La tecnica di costruzione delle murature 1
Per la realizzazione delle strutture verticali l'industria delle costruzioni utilizza spesso strutture in calcestruzzo armato, intelaiate, a pannelli o gettate in opera, rifinite poi con tamponamenti e isolamenti di vario tipo.
In bioedilizia, sono invece consigliate le murature portanti, realizzate prevalentemente impiegando blocchi in argilla cotti (laterizio) ed eventualmente utilizzando isolanti ottenuti da materie prime naturali e traspiranti. Indipendentemente dagli orientamenti espressi dall'architettura bioecologica, il ritorno alle costruzioni in laterizio è in costante sviluppo negli ultimi anni, forse perché si sono meglio valutati i dati riguardanti il comportamento delle costruzioni in muratura dopo i recenti terremoti.
Le strutture portanti possono essere realizzate anche in legno e in argilla cruda.
Importante è che la muratura sia realizzata con materiali naturali e non contaminati da alcun tipo di inquinamento; non contenga additivi o abbia subito processi chimici alteranti le sue caratteristiche biochimiche; costituisca un buon volano termico e sia realizzata con materiali e spessori tali da assicurare in lento e graduale assorbimento e dispersione del calore (in modo da consentire un microclima interno relativamente costante e un adeguato risparmio energetico); sia traspirante per consentire uno scambio con l'esterno dal punto di vista dell'umidità, delle radiazioni e dei campi elettromagnetici naturali e sia perciò realizzata, oltre che con materiali adatti, con un intonaco adeguato a permettere alla struttura di comportarsi come un vero e proprio polmone igrometrico dell'ambiente; sia, infine, elettrostaticamente neutra, fonoassorbente e priva di emanazioni radioattive e di polveri.
Queste regole non sono state inventate, ma derivano dall'analisi del costruire e dell'abitare durante i secoli: finché l'uomo ha abitato in ambienti naturali o in ambienti artificiali ma eretti con materiali naturali (cioè fino a tutto il XIX secolo), le sue dimore erano "permeabili" all'ambiente esterno e, quindi, salubri.
I sistemi costruttivi tradizionali si sono dimostrati sempre efficaci nello svolgere il compito di "terza pelle" traspirante, al contrario dei materiali edili moderni, sia minerali (cemento) che sintetici ed organici (derivati dal petrolio), notoriamente poco traspiranti. Di conseguenza, si sono persi i concetti del costruire salubre, tramandati da millenni senza subire alterazioni, non per scarsa capacità di ricercare innovazioni, ma perché l'esperienza acquisita nei secoli evidenziava la perfetta armonia tra l'uomo e il proprio involucro e, quindi, non necessitavano cambiamenti.
Ad accelerare l'aggravamento della situazione, ambientale e individuale, è intervenuto il sempre più elevato costo della manodopera, che ha spinto il settore dell'edilizia alla ricerca e alla produzione di materiali e tecniche applicative sempre più rapide.
La necessità di velocizzare i tempi di costruzione per contenere i costi ha portato a costruire case con pareti esterne costituite da blocchi leggeri, cavi e porosi, ed elementi di cemento armato. Contemporaneamente, per gli stessi motivi di economicità applicativa, il cemento è entrato in modo massiccio come legante delle malte per intonaco sostituendosi alla calce. Occorre però sapere che esiste una precisa legge fisica che richiama l'acqua da un corpo più denso a quello meno denso, come se fosse attratta da una calamita.
Quindi, se paragoniamo il sistema costruttivo tradizionale con quello moderno, si vede che l'acqua, sotto forma di vapore, è richiamata nel sistema tradizionale dal corpo più denso, costituito dal muro di mattoni pieni, a quello meno denso (intonaco a calce) e, successivamente, ancora sotto forma di vapore, dall'intonaco all'aria circostante che, come si sa, è molto più leggera dell'intonaco.
Con questo sistema, il muro resta sempre asciutto, esplicando al massimo la capacità di resistenza termica. Invece, nel caso del sistema costruttivo moderno, si ha solitamente un muro di mattoni alleggeriti che possiede una piccola massa e un intonaco cementizio con una massa ben maggiore; quindi, non vi è più quel richiamo di vapore tra l'aria esterna e l'interno del muro.
L'intonaco cementizio diventa una barriera, perché, oltre ad avere una massa maggiore del muro, è notoriamente poco traspirante. Il risultato è un accumulo di vapore all'interno del muro con formazione di condense e resistenze termiche (isolamento) inesistenti; di conseguenza, sulla carta abbiamo un sistema che rientra perfettamente nelle normative di contenimento energetico, nella pratica no.
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Passaggio del vapore in una muratura di tipo tradizionale
Passaggio del vapore in una muratura di tipo moderno
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L'uso di intonaci o isolanti sintetici rende difficoltoso l'assorbimento del vapore acqueo e dà origine a fenomeni di condensa o di umidità.