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Le siepi: organo multifunzionale

L’agricoltura nasce dall’interazione tra un ecosistema naturale ed un sistema socio-economico. L’ecosistema naturale ha le proprie leggi e le proprie regole, che sono alla base della Vita. Se diventa predominante il sistema economico c’è il rischio che leggi e regole dell’ecosistema naturale vengano messe in secondo piano… dimenticandosi di far parte di questo ecosistema…

L’agricoltura biodinamica non è nostalgia per ciò che fu, ma è un metodo che guarda al futuro per garantire il futuro. Serve equilibrio fra i vari sistemi. Con l’agricoltura biodinamica si può parlare di nuova agricoltura e di un nuovo modo di vedere. Nelle coltivazioni intensive si ha una banalizzazione del paesaggio divenuto solamente uno spazio della massima produttività e niente altro; si è passati da una gestione di tipo collettivo ad una prettamente individuale dove il profitto è l’unico obbiettivo. Acquisendo un altro punto di vista, meno miope e vorace, si potrebbero apprezzare i molteplici vantaggi dati dalla presenza della siepe e della fauna ad essa associata: barriera frangivento e sonora, protezione del suolo, miglioramento del terreno, consolidamento di argini e corsi d’acqua, controllo biologico dei parassiti, fornitura di legname, fornitura di pascolo per le api (tanto importante), fornitura di piccoli frutti; può essere officinale e può svolgere funzione ornamentale rendendo gradevole l’architettura del paesaggio.
Ciò che caratterizza l’organismo agricolo biodinamico è la pluralità delle forme necessarie per garantire autosufficienza (e biodiversità, quindi equilibrio). Pluralità nell’unità, unità nella pluralità come nel fiore delle Composite (o Asteracee). È proprio la biodiversità alla base della Vita. Una realtà agricola per essere autosufficiente (o quasi) deve essere costituita da vari “organi” che hanno il compito di svolgere funzioni diverse a vari livelli. Lo stesso Steiner nel suo corso sull’agricoltura insiste sull’importanza del ciclo chiuso per svariati motivi. Uno di questi è l’indipendenza…
L’agricoltore deve quindi pensare sì alla gestione della fertilità e a tutti gli aspetti connessi alla produzione, ma una gestione veramente lungimirante dovrà considerare anche l’inserimento delle siepi come “organo” strategico all’interno dell’azienda agricola. Oltre ai vantaggi estetici e paesaggistici che può offrire una siepe (o comunque la presenza di alberi) ve ne sono molti altri che vanno tenuti in considerazione. I criteri di scelta per quanto riguarda la realizzazione di una siepe o per la messa a dimora di alberi sono variabili a seconda delle esigenze.
Ogni pianta presenta caratteristiche particolari, ed è bene conoscerne alcune:

 
Quercus robur (Farnia) – Predilige un Ph medio, può arrivare a vivere anche mille anni e ad un’altezza di 30 metri. Fioritura ad aprile-maggio. Il legno è duro, pesante, resistente ed elastico e gli usi sono infiniti: falegnameria, carpenteria, cantieristica navale, opere edilizie, di fondazione e palafitte (è durevole anche in acqua). È un’ottimo combustibile, anche come carbone. Le ghiande sono state per millenni alla base dell’allevamento brado dei maiali. La Farnia la si trova dal piano ai 1000 metri d’altitudine. È una specie plastica rispetto alle caratteristiche del suolo. In agricoltura biodinamica si usa la corteccia della Farnia per realizzare un preparato (505) da inserire nel compost per migliorarne le caratteristiche.

Corylus avellana (Nocciolo) – Preferisce Ph medio. Può arrivare ai 5-7 metri di altezza e raggiunge i 30-40 anni di vita (raramente supera i 50-70 anni). Usato per lavori di tornio e artigianato, il suo impiego principale riguardava tutti gli attrezzi soggetti a flessione: cerchi di botte, nasse da pesca, trappole, gabbie e canestri. È riconosciuta l’importante funzione consolidatrice di terreni mobili e franosi. Presente dal piano ai 1600 metri d’altezza. È comunque molto adattabile, si insedia facilmente tanto su terreni sciolti, freschi e profondi, quanto su terreni argillosi e compatti. Ha grande importanza nei processi di colonizzazione di aree nude o degradate. La presenza del Nocciolo in qualsiasi ambiente consente la sopravvivenza di molte specie animali. Fioritura in febbraio-marzo.

Carpinus betulus (Carpino bianco) – Si adatta bene a Ph neutro-acido. Albero alto anche 15-20 metri ad apparato radicale molto sviluppato. Fioritura ad aprile-maggio. Raggiunge i 100-150 anni di vita. Ottimo combustibile, il legno di non facile lavorabilità è anche impiegato nella costruzione di attrezzi agricoli, manici di utensili, ruote, ingranaggi e lavori di falegnameria ordinaria. Coltivato a scopo ornamentale grazie a rusticità e bellezza della chioma autunnale intensamente gialla. È l’albero per eccellenza per la costruzione di siepi e gallerie di frescura poiché si presta a drastiche potature di formazione. Diffuso dal piano ai 1200 metri, si adatta a diversi tipi di suolo. Viene utilizzato per la ricostituzione di boschi degradati. Molti animali trovano rifugio tra le sue fronde; vi nidificano diversi uccelli.

Alnus glutinosa (Ontano nero) – Cresce bene su terreno a Ph neutro-acido ed intriso di umidità. Albero alto fino a 20-25 metri, può arrivare ai 100 anni di vita. Fioritura a febbraio-marzo. Albero a rapida crescita; è dotato di un legno leggero e tenero, poco durevole in ambiente subaereo ma ineguagliabile se rimane costantemente sommerso nell’acqua. Si usa anche in falegnameria, attrezzeria varia, torneria ed ebanisteria data la sua attitudine a ricevere il colore. Brucia bene, senza scoppiettare ne fare fumo. Ha grande vigoria nel ricacciare da ceppaie e capitozze. È da sempre l’albero preferito per il consolidamento delle ripe dei canali irrigui. Più diffuso in pianura, può arrivare ai 1000 metri. È una specie legata ad una costante presenza d’acqua nel terreno che deve essere preferibilmente assai ricco di sostanza organica. Fra gli uccelli il Lucherino è ghiotto dei semi e se ne ciba nel periodo invernale.

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Acer campestre (Acero campestre) – Predilige pH basico, può arrivare ad un altezza di 10-15 metri. Raggiunge il pieno sviluppo intorno ai 60-70 anni e può vivere anche oltre i due secoli. Fioritura tra Aprile e Maggio. Il legno resiste a sollecitazioni meccaniche e viene usato in falegnameria, liuteria, ebanisteria, in lavori di tornio e nella realizzazione di utensili. È un buon combustibile, anche come carbone. La frasca fornisce un buon foraggio. Un tempo era l’albero preferito come tutore vivo della vite. Apprezzabile come componente di siepi per il colore giallo acceso della chioma autunnale. È presente dal piano ai 1000 metri, evita suoli acquitrinosi o a reazione acida (tendenzialmente), può colonizzare radure aperte e soleggiate come pianta pioniera. La folta chioma diventa sito di nidificazione e dormitorio per numerosi uccelli.
Celtis australis (Bagolaro) – Gradisce pH medio. Arriva a 20 metri d’altezza e può arrivare a vivere alcuni secoli. Fioritura tra Aprile e Maggio. Si usa per la costruzione di attrezzi agricoli, artigianali e sportivi. È un legno compatto, elastico e pesante. Buon combustibile, fornisce un ottimo carbone. Diffuso come albero ornamentale è una specie di grandi meriti come consolidatrice di suoli instabili e pendici franose; è utile per assestare terreni di riporto, massicciate, argini, scarpate ecc.
È presente ovunque, dal piano agli 800 metri circa. Detto “spaccasassi” per l’attitudine a crescere su pendici aride e sassose o terreni rocciosi e ostili; è pianta muricola. I frutti richiamano diversi tipi di uccelli che se ne cibano avidamente.

Crataegus monogyna (Biancospino) – Gradisce pH basico. Può arrivare ai 4-5 metri d’altezza, è dotato di apparato radicale espanso e profondo. Raggiunge il massimo sviluppo intorno ai 30-40 anni e, in condizioni idonee, può vivere oltre i 100 anni. L’intreccio delle sue fronde e l’impenetrabilità delle barriere spinose ne fanno un ottimo albero da siepe, resiste alle potature ed ha un’elevata capacità di ricaccio. Fioritura tra Aprile e Maggio. Diffuso dal piano ai 1000 metri, negli incolti si comporta come precursore del bosco. Accoglie e sostenta numerosa fauna selvatica: insetti pronubi, apidi, ditteri e coleotteri floricoli, nonché svariate farfalle. I frutti sono ambiti da molte specie di uccelli, che trovano rifugio e luogo per la nidificazione nell’intreccio delle fronde spinose. È universalmente riconosciuto il fatto che accoglie numerosi insetti utili.

Cornus mas (Corniolo) – Predilige pH basico. Arbusto o alberello alto da 5-6 metri ad un massimo di 10 metri. Fioritura tra Febbraio e Marzo. Arriva al secolo di vita; ai 25-30 anni raggiunge il pieno sviluppo. Il legno durissimo, compatto ed omogeneo è tradizionalmente usato per realizzare oggetti o parti di essi soggetti ad intenso attrito e usura come denti per ingranaggi, denti per erpice e rastrello, manici di attrezzi, cerchi da bottaio, pioli, rastrelliere ecc. E’ un notevole combustibile. Si coltiva in giardini ed orti per i frutti e per le belle quanto precoci fioriture. Più frequente al nord, si trova ovunque dal piano ai 1300 metri. Ama terreni calcarei e asciutti. È una fonte precoce di nettare e polline. I giovani getti sono brucati da lepre e capriolo. I frutti sono appetiti da molti uccelli e da diversi mammiferi.

ciliegio selv. 15.jpgPrunus avium (Ciliegio selvatico) – Gradisce pH medio. Può arrivare a 12-18 metri d’altezza; la circonferenza del tronco arriva anche a 2-3 metri. Non supera il secolo di vita. Fioritura tra Aprile e Maggio. Il legno è di facile lavorabilità e si usa per realizzare mobili, per lavori di tornio, ebanisteria, liuteria o come materiale di pregio. Eccellente come combustibile ad alto potere calorifico. Serve come portainnesto per le varietà coltivate. Si trova dal piano ai 1500 metri. I fiori attirano api e numerosi altri insetti pronubi grazie all’abbondanza di nettare. I frutti sono ricercati da molti uccelli.


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