Confusione alimentare - Biolcalenda luglio/agosto 2019

Confusione alimentare

Siamo bombardati da cosiddetti esperti che promuovono stili alimentari estremamente diversi e opposti, e allora che fare? Dieta mediterranea, paleo dieta, dieta chetogenica, vegetariana, vegana, crudista, e chi più ne ha più ne inventa.

Tutti pronti ad assicurare che il loro modello è quello più salutare, ecco perché siamo sempre più confusi e sempre più malati, e quel che è peggio, sovrappeso. Stiamo attenti a dare credito al primo esperto che passa, perché i danni dovuti a errori nutrizionali si possono manifestare dopo molto tempo, quando il nostro corpo, dopo aver cercato per anni di metterci una pezza ci dice: adesso basta.

In effetti possiamo constatare una grande confusione nella ricerca nutrizionale, dovuta al fatto che per avere dati certi si adotta il modello osservazionale, ossia si valutano le relazioni tra due variabili e quindi i risultati di diversi stili alimentari dopo anni. Ma gli studi fatti bene sono molto pochi, perché costa molto seguire centinaia o migliaia di pazienti per 30 o 40 anni. Invece siamo vittime di oscuri imbonitori televisivi che ci illudono di risolvere i nostri problemi alimentari e invece ci mettono in mano un badile per scavarci la fossa. Mi riferisco a tute quelle diete iperproteiche che allo scopo di provocare un dimagrimento rapido rovinano definitivamente fegato e reni. State attenti!

Ancora una volta la soluzione è semplice: ragioniamo con la nostra testa e tiriamo un po’ le fila di tutti i discorsi. Cosa hanno in comune tutte le teorie alimentari? Semplice, due principi le accomunano tutte.

  1. Mangiare di meno
  2. Muoversi di più

Banale? Non direi, visto che sta accadendo l’esatto contrario. Sempre più tempo passato seduti davanti a uno schermo (televisore, computer, cellulare). Ormai sembra che abbiamo una generazione di bambini e adolescenti obesi che non ha mai saputo cosa significa giocare a pallone in un prato.

L’errore di fondo più grossolano è ritenere la verdura un contorno, qualcosa che accompagna, spesso in quantità irrisorie, tutto il resto. Questo è sbagliato secondo tutte le organizzazioni internazionali che si occupano di nutrizione e certamente non sentiamo mai nessuno che ci raccomanda di mangiare meno verdura. La prestigiosa Università di Harvard promuove il cosiddetto piatto unico, costituito per il 50% da verdura, 25% cereali integrali e 25% proteine.

Potremmo dire che è un po’ la scoperta dell’acqua calda e certo non fa notizia, quindi non aspettatevi che ve lo dica qualcuno in tv, ma a me sembra molto sensato. Quindi la verdura non deve essere considerata in modo marginale, quel qualcosa in più, ma semmai la componente fondamentale di tutti i nostri pasti.

Naturalmente fate in modo che sia biologica, non vorrete mica avvelenarvi riempiendovi di schifosi pesticidi!…


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