Orticoltura, famiglia botanica: Ombrellifere o Apiaceae. Il primo passo fondamentale, è la conoscenza di quelle che sono le peculiarità e le esigenze di questo ortaggio unico nel suo genere. La carota è uno degli ortaggi più importanti e preziosi per quanto riguarda la nutrizione umana, ed è considerata uno degli “alimenti base”. Pregi e virtù di questo ortaggio sono molteplici, e grazie alle sue caratteristiche se ne consiglia l’uso anche in pediatria. Favorisce la formazione dello scheletro e dei tessuti in via di formazione ed è altamente digeribile. Previene problemi come la carie dentaria e il rachitismo, e si distingue per l’alto contenuto in vitamine (in particolare la provitamina A). Grazie al beta-carotene la carota dispone di proprietà antiossidanti.
Può essere consumata in molti modi, cruda o cotta, pur mantenendo le sue facoltà.
Il tipo di metodo che si applica nella coltivazione di questo ortaggio può influire positivamente su caratteristiche, valore nutrizionale e qualità. Sarà necessario, però, rinunciare all’uso di sostanze nocive o tossiche (come diserbanti o altri veleni). Ed è necessario utilizzare semente sana, che provenga da coltivazione biologica o biodinamica (si sconsigliano le varietà ibride).
Ma il primo passo, fondamentale, è la conoscenza di quelle che sono le peculiarità e le esigenze di questo ortaggio unico nel suo genere.
Per quanto riguarda le peculiarità, va detto che l’agricoltura biodinamica opera una classificazione dei vari ortaggi in base alla parte edule (cioè in base alla parte che poi verrà consumata). Questa classificazione tiene dunque conto dei quattro organi principali della pianta che sono: radice, foglia, fiore e frutto/seme. Sulla base di questa suddivisione la carota è considerata un ortaggio da radice.
Questi organi, a loro volta, possono essere accostati ai quattro elementi aristotelici. Avremo quindi la radice con l’elemento terra, la foglia con l’elemento acqua, il fiore con l’elemento aria ed il frutto/seme con l’elemento fuoco (ogni organo ha una relazione particolare con un determinato elemento).
Tutto questo per dire che la carota è una radice speciale perché manifesta a livello dell’apparato radicale anche le caratteristiche tipiche del fiore, come il colore arancio, e del frutto, tramite il sapore dolce, gradevole e aromatico. Si tratta dunque di una radice che incorpora l’elemento luminoso-solare tipico del fiore e del frutto.
Per esaltarne le qualità sarebbe opportuno utilizzare il preparato biodinamico 501 (detto anche Cornosilice) in fase di ingrossamento e maturazione della radice. Questo preparato biodinamico, a base di silicio, migliora le proprietà organolettiche e le autodifese delle colture (deve essere nebulizzato sul fogliame al mattino presto).
Esigenze Pedologiche
La carota presenta esigenze specifiche nei confronti del terreno: predilige quelli sabbiosi, di medio impasto tendenzialmente sciolti, caratterizzati da buon drenaggio, fertili soprattutto per la presenza di sostanza organica e calcio, con pH tendente alla neutralità (6-7).
Valori di pH uguali o superiori a 7,5 condizionano l’assorbimento dei nutrienti, in particolare di microelementi.
Terreni basici (pH 8-8,5) favoriscono l’insorgenza di patologie, in particolare Pythium spp.
Si sconsiglia la coltivazione della carota in terreni con presenza di scheletro (ciottoli e sassi), in terreni duri, compatti e soggetti a ristagni idrici; ed in terreni limosi predisposti naturalmente alla formazione di crosta superficiale, incrementata dalle precipitazioni e dalle irrigazioni, nei quali l’aerazione del terreno risulta scarsa, la germinabilità dei semi ostacolata (talvolta muoiono per asfissia) e l’emergenza delle plantule impedita. Risulta dunque importante dissodare in maniera adeguata il terreno e preparare un letto di semina idoneo. È possibile allestire baulature, aiuole o prose rialzate che favoriscano lo sviluppo ottimale della radice e lo sgrondo delle acque.
Esigenze clmatiche
Nei confronti delle ore di luce, la carota viene considerata neutrodiurna. L’esposizione dovrà essere soleggiata o, al limite, a mezz’ombra. Si adatta a condizioni climatiche diverse (da Nord a Sud) ma è sensibile agli sbalzi termici ed alle gelate intense.
Temperature ottimali di crescita variano dai 13 ai 18°C. Mal sopporta temperature dai 25-28°C in su. In prossimità della maturazione risultano deleterie le temperature inferiori ai 6°C o le gelate.
Esigenze idriche
Le esigenze idriche non risultano particolarmente rilevanti, escluso il periodo post-semina, quando l’umidificazione del terreno facilita la germinazione dei semi e l’emergenza delle plantule, ed esclusa la fase di sviluppo fogliare e di ingrossamento/pigmentazione della radice. Oppure in caso di siccità.
Il perdurare di eventuali ristagni idrici oltre le 12 ore, in concomitanza con le prime fasi di sviluppo della pianta, determina una riduzione irreversibile della lunghezza delle radici ed un aumento di quelle deformate, così come la possibilità di presenza di Pythium spp. (tipica patologia della carota).
Eccessi e stress idrici in prossimità della maturazione determinano fessurazioni ed eventuali fenomeni di marcescenza, con riduzione dei tempi di conservazione del prodotto una volta raccolto.
Gli apporti idrici dovrebbero privilegiare volumi ridotti e turni frequenti, soprattutto in terreni soggetti alla formazione di crosta. Per la prevenzione di numerose patologie particolare attenzione deve essere posta nei confronti degli apporti irrigui, che devono essere commisurati ai reali fabbisogni della coltura.
Avvicendamento
Nella rotazione è consigliabile che la carota segua una coltura sarchiata come pomodoro, patata, pisello ecc. di cui sfrutta la fertilità residua. Da evitare avvicendamento con specie della stessa famiglia botanica, con Brassicacee, con Liliacee e Chenopodiacee per almeno 2-3 anni. Con intervalli maggiori vi è maggior sicurezza.
In funzione della varietà e delle condizioni pedoclimatiche il ciclo colturale della carota varia dai 70 ai 120 giorni circa.
Per migliorare le caratteristiche del terreno sarebbe buona norma inserire periodicamente il sovescio all’interno delle rotazioni. Anche l’uso del preparato Fladen contribuisce in maniera determinante al miglioramento della biologia del terreno.
Consociazioni favorevoli
Cipolla, lattughe, ravanelli, spinaci e basilico.
Concimazione
Non gradisce apporti diretti di sostanza organica, soprattutto se non decomposta o umificata. La fertilizzazione deve essere fatta utilizzando materiale ben umificato e trasformato. In ogni caso gli apporti organici dovrebbero precedere di almeno 3-4 mesi la semina. Si consiglia l’uso di compost biodinamico ben trasformato oppure di humus di lombrico, la cui provenienza sia garantita, nelle dosi indicative di 2 kg per metro quadro. Questi possono anche essere somministrati alla coltura precedente, essendo comunque la carota sensibile nei confronti degli azotati. Una cattiva gestione nella somministrazione di questo elemento può causare patologie. E’ pianta potassofila.
Sarà importante distribuire correttamente sul terreno il preparato biodinamico 500 (o Cornoletame), seguendo le modalità classiche, soprattutto prima della semina. Questo preparato può essere distribuito nell’orto o nel frutteto anche 4 o 5 volta all’anno. Favorisce l’attività biologica del terreno e stimola la radicazione.
Semina
La semina va effettuata in giorni di radice (vedere calendario biodinamico). Il seme va interrato al massimo ad 1 centimetro di profondità, ed il letto di semina dovrà essere preparato in maniera ottimale. Per la germinazione sono necessari generalmente 8-9 giorni quando le temperature sono di 25-30°C. Raggiungono anche i 20 giorni se le temperature scendono a valori intorno agli 8°C.
Si può seminare a file o a spaglio. In caso di semina troppo fitta si rende necessario un diradamento delle piantine durante le prime fasi di sviluppo. Eventuale diradamento va fatto con terreno umido, alla terza foglia. I tempi di germinazione della carota sono lunghi, e questo può creare problemi con le infestanti soprattutto durante le fasi iniziali di sviluppo che sono le più importanti. Anche perché dopo la semina è importante mantenere il terreno sempre umido al fine di garantire una corretta ed omogenea germinazione. Ma questo favorisce anche le infestanti. Per prevenire eventuali problemi dovuti all’interferenza delle infestanti è possibile effettuare una “falsa semina” ed il “bagno semente”. Oppure si può ricorrere ad una pacciamatura, anche temporanea, utilizzando paglia secca, cortecce o trucioli secchi; l’effetto pacciamante si ottiene con uno strato di 3-4 cm di spessore che deve permettere sempre e comunque al terreno di traspirare. Grazie alla pacciamatura si evita la formazione di crosta superficiale, si mantiene costante l’umidità e si migliora la germinazione.
Il bagno semente, invece, consiste nell’inumidire il seme prima della semina utilizzando il preparato biodinamico 500 (o Cornoletame) diluito in acqua. Questa operazione rappresenta una pre-germinazione e può essere fatta con uno spruzzino, oppure avvolgendo i semi con un panno inumidito (si possono anche stendere i semi sopra un panno e poi ricoprire, sempre con un panno, in modo che assorbano umidità). I semi andranno poi ricoperti con un leggero strato di basalto in polvere fine. Si tratterà di una spolverata che impedirà ai semi di appiccicarsi l’un l’altro. Il basalto apporta silicio ed altri importanti minerali.
Per controllare in maniera proficua le infestanti occorre intervenire quando queste non hanno superato i 2 cm di altezza. In questo modo saranno sufficienti zappettature o sarchiature superficiali, senza troppa fatica.
Patologie
L’insorgenza di patologie varie, solitamente, è legata ad errori nella gestione colturale: avvicendamenti troppo stretti, terreni inadatti alla coltura, errate concimazioni, uso di semente non idonea, mancanza di biodiversità ecc.
Funghi fogliari
In prevenzione utilizzare pròpoli per uso agricolo di buona qualità oppure bentotamnio in polvere (bentotamnio: 60 grammi per 10 litri d’acqua). In orticoltura biodinamica non è ammesso l’uso di prodotti rameici.
Mosca della carota
Nella prevenzione di questo fitofago utilizzare trappole cromotropiche come barriera attiva. Oppure proteggere la coltura sotto un telo di “tessuto non tessuto”. Si consiglia la consociazione con la cipolla.
Nota: i preparati biodinamici, l’humus di lombrico, sementi per sovescio e altri prodotti sono reperibili presso la Fondazione LE MADRI di Rolo (RE) tramite spedizione con corriere. www.fondazionelemadri.it – telefonare dalle 8:30 alle 13:00 al n. 0522 666246