Durante il mese di Febbraio, per vari motivi, si è tornati a parlare molto del corno di vacca e del suo impiego in agricoltura biodinamica, accostando il tutto a pratiche medievali o addirittura a riti magici.
E purtroppo sulla base di pregiudizi e accostamenti arbitrari si è negata la possibilità (attraverso apposita legge) di valutare e testare l’effettiva validità delle pratiche biodinamiche tramite attività di ricerca appositamente finanziate.
Ricordiamo che l’agricoltura è un settore di primaria importanza e che, mai come oggi, sono necessarie pratiche e metodi di coltivazione veramente sostenibili (a bassissimo impatto ambientale) che tutelino fertilità dei suoli e biodiversità. Queste attività di ricerca, dunque, avrebbero potuto misurare l’efficienza dell’agricoltura biodinamica in termini ecologici, ambientali, energetici ed anche in termini di qualità del prodotto finale tramite ricerche e progetti strutturati, anche di lungo periodo.
La vera scienza non dovrebbe giudicare a priori basandosi su pregiudizi, prendendo posizione sulla base delle impressioni, ma dovrebbe svolgere attività di indagine, analisi e osservazione in maniera acritica per poi elaborare dati e successive conclusioni. Questo dovrebbe essere un vero approccio scientifico, che valuti i risultati di una determinata indagine sulla base di dati e riscontri oggettivi, e non su pregiudizi.
Nel caso dell’agricoltura biodinamica ci si è fermati di fronte ai pregiudizi, negando a priori la possibilità di testare le pratiche biodinamiche. Appellandosi alla scienza si è negata la scienza stessa (davvero strano…). Si è negata la possibilità di valutare l’effettiva validità dell’agricoltura biodinamica confrontandola con altre metodiche di coltivazione. Non viene consentito un confronto. Ovviamente noi non abbiamo alcun dubbio sull’efficacia dell’agricoltura biodinamica, ma lo sviluppo di attività di ricerca anche in sede istituzionale avrebbe potuto sancire l’ufficialità del suo valore.
Riconosciamo il fatto che alcune pratiche biodinamiche possano essere considerate bizzarre, ma (ad esempio) una scoperta del tutto casuale ha messo in evidenza quelle che potrebbero essere le caratteristiche più interessanti del corno di vacca; si tratta della datazione al radiocarbonio di un corno di epoca vichinga svolta ormai diversi anni fa (alla fine degli anni ’90).
Questa indagine si è svolta per altri motivi, indipendenti dall’agricoltura biodinamica, ma ha finito col mettere in risalto alcuni dati molto interessanti. Riportiamo di seguito la testimonianza della Prof.ssa Emanuela Marinelli:
«Nell’atmosfera per il bombardamento dei raggi cosmici si formano dei neutroni accelerati che colpiscono degli atomi di azoto. Gli atomi di azoto colpiti si trasformano in C14 che è radioattivo e, a differenza del normale C12, tende a decadere. Il C14 si lega con l’ossigeno e forma anidride carbonica radioattiva che entra con la fotosintesi clorofilliana nelle piante e, attraverso la nutrizione, negli animali e nell’uomo.
Durante la vita di ogni essere vivente c’è un equilibrio fra C14 che arriva e quello che nel frattempo decade. Questo equilibrio si interrompe con la morte.
Al momento della morte continua irreversibilmente la diminuzione del carbonio radioattivo (C14).
Dunque se noi troviamo in un reperto una quantità di carbonio radioattivo simile a quella di un essere vivente sappiamo che è morto da poco, se viceversa il C14 è ridotto a essere pochissimo sappiamo che è morto da migliaia e migliaia di anni.
Tutto funziona bene se c’è integrità isotopica del campione, cioè se il campione non è venuto a contatto con altro carbonio radioattivo successivamente, cioè se non c’è stata una “ricarica” di carbonio radioattivo.
Il corno di una mucca di epoca vichinga che era stato usato per un elmetto dei vichinghi è risultato talmente pieno di carbonio radioattivo introdottosi successivamente, da fornire una data nel futuro. E risultava una mucca morta nel 2006 dopo Cristo. Questo è dovuto alla presenza di carbonio radioattivo che si è inserito e si è legato in una maniera ineliminabile con i normali sistemi di pulizia».
Dichiarazione della Prof.ssa Emanuela Marinelli. AUDIOVISIVI S. PAOLO, anno 1997 (inserto di Famiglia Cristiana n. 11 del 25-03-1998).
Dunque tutto ciò potrebbe significare che il corno di vacca, anche dopo il termine del ciclo di vita dell’animale, continua a comportarsi come un organismo vivente continuando ad assorbire C14 (che è fondamentale per la vita sul nostro Pianeta).
Si tratta di un dato molto interessante, che potrebbe essere appunto approfondito tramite specifiche attività di indagine e misurazione. Purtroppo questa possibilità è stata negata.
Pazienza… la biodinamica va avanti per forza propria, anche senza un riconoscimento istituzionale, grazie al contributo di agricoltori, associazioni e operatori che ne riconoscono il valore e la bellezza. In altri Paesi come Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti l’agricoltura biodinamica viene valutata serenamente e accettata per vantaggi e benefici oggettivi.
Questo dato dovrebbe indurre ad alcune riflessioni, mettendo in evidenza che la scelta del corno di vacca potrebbe non essere arbitraria e casuale.
Ma uno dei Paesi dove l’agricoltura biodinamica è maggiormente sostenuta dalle Istituzioni e ufficialmente riconosciuta è l’Australia (vedere link):
https://www.awe.gov.au/biosecurity-trade/export/controlled-goods/organic-bio-dynamic/factsheet
È sostenuta perché in Australia la crisi climatica sta creando notevoli problemi proprio in agricoltura per via di siccità e temperature elevate che stanno generando processi di desertificazione dei suoli, e l’agricoltura biodinamica offre soluzioni efficaci e vantaggi utili in termini di tutela e ripristino della fertilità organica dei terreni.
Gli australiani sono noti per pragmatismo e concretezza, e per questo non si fermano di fronte alle apparenze ma valutano appunto concretamente i vantaggi ed i risultati reali. Di fronte al problema della desertificazione dei suoli hanno pensato bene di adottare anche la biodinamica come rimedio. Mentre in Italia prevalgono spesso conformismo e un certo provincialismo che non consentono aperture verso ciò che è nuovo o “diverso”.
Altro oggetto di studio potrebbe essere quello legato a ormoni ed enzimi connessi al tipo di materiale che costituisce la struttura stessa del corno. Una vera scienza dovrebbe porsi in maniera acritica ed esprimersi solo sulla base di dati e informazioni oggettive; questi dati e queste informazioni dovrebbero essere raccolti tramite apposita attività di indagine e ricerca per poi valutare i risultati concreti e non le apparenze.
Purtroppo manca una comprensione del pensiero di Rudolf Steiner nel suo insieme, e dei contenuti espressi a favore di una visione nuova e diversa da quella che caratterizza il Mondo attuale.