Serre e tunnel nel biologico. Benefici, aspetti negativi e consigli per realizzare strutture protettive favorevoli alla coltivazione di specie fuori dalla stagionalità locale, salvaguardando la sostanza organica presente.
Questi strumenti di protezione del terreno da particolari condizioni climatiche, ci costringono a meglio ragionare sull’utilizzo del suolo per preservarne e migliorarne la presenza di sostanza organica ed il suo utilizzo.
Le coperture del terreno sono utilizzabili a norma di regolamento ma, a differenza dell’agricoltura convenzionale, non sono ammessi utilizzi di generatori di calore artificiali a modificarne la temperatura, con la sola esclusione di sistemi di soccorso per evitare le gelate oppure all’interno di vivai per la produzione di piantine destinate al trapianto successivo.
Faremo quindi riferimento ai tunnel o serre freddi cioè non riscaldati da sistemi artificiali, che sono tipicamente presenti nelle aziende biologiche o negli orti familiari.
Vantaggi e svantaggi delle serre e tunnel:
- svincolo dalle condizioni atmosferiche per la preparazione dei terreni, la semina e i trapianti nei periodi di clima avverso (anche se in alcuni casi, quando le precipitazioni sono abbondanti e persistenti nel tempo, si verificano fenomeni di risalita capillare per cui l’acqua esterna migra all’interno della serra);
- maggior accumulo di calore durante i mesi freddi: questo riguarda soprattutto le serre molto ampie poiché il volume di aria presente è proporzionale al mantenimento di temperature elevate all’interno della struttura a causa del cosiddetto “effetto serra”;
- miglior protezione dai raggi ultravioletti durante la stagione estiva: molte specie vegetali (tra cui il pomodoro da insalata, il peperone e il cetriolo), la cui selezione varietale è stata forzata al fine di ottenere varietà più produttive, ha portato all’ottenimento di piante più sensibili alle scottature solari e pertanto adatte, nella maggior parte delle condizioni, all’esclusiva coltivazione all’interno di tunnel anche nel periodo estivo;
- all’interno delle serre risultano decisamente più efficaci tutti gli interventi di lotta biologica effettuati con la liberazione di parassiti dei parassiti (come ad esempio le larve di crisoperla o di coccinella per la lotta contro gli afidi) oppure la cattura massale di ditteri o tripidi effettuata con le trappole cromotropiche oppure l’uso di insetti pronubi impollinatori nel caso di pomodori e fragole.
Queste strutture però hanno anche i seguenti svantaggi:
- quantitativo di terreno limitato: sono più difficoltose le rotazioni all’interno della propria azienda se non sono presenti strutture in numero sufficiente;
- aumento del rischio di infestazione da patogeni: essendo più concentrato il numero di piante e generalmente limitato il riciclo dell’aria, i parassiti animali e fungini si sviluppano più rapidamente, soprattutto nel caso di patogeni presenti nel terreno come, ad esempio, i nematodi.
Come fare la serra (dimensione, luogo, attrezzature interne)
Innanzitutto occorre precisare che più ampia è la serra ed il conseguente volume d’aria contenuto in essa, minori saranno gli sbalzi termici e la probabilità di avere grandi differenze di temperatura alle diverse altezze della serra stessa (molto diversa infatti è la temperatura al suolo e al colmo). Partendo da questo presupposto, e verificati eventuali vincoli normativi del comune nel quale vengono installate, vanno dimensionate sulla base dell’effettiva necessità aziendale tenendo conto che tutte le colture vanno poste in rotazione nello stesso modo di quelle coltivate all’esterno e che prima di ricoltivare una specie sullo stesso terreno dovrebbero passare almeno due cicli (anche se sarebbe meglio farne passare quattro o cinque).
Decisa la superficie, si dovrebbero preferire le strutture che dispongono di un piede verticale diritto anziché ricurvo (come da disegno) poiché permettono di sfruttare al meglio lo spazio utilizzando tutti i diversi macchinari presenti e disponibili. È ovviamente consigliabile ricorrere a strutture usate qualora fossero disponibili facendo comunque attenzione a verificarne la tenuta al vento ed al carico di neve prima di tutto per la sicurezza delle persone e, in secondo luogo, per non dover perdere colture e strutture in caso di fenomeni meteorologici più intensi del solito.
Si raccomanda di scegliere una collocazione su un terreno in buone-ottime condizioni per non sprecare questo investimento e si ricorda di fare in modo che il livello del terreno all’interno della serra sia possibilmente più alto rispetto al livello del terreno esterno (piano di campagna) per evitare che durante i mesi invernali, e in caso di lunghi periodi di pioggia, l’acqua migri all’interno peggiorando le condizioni di raffreddamento del terreno (un terreno umido non permette alle radici delle piante di traspirare e si scalda molto più lentamente rispetto ad un terreno asciutto).
Altro elemento costruttivo importante è la possibilità di aprire i lati delle serre fino al punto più alto possibile sui lati o, meglio ancora anche se più costoso, poterle aprire anche nel punto più alto del colmo per favorire un ottimale circolazione dell’aria e l’eliminazione degli strati più caldi durante la stagione estiva.
All’interno della serra è sempre preferibile lavorare su aiole rialzate dal livello dei terreni circostanti per evitare la formazione di zone di ristagno. È inoltre opportuno predisporre un sistema di irrigazione adeguato alle colture che verranno piantate. Generalmente si utilizzano impianti a micro irrigazione a goccia (tubi di plastica neri del diametro di circa 2 cm provvisti di piccoli fori tra loro distanti 20-40 cm), oppure impianti aerei che frammentino le gocce di acqua nel miglior modo possibile. Questo sistema di “nebulizzazione”, tra l’altro, è uno dei migliori metodi per limitare le infestazioni di ragnetto rosso (acaro) tipiche dei mesi estivi sulle piante di melanzana.
Durante periodi freddi e soprattutto sulle colture seminate e di bassa statura come le insalate, degli spinaci e i ravanelli è possibile e consigliabile utilizzare anche il tessuto non tessuto per migliorare ulteriormente la prestazione termica totale delle strutture di protezione.
Così come per l’esterno sarebbe preferibile piantare specie diverse tra di loro all’interno della stessa struttura per limitare la diffusione di patogeni e favorirne l’interferenza naturale. Ovviamente questo è più facilmente ottenibile negli orti familiari o nelle serre dei prodotti destinati alla vendita diretta negli spacci aziendali.
Da ultimo si ricorda che al termine della “vita” dei teli di copertura è utile lasciare completamente scoperte le strutture per almeno un ciclo produttivo al fine di permettere all’acqua piovana e al sole di raggiungere direttamente il terreno solitamente coperto, conferendogli nuova vitalità.
Biolcalenda marzo 2014