pomodoro

La coltivazione del pomodoro

Orticoltura, famiglia botanica Solanacee – Lycopersicon lycopersicum. Il pomodoro è dotato di grande adattabilità a tutti i tipi di terreno a condizione che presentino un buon drenaggio

Esigenze Pedologiche
 Il pomodoro, seppur dotato di grande adattabilità, preferisce i terreni di medio impasto in cui l’apparato radicale può espandersi in profondità e trovare un sufficiente grado di umidità. Terreni compatti e argillosi, se non lavorati in maniera adeguata, rallentano lo sviluppo della pianta. Il pomodoro tollera un grado di acidità fino a pH 5,5 preferendo comunque quelli tra 6,5 e 7.
Sarà importante l’inserimento periodico di sovesci plurispecie all’interno della rotazione e l’uso di compost biodinamico o di humus di lombrico. Per migliorare le caratteristiche del terreno, oltre a queste pratiche, sarà fondamentale utilizzare periodicamente i preparati biodinamici 500 e Fladen.

Esigenze Climatiche
Come noto questa specie necessita di un sufficiente grado di illuminazione. Al di sotto dei 8-10°C arresta ogni processo fisiologico. Ma la morte avviene a -2°C. La germinazione del seme è rallentata a 12-13°C e risulta buona (in 4-6 giorni) a 18-26°C. Per la fecondazione dei fiori sono ideali 22-28°C di giorno e 18°C di notte (vi sono in commercio Cultivar da mensa che allegano i fiori anche a 7-8°C). La temperatura ottimale per la maturazione dei frutti dovrebbe essere di 26-28°C di giorno e 18°C durante la notte.

Esigenze Idriche
 Può anche essere coltivato senza interventi irrigui rilevanti (con tutte le riserve, caso per caso). Ma soprattutto quello destinato al consumo fresco allevato in serra richiede buone dotazioni idriche somministrate in modo continuativo. La richiesta idrica maggiore vi è nel momento del trapianto e durante l’ingrossamento dei frutti. Per favorire la fase di trapianto, e successiva radicazione, è importante effettuare questa operazione nel “Tempo favorevole per trapianti” indicato nel Calendario Biodinamico ed è buona norma fare un bagno radice utilizzando il preparato 500. Questo “bagno radice” va effettuato prima della messa a dimora delle piantine. Gli stress idrici sono da evitare (eccessi, carenze). La presenza di elevati contenuti di sali solubili nella soluzione circolante incide negativamente sulla produzione, ma esalta le caratteristiche organolettiche dei frutti. Il macerato di ortica può sostenere e aiutare la pianta nei momenti di stress da caldo eccessivo e durante l’ingrossamento dei frutti.

Avvicendamento
Da evitare successione con altre Solanacee o a se stesso. Essendo il pomodoro un forte consumatore deve essere preceduto da fertilizzazione organica (compost, sovescio).

Operazioni colturali
 La preparazione del terreno risulta condizionata dall’andamento climatico, dal tipo di rotazione e dal tipo di terreno. Solitamente si effettuano lavorazioni di ripuntatura a 30-40 cm di profondità nel caso di terreni pesanti, per prevenire rischi di asfissia radicale. Il pomodoro da consumo fresco prevede il tutoraggio, ripetute scacchiature (eliminazione dei getti basali e ascellari) che consentono l’allevamento di un unico stelo e, a discrezione, la cimatura (asportazione dell’apice vegetativo) al 5-6° oppure 10-12° palco fiorale (in funzione delle diverse tipologie o varietà). Quest’ultima pratica, oltre ad indurre precocità, regola il periodo di fruttificazione delle piante. È possibile attuare anche una defogliazione con asportazione delle foglie basali per migliorare l’arieggiamento. Arieggiamento fondamentale nella prevenzione delle crittogame.
Dal momento in cui andrà a formarsi il grosso dei frutti è necessario effettuare almeno un intervento con il preparato 501 (valutare anche andamento climatico).

Concimazione
La quantità di elementi nutritivi da apportare è condizionata dalla variabilità strutturale dei terreni, dal pH, dalla fertilità, dalla salinità dell’acqua, dalle esigenze intrinseche delle varie Cultivar ecc.; il pomodoro è considerato depauperante, per via del ciclo vegetativo lungo (indicativamente sono necessari 70-90 giorni per arrivare alla produzione, mentre la coltura può durare anche 6-7 mesi in condizioni ottimali, come serre riscaldate). La fertilizzazione di base si effettua durante la preparazione del terreno (ripuntatura o in concomitanza con le erpicature interrando concime organico di qualità). Da non sottovalutare un apporto di azoto secondo le necessità espresse dallo sviluppo della pianta durante il suo ciclo vitale (macerati o altro).  

Avversità
Marciume apicale: alterazione e necrosi della zona apicale del frutto dovuti a squilibri idrici concomitanti con carenza di calcio. Il calcio, in ambito famigliare, può essere apportato tramite i gusci d’uovo (ripuliti e triturati finemente); mentre in ambito professionale è possibile utilizzare il litotamnio (vedere Biolcalenda di settembre 2013).

Colpo di sole: chiazze devitalizzate dovute alla rapida esposizione del frutto ai raggi solari. È possibile utilizzare apposite reti ombreggianti.
Spaccature di vario tipo dovute a squilibri idrico-nutrizionali ed a predisposizione genetica.
Blotchy ripening: un’eccessiva somministrazione di azoto, elevata umidità del terreno e dell’aria, scarsa luminosità, sensibilità varietale ed escursioni termiche violente possono causare macchie giallo-verdi in fase di maturazione (vedi foto).
           
Funghi fogliari
Le condizioni climatiche influenzano notevolmente la comparsa di crittogame. In serra contribuiscono i valori di umidità, le temperature e la mancanza di aerazione. La Peronospora è la patologia fogliare più diffusa. In serra vi sono anche altre crittogame (Cladosporiosi, Botrite ecc.).

Anticrittogamici
In orticoltura biodinamica (certificazione Demeter) è vietato l’uso di rame (l’uso del rame non è vietato in frutticoltura, nel rispetto dei dosaggi consentiti). Per la prevenzione è fondamentale evitare eccessi di rigoglio vegetativo dovuti all’uso di concimi non idonei oppure a dosaggi eccessivi.
Come anticrittogamici in prevenzione è possibile utilizzare bentotamnio, propoli di qualità, decotto di equiseto. Durante i periodi critici, in presenza di umidità e piogge, prevenire con trattamenti ripetuti ogni 10-15 giorni. È possibile usare anche bicarbonato di sodio (500 gr/hl) per uso agricolo o compatibile.
Da pre-fioritura a raccolto bentotamnio (1000 gr/hl). In serra, per la Botrite, favorire l’arieggiamento ed effettuare trattamenti ogni 8-10 giorni con bicarbonato di sodio (500 gr/hl). Vedere anche altri rimedi come oli essenziali, litotamnio, silicio, microrganismi effettivi.
Il bicarbonato di sodio può essere usato come fungicida ad ampio spettro aggiungendo ai 100 litri totali alcuni oli essenziali: 30 gocce di olio essenziale di menta piperita, 30 gocce di olio essenziale di lavanda, 30 gocce di tea tee (Melaleuca alternifolia) e 30 gocce di olio essenziale di cannella. Bisognerà emulsionare bene il tutto, e andranno fatte prove su testimone per valutare la compatibilità con le varie Cultivar. Gli oli essenziali dovranno essere di qualità, da agricoltura biologica o biodinamica, e non dovranno essere di sintesi.

Insetti nocivi
Per il Ragnetto rosso usare macerato di ortica (macerazione max 12 ore). Da ripetere in caso di persistenza. Per le Nottue (allo stadio larvale) è possibile usare il Bacillus thuringiensis varietà Kurstaki. Per gli afidi non sono da sottovalutare il Legno quassio (non danneggia i pronubi e molti altri insetti utili), il macerato di ortica di 12 ore, il macerato d’aglio e l’olio di Neem (di qualità); e soprattutto gli antagonisti naturali (vedi foto). Per le Cimici vedere approfondimento nel numero di dicembre 2014.

Nota: le piantine provenienti da vivaio dovranno essere sane e realizzate secondo le buone norme dell’agricoltura biodinamica (o biologica).  Al momento del trapianto dovranno avere il giusto grado di sviluppo e, soprattutto, non dovranno essere piante già vecchie o stressate.
La semente utilizzata dovrà essere sana, certificata e idonea per l’agricoltura biologica e biodinamica.


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