Sempre più spesso sentiamo dire “Sono allergico a questo e a quello”, il nostro organismo rifiuta alcune sostanze, spesso reagendo in modo violento. Perche? E’ anche vero che spesso viene catalogata come allergia una intolleranza alimentare, che si presenta con sintomi meno gravi e ha un meccanismo del tutto diverso. Cerchiamo allora di vederci chiaro.
L’allergia alimentare è l’effetto che possono avere sul nostro organismo alcune sostanze, contenute nei cibi che fanno parte della nostra dieta abituale, oppure negli alimenti che assumiamo occasionalmente. Si tratta di una reazione del nostro organismo che avviene grazie all’intervento del sistema immunitario.
Le prime documentazioni di allergia si riferiscono all’inizio del secolo scorso ed erano riferite alle proteine del latte e dell’uovo; successivamente sono state dimostrate allergie e intolleranze a diversi alimenti; attualmente circa il 3% della popolazione manifesta allergie o intolleranze a qualche sostanza e questo valore è in costante crescita.
Questi problemi sono stati osservati con maggiore frequenza nei paesi a più elevato tenore di vita, in conseguenza al maggiore uso di alimenti di produzione industriale. Le statistiche riportano negli ultimi anni un aumento vertiginoso del numero di persone che presentano allergie a qualche alimento.
I sintomi dell’allergia, che possono essere gravissimi, fino a mettere in pericolo la vita di una persona, si manifestano entro breve tempo dall’assunzione di un certo alimento (da 2-3 minuti a 30-120 minuti), e sono scatenati anche dall’assunzione di piccole quantità della sostanza responsabile.
L’allergia al latte vaccino o all’uovo si riscontra all’incirca nel 5% dei bambini di età inferiore ai 2 anni, in seguito questa percentuale si riduce e nell’adulto scende all’ 1%. In alcuni casi l’allergia alimentare ha relazioni con l’allergia al polline e i sintomi possono sommarsi.
Gli alimenti più coinvolti sono quelli di origine vegetale (frutta e verdura) ma non solo; l’Unione Europea ha pubblicato un elenco di sostanze ufficialmente riconosciute responsabili di provocare fenomeni allergici:
ELENCO DEGLI ALIMENTI CHE POSSONO PROVOCARE REAZIONI ALLERGICHE (Secondo la direttiva CE 2003/89)
- cereali contenenti glutine e loro derivati;
- crostacei e prodotti a base di crostacei;
- uova e prodotti a base di uova;
- pesce e prodotti a base di pesce;
- arachidi e prodotti a base di arachidi;
- soia e prodotti a base di soia;
- latte e prodotti a base di latte, (compreso il lattosio);
- frutta a guscio (nocciole, mandorle, noci, anacardi, noci pecan, noci del Brasile, pistacchi, macadamia e derivati;
- senape e prodotti a base di senape;
- sedano e prodotti a base di sedano;
- semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo;
- anidride solforosa e solfiti in concentrazione superiori ai 10 mg/kg;
La presenza di queste sostanze, anche in piccole quantità , deve essere segnalata sulle etichette degli alimenti, in quanto alcuni consumatori possono subire danni gravissimi se non vengono informati.
In aggiunta a queste ricordiamo che lo scatenarsi di fenomeni allergici è uno dei maggiori rischi connessi al consumo di alimenti che contengono ingredienti geneticamente modificati (come può essere la soia e alcuni suoi derivati).
SINTOMI
L’allergia alimentare è caratterizzata da manifestazioni cliniche molto variabili, che possono coinvolgere diversi organi:
- La bocca: entro pochi minuti o al massimo entro un’ora dal contatto con il cibo si verifica un prurito pungente in gola, compaiono vesciche nella mucosa e le labbra si gonfiano.
- L’apparato digerente: dopo che l’alimento è stato ingerito possono comparire altri sintomi, come orticaria, diarrea, vomito. I cibi che più frequentemente causano questa sindrome sono la frutta e le verdure crude.
- La cute: è certo che orticaria acuta e gonfiori localizzati siano tra i sintomi più comuni delle reazioni da alimenti. Gli alimenti maggiormente responsabili nell’adulto sono i pesci, molluschi, frutta secca in generale e arachidi e nei bambini anche latte e uova.
- L‘apparato respiratorio: le manifestazioni respiratorie non sono frequenti e comprendono rinite (talora associata a congiuntivite, sinusite e otite) o da asma bronchiale.
La maggior parte dei casi di asma indotta da cibo, possono essere osservati nella prima infanzia e possono quindi essere spesso dovuti all’allergia al latte, anche se sono in aumento i casi di bambini allergici all’uovo, farina ed arachidi. L’asma può presentarsi anche in seguito all’inalazione di alcuni alimenti come farina, soia, spezie, albume d’uovo. Questa patologia può presentarsi come asma professionale in persone che svolgono particolari lavorazioni.
In soggetti sensibilizzati anche l’inalazione dei vapori di cottura di legumi, pesce e crostacei può dare origine a sintomi asmatici.
- shock anafilattico: si tratta di una reazione grave, un’emergenza medica in cui le manifestazioni cliniche possono avere un esito fatale senza un trattamento tempestivo e urgente.
Una particolare forma di anafilassi è quella che si scatena dopo uno sforzo fisico eccessivo, preceduto dall’ingestione di cibo a cui il paziente risulta allergico.
L’intolleranza alimentare, è legata alla quantità ingerita di alcuni alimenti non tollerati; si verifica cioè un accumulo di sostanze che l’organismo non accetta. Compaiono sintomi spesso simili a quelli delle allergie, ma che se ne differenziano in quanto non interessano il sistema immunitario e sono meno gravi. L’esempio più tipico di intolleranza alimentare è quello riferito ad alcuni additivi, per esempio i conservanti, che possono essere presenti negli alimenti.
Per migliorare il gusto, l’aspetto e la conservazione dei cibi, questi vengono a volte addizionati di conservanti, coloranti, antiossidanti, ecc. I tipi di alimenti che possono subire questo tipo di aggiunta sono molti; così può succedere che il consumo nello stesso pasto di più alimenti che contengono tutti lo stesso additivo, provochi una specie di “overdose” e la comparsa di sintomi di intolleranza, che possono riguardare sia gli organi interni, per esempio l’intestino, che la pelle.
Negli ultimi decenni (circa dal 1940) queste reazioni sono divenute via via più frequenti, anche perché molte sono state le variazioni che si sono verificate nell’ambito delle abitudini alimentari.
Biolcalenda Giugno 2012