E’ stato attivato il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) per un batterio Geneticamente modificato (eh già, esistono anche quelli…) resistente a ben 4 antibiotici, che viene usato per produrre un additivo inserito nei mangimi animali.Il batterio è un ceppo di Bacillus subtilis KCCM-10445, il quale è portatore di quattro geni di resistenza antimicrobica, tre dei quali sono stati introdotti per mezzo di modificazioni genetiche. L’EFSA ha emesso il suo parere fin da marzo dello scorso anno, rilevando che “dai nuovi dati forniti dal laboratorio nazionale competente per i controlli ufficiali risulta che i campioni di riferimento dell’additivo contengono cellule vitali e/o rDNA del ceppo produttore.
L’Autorità ha pertanto concluso che l’additivo presenta un rischio per le specie bersaglio, i consumatori, gli utilizzatori e l’ambiente a causa della potenziale diffusione di cellule vitali e DNA di un ceppo geneticamente modificato, portatore di geni che codificano la resistenza ad antimicrobici di importanza umana e veterinaria”.
Lo scorso 19 settembre la Commissione UE ha disposto il ritiro dal mercato di questo additivo per mangimi, stabilendo che le scorte dovessero essere ritirate entro il 10 novembre, quelle delle premiscele che lo contengono entro il 10 gennaio 2019 e i mangimi entro il 10 aprile 2019. Ma non è cosi facile, visto che anche dopo la scadenza del 10 novembre, almeno otto tonnellate di questo additivo, erano ancora in circolazione, secondo quanto ha pubblicato il giornale Le Monde.
La richiesta di autorizzazione della riboflavina (una vitamina del gruppo B molto usata come integratore nei mangimi) con un grado di purezza minimo dell’80%, prodotta dal ceppo geneticamente modificato Bacillus subtilis KCCM-10445, come additivo nutrizionale per mangimi destinato a tutte le specie animali, era stata avanzata alla Commissione Ue nel 2010 dalla società cinese Shandong. L’additivo è stato venduto in Europa tramite la società olandese Trouw Nutrition, di proprietà del gruppo Nutreco, leader mondiale nei mangimi per animali, e dalle sue filiali.
Come è successo?
Nel dicembre 2013, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, tenendo conto delle informazioni fornite dal richiedente, aveva concluso che né il ceppo produttore né il suo DNA ricombinante (rDNA) erano stati rilevati nel prodotto finale. Come al solito l’EFSA non fa analisi in proprio ma si basa su quanto dichiarato dalle aziende che propongono i prodotti. Ora ditemi voi se questo sistema e’ affidabile…
Ti credo che secondo loro il prodotto finale non destava alcuna preoccupazione, hanno preso per buone solo le dichiarazioni di chi aveva tutto l’interesse a ottenere l’approvazione.
Secondo l’Efsa, o meglio, secondo il produttore di questo additivo, esso non aveva un’incidenza negativa sulla salute degli animali, sulla salute umana o sull’ambiente.
Tutto bene fino a quando nell’ambito di un controllo effettuato da un laboratorio ufficiale tedesco, invece è stata rilevata la presenza, in alcuni campioni dell’additivo, la presenza di cellule vitali e di rDNA del ceppo produttore. Otto tonnellate di questo additivo sono state distribuite in tre Paesi – Italia, Paesi Bassi e Polonia – e sono ancora in circolazione anche in Germania, Norvegia, Russia, Finlandia, Islanda e Francia.
Il fatto e’ che con otto tonnellate di vitamine, si possono fare alcune centinaia di tonnellate di miscele che verranno incorporate in centinaia di migliaia di tonnellate di cibo che saranno consumate da milioni di animali.
In che mani siamo? Chi decide per la nostra salute?