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Biologico ed altri metodi di produzione

Che cos’è l’agricoltura biologica? … terza parte

Nell’arduo compito di descrivere adeguatamente il metodo di produzione agricola e di trasformazione dei prodotti alimentari biologici, serve fare chiarezza sulle diverse metodologie di produzione. Si sente sempre di più parlare di integrato, residuo zero, chilometro zero, permacoltura, orto sinergico, agricoltura conservativa, biodinamico ed altri metodi più o meno nuovi ed innovativi. Come fare a distinguere questi sistemi e cosa significa utilizzarne uno o l’altro?
 

Prima di tutto è necessario dire che il metodo di produzione biologico è l’unico descritto in un regolamento europeo valido in tutto il territorio comunitario, che dettaglia cosa si può e cosa non si può fare lungo tutto il ciclo di produzione di un alimento. Ed il metodo biologico «contiene» o «può contenere» alcuni dei termini sopra citati. In questo senso, essendo l’unico a dare questi elementi, risulta il più completo a garanzia del consumatore finale.

Quali sono le produzioni non rientranti nel metodo biologico certificato?

Le produzioni «integrate», a chilometro zero, a residuo zero, conservative e similari non prevedono l’esclusione dell’utilizzo di prodotti chimici lungo la catena di produzione e sono raggruppamenti secondari contenuti nella definizione «agricoltura convenzionale».

Il sistema convenzionale è il metodo «normale» di fare agricoltura ed allevamento animale. L’agricoltore interviene con trattamenti chimici di sintesi preventivi e curativi, ammessi quando necessari, per limitare lo sviluppo dei parassiti delle piante, o curare gli animali. Deve rispettare i limiti di residui massimi ammessi e stabiliti dalla legislazione comunitaria. Esistono dei limiti nell’utilizzo di fertilizzanti chimici di sintesi solo nelle zone a rischio ambientale.

Il sistemaintegrato inveceè un metodo relativamente recente di fare agricoltura, il cui principio si basa sul fatto che alcuni parassiti possono essere combattuti, non solo con prodotti chimici, ma anche con altri parassiti o con prodotti estratti dalle piante o minerali. Al produttore non è richiesto di escludere i trattamenti chimici di sintesi, solo di limitarli nella quantità di tipi utilizzabili, ma ugualmente con la possibilità di trovare quindi un prodotto «integrato» con diversi prodotti presenti sotto il limite di legge. I vincoli sono attualmente costituiti dal rispetto dei disciplinari di produzione, stilati da ogni Regione, nei quali vengono esclusi alcuni prodotti chimici e segnalati i rimedi «naturali» e dal rispetto dei limiti di residui massimi ammessi e stabiliti dalla legge. I disciplinari sono pubblici e generalmente consultabili sui siti Internet delle Regioni.

A residuo zero: prodotto di agricoltura integrata o convenzionale, dove è possibile utilizzare tutti o molti prodotti chimici autorizzati. Il vincolo che l’agricoltore si dà è quello per cui deve sospendere i trattamenti con prodotti chimici alle piante, abbastanza prima della raccolta, in modo tale che non sia rintracciabile il prodotto chimico all’interno dell’ortofrutta da mangiare. Ciò non esclude che siano comunque presenti sostanze chimiche residue del normale metabolismo vivente, cioè tutte le sostanze chimiche complesse vengono scisse dagli organismi viventi in pezzi più piccoli, pezzi che non sono oggetto di verifica nei laboratori d’analisi.

Prodotto a km zero: prodotto di agricoltura integrata o convenzionale, dove è possibile utilizzare tutti o molti prodotti chimici autorizzati. È legato unicamente al fatto che il prodotto finale, una volta raccolto e/o confezionato, viene venduto o mangiato poco distante dal luogo di produzione.

DOC – DOP – IGP:sono marchi che accompagnano i prodotti di un territorio o il modo in cui vengono trasformati dopo la raccolta (o macellazione, per gli animali). Generalmente non contempla le sostanze utilizzate per la produzione, anche se in alcuni casi vi sono delle restrizioni, similari a quelle introdotte con l’agricoltura integrata. I disciplinari sono pubblici anche se non sempre facilmente reperibili. Sostanzialmente garantiscono l’area di produzione e la tutela di determinate caratteristiche merceologiche e/o tipiche.

OGM Free: appellativo che dichiara il solo non utilizzo di organismi geneticamente modificati nelle varie fasi della produzione e/o dell’allevamento. Non esclude l’applicazione di tutte le tecniche produttive convenzionali.

Prodotto naturale, Come una volta, Qualità certificata: altri marchi o appellativi privati. Al di là delle buone intenzioni del produttore che lo dice, sono appellativi non verificabili da chi acquista il prodotto e tantomeno dagli enti pubblici che effettuano i controlli, poiché l’unico vincolo che hanno è il medesimo dell’agricoltura convenzionale, ovvero l’agricoltore interviene con trattamenti chimici di sintesi preventivi e curativi ammessi quando sono necessari per limitare lo sviluppo dei parassiti delle piante. Deve rispettare i limiti di residui massimi ammessi e stabiliti dalla legislazione comunitaria. I disciplinari, quando sono presenti e nei quali talvolta al produttore non è richiesto di escludere i trattamenti chimici di sintesi, ma solo di limitarli nella quantità di tipi utilizzabili, sono privati, a volte garantiti da verifiche di enti di certificazione, ma generalmente non sono consultabili.

Lotta biologica:è un metodo relativamente recente di fare agricoltura, il cui principio si basa sul fatto che i parassiti possono essere combattuti con tecniche agronomiche (rotazioni, lavorazioni meccaniche diversificate al terreno, altro), con altri parassiti o con prodotti estratti dalle piante o minerali. Può essere utilizzata in abbinamento ad altre forme di lotta ai parassiti, come l’uso di prodotti chimici di sintesi, come ad esempio nella lotta integrata. Si utilizzano concimi e diserbanti chimici compatibilmente con il resto delle tecniche utilizzate. La legge vieta di usare tale indicazione su prodotti nei quali si usi sia la lotta biologica che quella chimica, ma alcuni produttori utilizzano tale riferimento su mezzi di comunicazione, come volantini o presentazioni pubbliche, creando confusione sulla netta differenza tra agricoltura convenzionale ed agricoltura biologica.

Nel prossimo intervento parleremo di permacoltura, orto sinergico, agricoltura conservativa, biodinamico ed altri metodi.


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