Ciò che caratterizza l’organismo agricolo biodinamico è la pluralità delle forme necessarie per garantire autosufficienza (e biodiversità, quindi equilibrio). Pluralità nell’unità, unità nella pluralità come nel fiore delle Composite (o Asteracee). È proprio la biodiversità alla base della Vita. Una realtà agricola per essere autosufficiente (o quasi) deve essere costituita da vari “organi” che hanno il compito di svolgere funzioni diverse a vari livelli. Lo stesso Steiner nel suo corso sull’agricoltura insiste sull’importanza del ciclo chiuso per svariati motivi. Uno di questi è l’indipendenza…
L’agricoltore deve quindi pensare sì alla gestione della fertilità e a tutti gli aspetti connessi alla produzione, ma una gestione veramente lungimirante dovrà considerare anche l’inserimento delle siepi come “organo” strategico all’interno dell’azienda agricola. Oltre ai vantaggi estetici e paesaggistici che può offrire una siepe (o comunque la presenza di alberi) ve ne sono molti altri che vanno tenuti in considerazione. I criteri di scelta per quanto riguarda la realizzazione di una siepe o per la messa a dimora di alberi sono variabili a seconda delle esigenze.
Ogni pianta presenta caratteristiche particolari, ed è bene conoscerne alcune:
Corylus avellana (Nocciolo) – Preferisce Ph medio. Può arrivare ai 5-7 metri di altezza e raggiunge i 30-40 anni di vita (raramente supera i 50-70 anni). Usato per lavori di tornio e artigianato, il suo impiego principale riguardava tutti gli attrezzi soggetti a flessione: cerchi di botte, nasse da pesca, trappole, gabbie e canestri. È riconosciuta l’importante funzione consolidatrice di terreni mobili e franosi. Presente dal piano ai 1600 metri d’altezza. È comunque molto adattabile, si insedia facilmente tanto su terreni sciolti, freschi e profondi, quanto su terreni argillosi e compatti. Ha grande importanza nei processi di colonizzazione di aree nude o degradate. La presenza del Nocciolo in qualsiasi ambiente consente la sopravvivenza di molte specie animali. Fioritura in febbraio-marzo.
Carpinus betulus (Carpino bianco) – Si adatta bene a Ph neutro-acido. Albero alto anche 15-20 metri ad apparato radicale molto sviluppato. Fioritura ad aprile-maggio. Raggiunge i 100-150 anni di vita. Ottimo combustibile, il legno di non facile lavorabilità è anche impiegato nella costruzione di attrezzi agricoli, manici di utensili, ruote, ingranaggi e lavori di falegnameria ordinaria. Coltivato a scopo ornamentale grazie a rusticità e bellezza della chioma autunnale intensamente gialla. È l’albero per eccellenza per la costruzione di siepi e gallerie di frescura poiché si presta a drastiche potature di formazione. Diffuso dal piano ai 1200 metri, si adatta a diversi tipi di suolo. Viene utilizzato per la ricostituzione di boschi degradati. Molti animali trovano rifugio tra le sue fronde; vi nidificano diversi uccelli.
Alnus glutinosa (Ontano nero) – Cresce bene su terreno a Ph neutro-acido ed intriso di umidità. Albero alto fino a 20-25 metri, può arrivare ai 100 anni di vita. Fioritura a febbraio-marzo. Albero a rapida crescita; è dotato di un legno leggero e tenero, poco durevole in ambiente subaereo ma ineguagliabile se rimane costantemente sommerso nell’acqua. Si usa anche in falegnameria, attrezzeria varia, torneria ed ebanisteria data la sua attitudine a ricevere il colore. Brucia bene, senza scoppiettare ne fare fumo. Ha grande vigoria nel ricacciare da ceppaie e capitozze. È da sempre l’albero preferito per il consolidamento delle ripe dei canali irrigui. Più diffuso in pianura, può arrivare ai 1000 metri. È una specie legata ad una costante presenza d’acqua nel terreno che deve essere preferibilmente assai ricco di sostanza organica. Fra gli uccelli il Lucherino è ghiotto dei semi e se ne ciba nel periodo invernale.
È presente ovunque, dal piano agli 800 metri circa. Detto “spaccasassi” per l’attitudine a crescere su pendici aride e sassose o terreni rocciosi e ostili; è pianta muricola. I frutti richiamano diversi tipi di uccelli che se ne cibano avidamente.
Crataegus monogyna (Biancospino) – Gradisce pH basico. Può arrivare ai 4-5 metri d’altezza, è dotato di apparato radicale espanso e profondo. Raggiunge il massimo sviluppo intorno ai 30-40 anni e, in condizioni idonee, può vivere oltre i 100 anni. L’intreccio delle sue fronde e l’impenetrabilità delle barriere spinose ne fanno un ottimo albero da siepe, resiste alle potature ed ha un’elevata capacità di ricaccio. Fioritura tra Aprile e Maggio. Diffuso dal piano ai 1000 metri, negli incolti si comporta come precursore del bosco. Accoglie e sostenta numerosa fauna selvatica: insetti pronubi, apidi, ditteri e coleotteri floricoli, nonché svariate farfalle. I frutti sono ambiti da molte specie di uccelli, che trovano rifugio e luogo per la nidificazione nell’intreccio delle fronde spinose. È universalmente riconosciuto il fatto che accoglie numerosi insetti utili.
Prunus avium (Ciliegio selvatico) – Gradisce pH medio. Può arrivare a 12-18 metri d’altezza; la circonferenza del tronco arriva anche a 2-3 metri. Non supera il secolo di vita. Fioritura tra Aprile e Maggio. Il legno è di facile lavorabilità e si usa per realizzare mobili, per lavori di tornio, ebanisteria, liuteria o come materiale di pregio. Eccellente come combustibile ad alto potere calorifico. Serve come portainnesto per le varietà coltivate. Si trova dal piano ai 1500 metri. I fiori attirano api e numerosi altri insetti pronubi grazie all’abbondanza di nettare. I frutti sono ricercati da molti uccelli.