotosintesi” sta ad indicare “costruzione e assemblaggio tramite luce“.
Da qui emerge la necessità di favorire al meglio la relazione tra pianta e luce solare poiché da questa dipende la formazione di composti organici fondamentali come zuccheri vari, polifenoli e altri composti aromatici, acidi grassi (oli), cellulosa e lignina. Questi ed altri composti organici svolgono un ruolo fisiologico determinante per la pianta, risultando fondamentali per la qualità , per il valore nutrizionale intrinseco dell’alimento, per il sapore, i profumi e gli aromi (cibo come fonte di vita). L’organizzazione della pianta dipende dal giusto rapporto con le forze solari, di cui la pianta si fa tramite.
I vegetali si sviluppano seguendo due ambiti di forze tra loro polari e complementari: da un lato attraverso l’apparato radicale (verso il basso) legandosi alle forze di gravità , e dall’altro con la parte aerea che si protende verso la luce (verso l’alto).
Nella pianta si realizza una simbiosi tra Terra e Cielo.
La moderna agricoltura industriale negli ultimi decenni si è preoccupata principalmente di incrementare le rese (quantità ) tramite abbondati concimazioni azotate utilizzando fertilizzanti di sintesi, selezionando varietà più produttive.
Tutto ciò è andato a scapito della qualità e del valore nutrizionale. Al contrario, il compito di un’agricoltura a misura d’uomo è quello di favorire l’equilibrio tra quantità e qualità tramite sane concimazioni, mettendo la pianta in condizione di legarsi al meglio con le forze solari. Quest’ultimo aspetto è realizzabile tramite il silicio.
Il preparato 501 (a base di silicio) stimola la verticalità , la resistenza e le autodifese della pianta migliorando il processo di maturazione a favore della qualità , della serbevolezza e del sapore. Il silicio induce una maggiore resistenza nei confronti delle malattie fungine e dei batteri nocivi, e ottimizza la conformazione dell’epidermide (maggiore resistenza meccanica dei tessuti).
Quello siliceo è un processo strutturante (struttura e forma).
Studi, analisi e valutazioni comparative hanno messo in evidenza un maggior contenuto di clorofille e carotenoidi nelle foglie di piante trattate con il 501 rispetto a testimoni non trattati (vite).
È dunque intuibile un miglioramento dell’attività e dell’efficienza fotosintetica (Marcolla, 2015 – Chavarria et al., 2012 – Zulini et al., 2012).
Altro dato rilevante, come attività di studio, riguarda l’applicazione del 501 su grappoli d’uva per i quali si è registrato un ispessimento delle bucce (rispetto a parcelle di controllo non trattate).
Questo dato potrebbe essere interpretato come un miglioramento dei meccanismi di autodifesa da patogeni esterni (Turinek et al., 2009).
È interessante notare come soli 4-5 grammi di polvere di silicio (501) distribuiti su un ettaro di superficie coltivata possano generare effetti e mutamenti nella fisiologia della pianta. Questo quantitativo minimo di sostanza attiva ricca di forze (Cornosilice) può agire ed essere esaltato grazie alla mediazione dell’acqua, che rappresenta un vero e proprio intermediario, e soprattutto grazie alla dinamizzazione che ha il compito di amplificare “l’informazione” e le forze presenti all’interno del preparato.
In questo modo “l’informazione” viene veicolata e propagata al meglio; la pratica della dinamizzazione agisce da cassa di risonanza e potenziamento per il preparato (per questo è importante che la dinamizzazione venga effettuata al meglio).
Solamente un ambito legato alle forze, e non alla sostanza in sè, può giustificare l’effetto di un quantitativo così ridotto di sostanza.
Nel Cornosilice viene esaltata l’attività del silicio grazie alle forze elaborate durante l’allestimento di questo preparato. Il preparato 501 va distribuito sulla parte aerea della pianta nebulizzando finemente la massa acquosa (occorre generare un getto fine, nebulizzato ed omogeneo che avvolga l’intera parte aerea della coltura).
Complessivamente durante l’intero ciclo biologico di sviluppo della coltura si potrà applicare il Cornosilice orientativamente da una a tre volte. Come già ribadito sopra, non è possibile definire frequenza e numero di interventi standard ideale e sempre valido anche in funzione dei cambiamenti climatici e delle infinite variabili che si possono manifestare in agricoltura.
Anche qui per la sua migliore applicazione pratica si consiglia di partecipare a corsi di formazione sull’agricoltura biodinamica.
Il silicio è definito l’elemento dimenticato. Questo elemento è stato cruciale per l’evoluzione e lo sviluppo della vita sul pianeta Terra, e lo possiamo ritrovare combinato sotto varie forme come costituente dei feldspati e dei quarzi. Si tratta dei minerali più diffusi sulla crosta terrestre (silicati) componenti di rocce magmatiche, sedimentarie o di altro tipo. Il silicio è anche il principale componente di una particolare classe di meteoriti (aeroliti).
Vari organismi viventi utilizzano la silice (ione silicato) come costituente per la conformazione della propria struttura. Tra questi vi sono le diatomee (alghe unicellulari), moltissimi cereali ed altre piante come l’equiseto e la canna da zucchero. Senza il silicio la vita non potrebbe esistere; questo elemento è in grado di svolgere funzioni importantissime per le piante anche all’interno del terreno poiché insieme al calcio (calcare) gioca un ruolo decisivo per il loro metabolismo e nella resistenza agli stress.
Nella moderna agricoltura industriale ci si è concentrati quasi esclusivamente sull’incremento delle rese (azoto); per questo motivo le piante sono divenute un concentrato di acqua e sale privo di forze vitali. Ma soprattutto nella moderna agronomia ci si era dimenticati del fatto che i vegetali rappresentano un concentrato di forze solari (che devono veicolare al meglio) da cui dipendono direttamente.