Pianta annua, con fusti eretti e deboli, alti circa 40 cm. la lenticchia (Lens culinaris – fam. Papilionacee – specie Leguminose) ha delle foglie pinnate e composte che terminano con una punta o un viticcio, tipico delle piante rampicanti. Comprende due sottospecie: nigricans e esculenta.
La prima spontanea nella zona del Mediterraneo e nell’Asia occidentale; la seconda, coltivata fin dai tempi preistorici, è derivata dalla prima. I semi di quest’ultima, furono usati per le alte qualità nutrizionali e per le proprietà salutari. Per vari secoli fu l’alimento che ebbe maggior valore di interscambio commerciale.
Ricordiamo l’episodio biblico che racconta come Esaù per una porzione di lenticchie cedette al fratello Giacobbe il diritto alla primogenitura. Nel corso dei secoli, l’interesse nei confronti delle lenticchie non venne meno; furono usate dai Sumeri come cibo forte dopo orzo, frumento e miglio, apprezzate dai greci e dai romani costituendo l’alimento comune delle classi povere; entravano in quell’impasto detto “puls” (polenta) delle popolazioni Italiche. Erano diffuse in India nei primi secoli dopo Cristo tanto da entrare nella ricetta tradizionale del “curry”: una melanzana, un paio di cipolle e un pugno di lenticchie, venivano cotte con un pò di olio vegetale, insaporito con spezie (fra cui cardamomo, coriandolo, cumino e curcuma, per un miscuglio dolce; pepe e semi di senape per un miscuglio piccante) diluito con latte di noce di cocco o con latte acido che, con riso e “chapati”, forniva un cibo sostanzioso per varie persone.
Nell’Europa, sotto l’impero di Carlomagno, nei paesi in cui si praticava il sistema agricolo della rotazione su tre campi, facilitato dal diffondersi dell’aratro a vomere, per la maggiore disponibilità di leguminose e di cereali, la popolazione divenne più robusta. Come si è espresso L. White storico della tecnologia, la gente del Nord fu presto, in ogni senso, full of beans, ossia, in gran forma. Infatti lenticchie, piselli, ceci, fave contengono amminoacidi che si combinano perfettamente con gli elementi contenuti nei cereali per produrre buone proteine nutrienti (che i cereali da soli non forniscono). Naturalmente, oggi, siamo coscienti come le lenticchie in abbinamento con i cereali siano un alimento completo preferibile ai cibi animali. La lenticchia, fra tutte le leguminose, è la più digeribile, se ben masticata. “L’amido ch’essa contiene è quello che subisce completamente e più rapidamente l’azione delle amilasi pancreatiche e salivari” (dr. H. Leclerc).
Sono proverbiali per il loro alto contenuto in ferro e per l’influenza benefica che esercitano sulla lattazione. La presenza di sodio e di potassio assicura la saponificazione dei grassi e quindi la loro assimilazione e l’evacuazione di quelli eccedenti; queste proprietà sono preziose soprattutto d’inverno, stagione in cui, generalmente, si ingeriscono più sostanze grasse che in altri periodi dell’anno. Manganese e vitamina C assicurano una buona ripartizione di tutti gli elementi nutritivi e la vitamina B presiede all’equilibrio nervoso e collabora contemporaneamente alla nutrizione generale.
Dato che nelle lenticchie gli elementi nutritivi sono molto concentrati, come del resto in tutta la verdura e la frutta essiccata, è il caso di consumarle con moderazione e non più di una volta alla settimana. Non trascurare di aggiungere aromi atti a prevenire le fermentazioni pericolose, come aglio o cipolla, prezzemolo, timo, lauro, noce moscata ecc. Poiché cospicua è la percentuale di proteine e anche di purine, da cui ha origine l’acido urico, sono controindicate agli uricemici e gottosi.
Ricette:
Consomme’ di lenticchie rosse | Medaglioni di polenta con funghi shitake | |||
Cavolfiore con olive e pomodoro | Fagottini di mele |