Asparagus officinalis. fam. Gigliacee
L’asparago è molto diverso dalle altre piante della famiglia, sia per forma che per sapore. La parte edule dell’asparago è fornita dai cosiddetti turioni, che sono i giovani germogli dei fusti, raccolti non appena spuntano dal terreno.
Gli asparagi coltivati derivano dalla forma spontanea tuttora reperibile in natura e ampiamente diffusa nei luoghi sabbiosi, nei boschi e lungo i fiumi nell’Europa centro meridionale, nell’Asia occidentale e centrale, nell’Africa settentrionale.
L’asparago è una della verdure di cui abbiamo testimonianza storica da più lungo tempo. Si crede infatti, dall’esame dei bassorilievi, di averne trovato documentato l’uso nell’antico Egitto.
Sicuramente lo conobbero e lo usarono i greci e i romani e nel duecento a.C. Catone il censore illustrava, nella sua opera (De re Rustica), le tecniche di coltivazione con modalità non troppo diverse da quelle di oggi. Plinio e Marziale ne hanno parlato prodigia ventris e ci hanno tramandato che i più prelibati erano quelli coltivati negli acquitrini di Ravenna. Ebbe notorietà tra i medici dell’antichità, è stato consigliato da Dioscoride, da Celso e da Galeno come diuretico e lassativo, per liberare il fegato dagli ingorghi e contro i dolori nefritici. La coltivazione dell’asparago sembra sparire nel medioevo, eccetto che presso gli arabi, per riprendere a diffondersi in Europa intorno al XV° secolo.
Gli usi culinari dell’asparago sono svariati: per fare minestre o risotti (a pezzettini o ridotti in crema), in frittata o, più semplicemente e classicamente lessati (tenendoli legati a mazzo nella pentola, con le punte sporgenti dall’acqua e conditi con burro o parmigiano, o olio e limone). Osannato nei ristoranti e proposto così di frequente nei menù non solo perché è costoso e considerato un cibo “di lusso”, ma anche perché è facilissimo da preparare, però povero di sostanze utili.
La pianta contiene un buon 24 mg per 100 g di purine, sostanze tossiche simili all’acido urico e un po’ di acido ossalico che lo rende potenzialmente dannoso per chi soffre di malattie renali e del ricambio. Ciò nonostante, ci serve ugualmente per rendere più accetta e gustosa l’introduzione nell’organismo di grassi e uova, che rende più appetibili e digeribili. L’asparago ha una composizione chimica interessante. Tra i suoi componenti si trova l’asparagina 15 g per 100 g (costituente di molte sostanze proteiche).
L’uso terapeutico attuale utilizza i rizomi e le lunghe radici della pianticella sotto forma di decozione al 60 % da bollire dai 20 ai 30 minuti. Se ne prendono due o tre tazzine al giorno (lontano dai pasti) come diuretico (azione dovuta ai sali potassici), nell’obesità, nell’itterizia, nell’asma e negli esantemi (efflorescenze cutanee che compaiono bruscamente nel corso di certe malattie infettive).
Il decotto delle punte dei turioni (50 grammi fatti bollire per 20 minuti da prendersi in misura di due o tre tazzine al dì, lontano dai pasti) serve nell’eretismo cardiaco (dovuto a malattie di cuore o a motivi nervosi) e nell’ipertrofia cardiaca, avendo proprietà sedative sul cuore, simili a quelle della digitale.
Nei casi di obesità, una diuresi abbondante giova a eliminare l’acido urico e tutti i residui del ricambio organico che si potrebbero trasformare in grassi, perché l’acido aspartico aumenta il ricambio basale in modo notevole, con relativa asportazione di tossine e altri prodotti nocivi all’organismo.
I semi della pianticella servono contro il vomito insistente mentre lo sciroppo ottenuto dai turioni (preso una o due volte al giorno) è ottimo sedativo per le persone isteriche e per soggetti colpiti da stress.
L’urina emessa dopo l’ingestione degli asparagi emana un odore particolare (dovuto alla formazione di asparato di ammoniaca), che non si verifica quando vi sono reni alterati.
Controindicazioni: l’asparago e i suoi derivati sono sconsigliati nella calcolosi renale e vescicale, nella cistite, nel diabete, nell’albuminuria, nell’insonnia, nella gotta, nella prostatite, negli stati ansiosi, nella renella, nel reumatismo acuto, nella nefrite e agli individui nervosi ai quali potrebbe provocare insonnia.
Lessati non contengono che una minima parte dei loro principi biologicamente attivi. Quindi se si vogliono consumare gli asparagi a solo scopo terapeutico è consigliabile mangiare le sommità in minestra preparata con il loro brodo o crudi.
Dati analitici su 100g di prodotto edibile:
Composizione | % – g |
Acqua | 93,00 |
Protidi | 1,41 |
Glicidi | 4,00 |
Lipidi | 0,2 |
Cellulosa | 1,0 |
Ceneri | 0,39 |
Calorie | 24 |
Minerali | mg |
Calcio | 30,0 |
Fosforo | 48,00 |
Sodio | 3,50 |
Magnesio | 20,00 |
Potassio | 220,0 |
Ferro | 1,20 |
Zolfo | 35,00 |
Cloro | 32,00 |
Manganese | 0,248 |
Fluoro | 0,048 |
Iodio | 0,004 |
Vitamine | mg |
A U.I. | 1600 |
Provitamina | 0,03 |
B1 | 0,16 |
B2 | 0,19 |
B3 o PP | 1,00 |
C | 29,00 |