fragola asparagi

Asparago e fragola

Impegno pluriennale ma soddisfazione garantita
L’impianto di asparago e di fragola dura più anni nel nostro orto e per questo ha bisogno di attenzioni e cure diverse dalle altre piante

Asparago
Con l’arrivo dell’estate siamo nel  pieno del ciclo di coltivazione dell’asparago, anche se verrebbe più facile pensare che a questa pianta basta dare attenzione durante il mese di aprile, mese nel quale si raccolgono le parti edibili: i turioni.

L’asparago è una pianta perenne che, in una normale coltivazione, dura tra i 10 e i 15 anni. La piantina prodotta da seme o la cosiddetta “zampa” (radici di un anno con i germogli in gemma) vanno piantate in primavera in terreni soffici e lavorati in profondità, facendo attenzione a garantire una buona quantità di sostanza organica, dando preferenza a letame ben maturo da interrare a una profondità di circa 40 cm sopra i quali distendere un po’ di terreno su cui appoggiare successivamente sopra la piantina. Man mano che la vegetazione si sviluppa ed i germogli crescono, va coperto il canale così formato fino a livellare completamente il terreno.

Nei primi due anni di coltivazione (che diventano tre se si parte da piantine) è assolutamente sconsigliato raccogliere i turioni dato che nei primi anni la pianta ne produce pochi. Dai turioni allungati, infatti, usciranno le foglioline che, grazie alla fotosintesi, produrranno i nutrienti che andranno ad alimentare e rinforzare le radici le quali costituiscono le sostanze di riserva utili alla produzione dei turioni negli anni successivi. Ecco quindi perché si consiglia di raccogliere solo dopo almeno tre anni in modo tale da permettere una buona e completa formazione di un apparato radicale robusto ed in grado di sopportare la produzione per un periodo più lungo.

La raccolta degli asparagi non deve durare più di 40 giorni per permettere la pianta, anche dopo i primi anni, di vegetare per accumulare le sostanze per gli anni successivi.
L’asparago è una pianta esigente dal punto di vista nutrizionale pertanto si consiglia di apportare buona sostanza organica, ricca di tutti i nutrienti necessari, attraverso letamazioni, l’apporto di compost aziendale ben maturo o sovescio.

L’asparago è una pianta esigente anche dal punto di vista idrico per cui è consigliabile, prima dell’impianto, pensare all’irrigazione che può essere fatta con la manichetta sulle file coltivate oppure interrando la stessa manichetta a circa 20-30 cm di profondità ad una distanza di 20 cm da dove verrà successivamente collocata la piantina.
Le piante vanno messe su file distanti almeno 2,5 m e a 50 cm circa sulla fila. Se vengono piantati su terreni sani e gestiti con un’adeguata irrigazione e apporto di sostanza organica, vengono difficilmente attaccati dai parassiti, soprattutto se si utilizzano varietà locali o vecchie che, se non producono tanto quanto le nuove, sicuramente sono molto più resistenti.

È consigliabile mantenere sempre pulite le file di asparagi dalle erbe infestanti poiché queste competono per l’assorbimento dei nutrienti e dell’acqua, sono spesso veicolo di parassiti e soprattutto perchè limitano la circolazione dell’aria.
In ogni caso è consigliabile verificare, soprattutto nei momenti in cui c’è poca circolazione d’aria e molta umidità, la presenza di malattie come la ruggine o similari, tipiche dell’asparago, ed in quel caso intervenire con prodotti a base di rame o propoli o prodotti che esaltino i meccanismi naturali di difesa presenti nelle piante stesse.

Gli attacchi di insetti sono generalmente limitati e controllabili con prodotti a base di estratti vegetali.
L’ultima annotazione è riferita alla tipologia di asparago che si vuole ottenere: bianco, verde o violetto. Il bianco si ottiene accumulando precedentemente all’emergenza dei turioni uno strato di 30-40 cm di terreno ben sminuzzato sopra il livello da cui spuntano i germogli in modo tale che si sviluppino senza la presenza di luce e quindi senza sviluppare la clorofilla, la quale darebbe la colorazione verde o violetta. Ovviamente ci sono varietà più adatte al verde e varietà più adatte al bianco ma anche tipologie a doppio uso, dipende solo dal gusto di chi puoi li raccoglierà!

Fragola
Anche le fragole sono piante che durano più anni ma la loro gestione è decisamente diversa rispetto a quella degli asparagi. Innanzitutto occorre precisare che esistono svariate tipologie di fragole: quelle che producono frutti piccoli (che assomigliano alle fragoline di bosco), quelle che ne producono lungo tutta la stagione da aprile a ottobre e quelle cosiddette “rifiorenti” che fruttificano in tarda primavera e all’inizio dell’autunno.

Una pianta di fragole può durare qualche anno ma generalmente dopo il secondo anno viene sostituita a causa della forte perdite di produttività.
Queste piante, però, si possono riprodurre per “stolone” ovvero una sorta di ramo accessorio lungo il quale spuntano quelli che sembrano ciuffi di foglie con radici che possono essere staccate dalla pianta madre e piantate come nuove piante singole. Quando le piante non vengono messe in aiuole con la pacciamatura in telo plastico, capita spesso che queste nuove piante si affranchino sul suolo coprendo tutta la superficie di terra disponibile e riempiendola di nuove piantine di fragola.
Per questo è importante, se si vuole mantenere un certo ordine, pulirle durante la stagione produttiva e prima dell’inverno eliminandone tutti gli stoloni, decidendo se buttarli oppure utilizzarli per fare delle nuove piante.

Le piante di fragola preferiscono terreni soffici e asciutti pertanto è fondamentale piantarle su aiole, decidendo prima dell’impianto come contrastare lo sviluppo delle erbe infestanti. È infatti sempre consigliabile provvedere alla pacciamatura che può essere fatta con teli di plastica, plastica biodegradabile, cellulosa (carta) da mettere sul terreno prima del trapianto oppure con paglia che va messa tranquillamente dopo il trapianto.

È preferibile coltivare le fragole sotto serre o tunnel, questo per evitare che prendano la pioggia durante la maturazione, cosa che comporta due problemi principali: la diluizione degli zuccheri (perdita di gusto del frutto) e la più facile insorgenza di malattie fungine.
Le piante di fragola sono soggette generalmente ad attacchi di malattie fungine come la vaiolatura (comparsa di macchie tondeggianti sulle foglie) e la botrite (comparsa di muffa grigia sui frutti e sui gambi delle foglie). Queste si possono affrontare con trattamenti anche preventivi a base di rame o, meglio, propoli la quale favorisce anche una buona allegagione dei fiori ed una più omogenea formazione dei frutti (che botanicamente in realtà sono falsi frutti, poiché il vero frutto è l’achenio che sarebbe il semino giallo “aggrappato” sul calice ingrossato!).

Dal punto di vista degli attacchi “animali” sono soggette soprattutto agli acari (ragnetto rosso e giallo) difficilmente visibili ad occhio nudo ma che formano una fitta puntinatura grigiastra e una fitta rete di microscopiche ragnatele. Gli acari si tengono distanti con prodotti a base di zolfo o di estratti vegetali.

Biolcalenda di giugno 2014


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