«Preferisce calce o cemento?»
Siamo di fronte al nostro impresario edile, stiamo scegliendo i materiali della nostra casa, stiamo, per ipotesi, parlando di intonaci e ci viene posta questa domanda. Di fronte a questa richiesta saremo probabilmente spinti a dare una risposta di petto, nata quasi da una fede, un credo personale, piuttosto che a soppesare attentamente le caratteristiche tecniche dei due materiali.
Gli amanti della natura (o della sostenibilità, o dell’ecologia, o di come volete chiamarla…) risponderanno: «Calce!». Gli amanti della tecnica, del progresso, del fatturato risponderanno: «Cemento!».
Un po’ come in politica a volte si è guidati più da un sentimento, da un senso di appartenenza alla fazione che meglio ci rappresenta, che da una vera analisi dei dati di fatto e delle reali contingenze.
E se vi dicessi che calce e cemento non sono poi così diversi?!
E’ proprio così: il cemento viene prodotto con un procedimento molto simile a quello della calce e, viceversa, molti composti a base di calce o la calce idraulica naturale sono cementi. Possibile?
Scopriremo affinità e differenze di questi due materiali nei prossimi paragrafi, sarà questo un modo per operare valide scelte consapevoli e sfruttare al meglio le loro vere potenzialità.
L’uso della calce risale a molti millenni fa, ed è diffuso in tutto il mondo. E’ un materiale che, nella sua forma più grezza, viene ottenuto in modo molto elementare dalla cottura di sassi e rocce calcaree. Con la cottura otteniamo una prima trasformazione chimica delle rocce in calce viva (ossido di calcio). Quando la calce viva viene a contatto con acqua, lo spegnimento, avviene un’altra trasformazione chimica: la calce viva diventa calce idrata (idrossido di calcio).
La caratteristica davvero peculiare di questo materiale è che quando viene applicato, e quindi conclude il suo ciclo, subisce un’ulteriore trasformazione chimica, la carbonatazione, e non un semplice indurimento per essiccazione. Questo processo, che tra l’altro permette un assorbimento di CO2 dall’atmosfera, gli conferisce sempre maggiore resistenza nel corso del tempo e la capacità di combinarsi con inerti e altri composti.
Nella storia, la tecnica di produzione è poi stata perfezionata e affinata tramite un’attenta selezione delle pietre e un maggiore controllo del processo di cottura e spegnimento, ottenendo così anche calci idrauliche. Ed ecco l’origine di ciò che oggi chiamiamo semplicemente “cemento”, senza altri attributi. Quando si usa la parola cemento, che in realtà significherebbe legante idraulico, si intende cemento Portland, cioè un legante anch’esso, che però deriva da un tipo più selezionato di rocce o miscele, contenenti calcare e argilla, cotto a temperature più elevate rispetto a quelle della calce e con aggiunta di gesso.
Ma torniamo alla domanda iniziale: «Preferisce calce o cemento?».
Considerando similitudini e differenze di produzione dei due leganti, possiamo ora capire sia perché a volte vengano confusi, sia quali siano i loro specifici pregi e potenzialità.
La produzione del cemento Portland è più energivora e specialistica perché mira ad ottenere alte prestazioni in termini di resistenza, idraulicità, rigidità e rapidità di presa. Date le sue caratteristiche questo tipo di legante è ottimo per tutte le opere ingegneristiche e le costruzioni più considerevoli.
La calce può sembrare un prodotto con prestazioni leggermente inferiori in termini di “forza”, ma compensa ampiamente con una serie di esternalità positive.
Se ad esempio la utilizziamo come legante o come finitura per un intonaco scopriremo che la sua presunta “debolezza” giocherà a nostro favore: la sua elasticità e plasticità (la calce possiede addirittura la facoltà di ricostruzione autogena delle fessure) permettono una perfetta adesione e adattamento alle murature con assenza di fessurazioni, soprattutto la sua traspirabilità e igroscopicità fungono da volano igrometrico regolando i picchi di umidità della nostra casa. Quando inoltre la calce è naturalmente idraulica (NHL) o viene creato un composto idraulico senza l’aggiunta di cemento (ad esempio le storiche malte pozzolaniche e il cocciopesto) mantiene un’elevata traspirabilità pur rimanendo inattaccabile dall’acqua: i palazzi veneziani ci dimostrano la bellezza e la durabilità di questi intonaci nonostante i continui problemi di umidità a cui sono sottoposte le loro murature.
Ecco che imparando a scegliere i materiali secondo le loro specifiche vocazioni, otterremo addirittura di più con meno: meno energia e quindi meno inquinamento.
Oltre all’impiego estetico e funzionale negli intonaci, alle lavorazioni impermeabilizzanti che rendono la calce adatta al rivestimento di bagni e vasche, all’uso in pavimentazioni storiche e artistiche, la calce viene attualmente utilizzata anche nella creazione di cappotti termici traspiranti e intonaci termoisolanti insieme a materiali derivanti da scarti dell’agricoltura, in particolare con il canapulo di canapa. Rispetto al cemento crea composti completamente riciclabili e quindi altamente sostenibili, ne parleremo più approfonditamente nel prossimo articolo.
Infine, perché ho voluto paragonare questi due materiali così diversi? Quando un impresario, che ovviamente ha interesse a finire il lavoro in fretta e senza prestare particolari attenzioni, vi rassicurerà sul fatto che il cemento è un materiale naturale, privo di emissioni e molto più forte della calce, avrete solide basi di discussione su cui fare leva e non solo romantiche inclinazioni. La vera sostenibilità porta sempre grandi vantaggi, non è solo amore trasognato per una vaga idea di natura!
VADEMECUM DEL MONDO DELLA CALCE
E’ sempre necessario verificare gli ingredienti dei composti a base di calce, come qui sotto riportati, per poter sfruttare tutte le sue qualità.
Principali tipologie di calce e composti:
CALCE AEREA: categoria di calce che indurisce a contatto con l’aria;
CALCE IDRAULICA: in generale categoria di calce che indurisce anche sott’acqua;
CALCE IDRAULICA (HL: Hydraulic Lime): la normativa identifica con questa dicitura composti a base di calce resi idraulici tramite l’aggiunta di altri materiali, in genere cemento. La presenza di cemento può inficiare le qualità caratteristiche della calce;
CALCE IDRAULICA NATURALE (NHL:Natural Hydraulic Lime) Il termine naturale indica, in normativa, calci pure intrinsecamente idrauliche per loro composizione, appunto, naturale;
NHL 2, NHL 3.5, NHL 5: classificazione delle calci idrauliche secondo la loro resistenza a compressione. Le 3.5 sono più adatte ad intonaci e al restauro storico data la loro maggiore elasticità e traspirabilità. Le 5 sono più forti e vengono utilizzate per intonaci più a rischio e nelle malte murarie.
MALTA POZZOLANICA E COCCIOPESTO: sono cementi, ossia leganti idraulici, ottenuti aggiungendo alla calce aerea rispettivamente: pozzolana, cioè materiale di origine vulcanica, oppure polvere di laterizio, cioè tegole, mattoni frantumati. Entrambi vengono usati per intonaci e malte in ambienti umidi. Sono composti di origine romanica che sono straordinariamente sopravvissuti fino ai giorni nostri. Non solo i manufatti realizzati dai romani sono ancora integri, ma vengono ancora largamente impiegati nelle formulazioni di intonaci moderni e finiture impermeabilizzanti.
MARMORINO: pregiato rivestimento liscio e brillante ad effetto marmo. Ottenuto con l’aggiunta di polvere di marmo e pigmenti al grassello di calce.
Fasi di trasformazione della calce durante il ciclo di produzione:
CALCE VIVA: calce in uscita dalla fase di cottura delle rocce. Non viene utilizzata pura in edilizia;
CALCE IDRATA: calce viva che viene “spenta”, cioè idratata. Può essere in polvere o in pasta. La pasta assomiglia al grassello, ma in realtà ha caratteristiche completamente diverse;
GRASSELLO: calce idrata che ha subito il processo di maturazione cioè di invecchiamento in apposite vasche (dai 24 ai 60 mesi). Questo processo di lenta trasformazione attribuisce caratteristiche uniche e peculiari a questo prodotto.
Davvero esaustiva, grazie.
Immaginando però di utilizzare la calce con sabbia o granulato in una cassaforma di legno, e non su una parete, per cosa sarebbe meglio optare?
I tempi di carbonatazione di un composto con calce aerea sono più lunghi di uno con calce idraulica?
Grazie,
Marco
Buon giorno Marco
Sì i tempi di una calce aerea sono più lunghi, ma otterresti una qualità migliore. Si possono accelerare leggermente i tempi utilizzando dei microrganismi, su composti in calce e canapa ho visto che funzionano molto bene.
Se vuoi indicarmi cosa vuoi realizzare posso cercare di darti un’indicazione più precisa.
Grazie del tuo feedback!
Elena Vettore per la Biolca Ass. Cult.
info@labiolca.it
….uohh !!…tecnico, esaustivo, comprensibilissimo e indimenticabile !
Buon giorno Valter
È un piacere ricevere feedback sui miei articoli, grazie di cuore!
Saluti
Elena Vettore