Mela

MELA (Malus communis) fam.: Rosacee .

Macro: Il melo è una delle oltre 2000 specie conosciute di rosacee, famiglia dal numero infinito di varietà dalle rose ai rovi alle mele. Le rosacee trovano le condizioni migliori di sviluppo e la maggiore area di diffusione nella zona temperata dell’emisfero settentrionale dove gli elementi naturali (terra, acqua, aria, fuoco) collaborano più armoniosamente.

Le rosacee manifestano un processo zuccherino ipertrofico che le rende in grado di formare abbondanti succhi zuccherini con cui gonfiano bacche e frutti. Per questo rappresentano la più grande famiglia di piante da frutto della zona temperata: fragola, lampone, mora. rosa canina, sorbo, nespola selvatica, mela, pera, cotogno, albicocca, pesca, mandorla, mirabella (frutta piccola, gialla, di susina). ciliegia, susina (prugna), prugnolo; e questa grande varietà si ripete all’interno di ogni specie.

Origine e storia: Probabilmente la patria preistorica del Malus communis o Pirus malus, della famiglia delle Rosacee Pomoidee, fosse la regione di Trebisonda (Turchia nord – orientale), dove tuttora il melo cresce spontaneo. Gli esseri umani hanno mangiato mele fresche e secche fin dall’Età della pietra, come confermano i reperti neolitici rinvenuti nelle regioni alpine dell’Europa, tra la Svizzera e l’Austria. Questa pianta era molto conosciuta e apprezzata anche ai tempi di Ramses II, faraone egizio, che la volle coltivata persino nei giardini reali del delta del Nilo. Ippocrate, in Grecia, la descrisse con grande retorica e nel corso della storia la mela e le sue virtù furono decantate sia nella Roma antica sia nel medioevo. I Padri Pellegrini, aprezzandone la conservabilità, piantarono meli appena giunsero nel Nuovo Mondo e nell’ottocento venne importato in Africa e in Australia

Coltivazione: Questa pianta ha trovato ottimo ambiente per essere coltivata nelle aree caratterizzate da clima fresco e in terreni leggeri con sottosuolo permeabile. Predilige terreni ricchi di sostanza organica, meglio se non troppo calcarei; il pH ottimale è lievemente acido (6-7). Il melo richiede un buon drenaggio. Ama le precipitazioni abbondanti nei mesi autunnali e invernali e predilige le aree soleggiate e riparate dai venti più forti. Attecchisce bene in terreni collinari e di mezza montagna, può arrivare fino ai 1200 m di altitudine; più difficoltosa la sua coltivazione in pianura.

Effetti: Alimento di alto valore nutritivo per il suo contenuto in sali minerali e vitamine disciolti nella sua acqua metabolica, basilare per gli scambi cellulari. Contiene inoltre in abbondanza fruttosio e glucosio che, data la loro semplice struttura, vengono digeriti velocemente apportando all’organismo un forte contributo di energia. La mela esercita un’azione su tutti i sistemi organici del corpo. Nell’apparato digerente, oltre a facilitare la digestione, svolge un’azione protettiva di tutte le mucose, sia dello stomaco sia degli intestini, con un’azione antisettica stimolando una diastasi antibatterica. Combatte la calcolosi in quanto svolge un’azione antiurica e lassante. Tonica del sistema nervoso e muscolare. Rinfrescante e depurativa del sangue, agisce come equilibrante del colesterolo e come disinfiammante del fegato. Tonica del sistema linfatico e del tessuto epiteliale esterno del corpo, stimolando il rinnovo cellulare del tessuto epidermico. Due mele frullate con la buccia hanno una azione protettrice sui vasi sanguigni diminuendone la fragilità e abbassando il tasso di colesterolo delle vene; per tale ragione la mela ha anche una azione antinfartica oltre che antiarteriosclerotica. Una tisana ad azione lassativa, rinfrescante, ottima per togliere l’infiammazione delle vie urinarie, adatta a combattere l’erpete, la gotta, il reumatismo e che agisce su fegato e reni, si ottiene facendo bollire in acqua fettine sottili di mela, con la buccia, unitamente a poca radice di liquirizia, possibilmente in polvere, per circa 10 minuti. Mangiata un’ora prima di pranzo (ben masticata e insalivata), la mela rende più facile la digestione, come pure se mangiata 2 – 3 ore dopo pranzo, quando si accusa pesantezza di stomaco, oppure senso di acidità. Un recente studio sperimentale pubblicato nell’Agosto 2006 nel L’Internal Journal of Oncology, conferma le proprietà chemiopreventive di alcune sostanze della mela (procianidine) nei confronti di alcune forme tumorali. L’attenzione degli studiosi (Università L. Pasteaur, Strasburgo) si incentra sulla elevata presenza nelle mele e nel succo di flavonoidi dotati anche di una notevole forza antiossidante. Altre ricerche hanno inoltre dimostrato che il consumo , protratto nel tempo, di succo di mele è in grado di ridurre l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL), il colesterolo “cattivo”, la cui ossidazione gioca un ruolo importante nell’instaurarsi dell’aterosclerosi.


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