Il finocchio (foeniculum vulgare) appartiene alla famiglia delle Apiaceae e comprende due sottospecie, di cui una, Foeniculum capillaceum, ha due varietà coltivate, estesamente usate in alimentazione. La prima (var. dulce o sativum) è coltivato per i frutti, denominati comunemente semi di finocchio, che trovano impiego come aromatizzanti di vivande, verdure, dolci e nella confezione di liquori; l’altra (var. azoricum) per i germogli bulbosi, i “finocchi”, che si consumano come ortaggio, crudi in insalata o cotti.
Si tratta di un ortaggio pressochè privo di valore calorico (9 Calorie per 100 grammi) e quantità irrilevanti di principi nutritivi. E’ da notare, invece, l’elevato contenuto in sodio che lo sconsiglia nell’ipertensione.
Conosciuto fin dall’antichità come pianta medicinale, la sua origine spontanea si suppone nelle isole Canarie; certi autori la fanno originaria del bacino del mediterraneo. Fu coltivato anche dagli egizi. La sua diffusione è analoga a quella del sedano; dalle sporadiche coltivazioni con successive ibridazioni nel corso dei secoli, verso il 1600 in Italia fu conseguita la varietà dolce; così le prime coltivazioni si specializzarono a tal punto che il finocchio è considerato coltura italiana. Ora si è diffusa un po’ ovunque dall’Europa all’Australia.
E’ una tipica coltura delle regioni meridionali e costiere o comunque di zone a clima autunnale e invernale decisamente mite; infatti i grumoli si raccolgono nel tardo autunno o inverno. Si può comunque coltivare anche al nord in posti caldi e riparati, purchè si scelgano varietà precoci e si effettuino le semine tempestivamente. Ama un terreno molto profondo, sciolto, fertile e fresco senza ristagni d’acqua.
Avendo un modesto valore nutrizionale il finocchio viene utilizzato solo nella varietà dolce. Però se viene assunto allo stato naturale crudo, anche se ricco di cellulosa, svolge un’azione terapeutica nell’organismo. La droga è un olio essenziale costituito in prevalenza da fenolo e estragolo: il “fencone” sostanza attivante e il “lanetolo” che svolge azione sedativa sul sistema nervoso. I valori di queste sostanze sono maggiori nei semi di finocchio volgare amaro (non commestibile). Il finocchio dolce è digestivo, eupeptico, diuretico, sedativo, galattogogo, ossia stimola la secrezione lattea, pertanto viene consigliato nelle digestioni difficili,
nelle dispepsie, nelle gastralgie e nel periodo di allattamento. E’ inoltre assai utile nelle cure dimagranti. Il principio attivo del “fencone” funziona come eccitante generale dell’organismo ed in dose terapeutica viene assunto come stimolante dell’appetito, carminativo, diuretico, eccitante della secrezione salivare, lattea e biliare ed anche favorente la funzione mestruale.
Alcune ricette con il Finocchio:
Biolcalenda Febbraio 2012