Le liliacee da piantare in autunno sono le piante che costituiscono la base aromatica di gran parte dei piatti italiani e mondiali sono facilmente coltivabili anche nei nostri orti e campi con alcune semplici precauzioni e indicazioni che aiuteranno nella gestione delle eventuali problematiche.
La cipolla è una pianta dall’aspetto molto diverso rispetto alle piante che tipicamente troviamo nel nostro orto perché, sopra il bulbo, si formano delle caratteristiche foglie a tubo (chiuso nella parte superiore) che si spingono verso la luce del sole. Le foglie dell’aglio, invece, sono più facilmente riconducibili alle foglie considerate “normali”.
Entrambe le piante, pur avendo necessità di buona disponibilità di acqua, preferiscono terreni che drenino rapidamente o, in loro mancanza, è preferibile coltivarle su aiole sopraelevate rispetto al piano di campagna in modo tale che le radici abbiano a disposizione un terreno ricco di ossigeno.
Inoltre, è opportuno fare attenzione alle piogge o all’irrigazione fornita in prossimità della maturazione poiché, in presenza continua di acqua, queste piante tendono a vegetare continuamente non abbassando il contenuto di acqua all’interno dei bulbi o bulbilli.
Per evitare questo “trascinamento” di vegetazione, si opera passando a piegare il fusto ad un livello di 2-3 cm sopra il bulbo in modo da bloccare il passaggio di linfa attraverso i vasi (i canali che consentono il trasferimento della linfa dalle radici alle foglie e viceversa) e dare un segnale alla pianta in modo tale che proceda rapidamente alla “maturazione” che corrisponde con una rapida perdita di acqua dagli strati superficiali del bulbo. Questa asciugatura-essicazione consentirà al bulbo di conservarsi a lungo. Nello specifico si ricorda che l’aglio e la cipolla di tipo “dorato” hanno una maggiore capacità di resistere a lunghi periodi di conservazione, seguiti dalle cipolle “viola” o tipo “di Tropea”, mentre le cipolle bianche hanno generalmente scarsa attitudine alla conservazione per lunghi periodi.
Il periodo di conservazione può essere ulteriormente allungato ponendo i bulbi, dopo la raccolta, in celle frigorifere con temperature prossime agli 0 gradi per un periodo di alcuni mesi.
In ogni caso, è fortemente consigliato procedere alla raccolta strappando la pianta dal terreno e lasciandola asciugare qualche giorno al sole direttamente in campo, ponendola in casse all’ombra solo qualche giorno dopo. In alternativa si può procedere ad una raccolta totale immediata dal campo e poi porre i bulbi al sole per qualche giorno sull’aia di casa, sempre per garantire un’adeguata asciugatura degli strati più superficiali che saranno quelli che difenderanno il bulbo dagli attacchi fungini durante la conservazione.
È l’erba l’antagonista più temibile per queste piante poiché, non avendo capacità di competere per l’utilizzo della luce (le foglie della cipolla praticamente non fanno ombra e quindi non ostruiscono la crescita delle infestanti), cresce rapidamente, soprattutto nell’ultima fase vegetativa, comportando una riduzione del flusso d’aria a livello del terreno e quindi una condizione nella quale le malattie fungine si manifestano con più grande virulenza.
In questo senso è bene tenere ben pulite le piante dall’erba attraverso passaggi continui con zappe o sarchiatoi. Questo deve essere fatto anche per evitare la disseminazione delle infestanti e quindi un maggior carico di erbe nelle colture successive. Si ricorda, però, che intervenendo nei primi stadi di sviluppo delle infestanti la lavorazione è molto meno impegnativa e i risultati sono molto positivi. Infatti, fintanto che le infestanti hanno poche foglioline e una radice ancora superficiale e in via di sviluppo, basta rompere gli strati superficiali del terreno per esporre quest’ultima ai raggi solari e condurre rapidamente a disseccamento queste piante importune.
Non è necessario rincalzare (portare il terreno a ricoprire il bulbo) come avviene per i porri poiché il colore del bulbo non dipende da una condizione di sottrazione della luce (imbianchimento) ma è tipica della varietà prescelta. Esistono infatti molte varietà di diverso colore e forma e, soprattutto, di gusto più o meno “piccante” a seconda dei gusti di chi poi le utilizza.
La cipolla può essere coltivata partendo direttamente dal seme oppure dal bulbo, a seconda del tipo di prodotto o del tipo di terreno che abbiamo. Il seme, infatti, può essere posto in semenzaio o su un contenitore alveolato in novembre e poi la giovane piantina trapiantata in campo tra marzo e aprile, mentre il bulbo può essere apposto direttamente in campo nel mese di ottobre e fino ai primi giorni di novembre, ad una profondità di qualche centimetro mantenendo una distanza tra le piante di circa 15 cm e tra le file di 50-80 cm a seconda delle attrezzature che utilizzeremo per tenere sotto controllo l’erba.
Le cipolle possono essere raccolte in diverse fasi dello sviluppo come cipollotto (quando il bulbo comincia appena ad ingrossarsi), come cipolla fresca (quando il bulbo sta raggiungendo la sua dimensione massima e prima che si asciughino gli strati-tuniche superficiali) e come cipolla matura (l’unica che può essere conservata per lunghi periodi).
Esistono diverse tecniche per la loro produzione nel senso che si possono destinare appezzamenti separati per le diverse tipologie di raccolta oppure, come tipicamente avviene nelle aree della cipolla di Tropea, viene seminata una grande quantità di piantine con una discreta densità e si procede poi al diradamento raccogliendo prima i cipollotti, poi la cipolla fresca, poi la cipolla matura.
I parassiti più comuni per questa pianta sono i tripidi (insetti molti piccoli e molto mobili, visibili appena ad occhio nudo) che producono delle malformazioni alle foglie soprattutto quando la attaccano nei primi stadi di sviluppo. In alcuni casi vi sono attacchi di mosca della cipolla, soprattutto in periodi molto umidi e nei primi stadi di sviluppo della pianta. In questi casi si consiglia di intervenire con piretro o olio di neem.
La malattia che con maggior facilità si riscontra sulle cipolle è la peronospora, soprattutto in stagioni umide e poco ventilate, che si può controllare con prodotti a base di rame o intervenendo in prevenzione con preparati rinforzanti a base di equiseto o di propoli.
L’aglio va piantato tra fine ottobre e primi di novembre, partendo dai bulbilli che si ottengono staccando i singoli spicchi dalla “testaâ€, con densità simili alla cipolla. Anche l’aglio può essere raccolto e utilizzato nei diversi momenti vegetativi come aglio fresco o aglio maturo. Esistono diverse tipologie con differenti livelli di concentrazione del classico aroma e profumo, nonché colori o screziature di colore rosso-rosacee.
Come la cipolla è soggetto ad attacchi di tripide, mentre per quanto riguarda le malattie fungine si trova la peronospora e la più temibile ruggine che comporta un deprezzamento qualitativo e una più marcata riduzione della produzione totale. Anche qui è opportuno intervenire con prodotti a base di rame o rinforzanti a base di equiseto o di propoli.