Pensiamo a quanto possa servire un portico nel sistema microclimatico dell’edificio e per il comfort degli ambienti confinati adiacenti. L’architettura definisce l’utilità altra del portico,
tanto quanto quella del patio, della loggia e della corte, tutti elementi spaziali ora dimenticati o estromessi dal dialogo architettonico per problemi economici e di rendimento. Materiali, architettura, luogo. Comprensione dell’esistente, lettura del contesto: contrasto o analogia. La lettura del contesto procede assieme alla comprensione della materia e al suo valore di grana, di colore, di leggerezza, di massa e di energia. Sono strumenti per l’architettura, archetipi vocati ai materiali come elementi statici o di passaggio. Lo studio della materia e della sua energia guarda alla tradizione e ricerca nuovi valori spaziali.
Lo studio della complessità della natura ci aiuta alla comprensione dell’abitudine al ragionamento a tutto tondo, ed elimina la semplificazione e il complicato che sono nemici della sostenibilità in favore del complesso. Eredità pesante del secolo passato che ci ha lasciato la tecnica, con la quale abbiamo pensato di semplificare il complesso riducendolo al complicato.
La complicazione della tecnologia sembra capace di risolvere i problemi complessi; in realtà, la tecnica copre, passa sopra la natura ed il processo naturale. Essendo ancora succubi della tecnica, noi non riusciamo a fare il salto, a comprendere il futuro. Il futuro si può costruire con l’architettura, che non deve più essere banalmente asservita al potere, ma deve riappropriarsi dei suoi valori istituzionali e sociali. Trama, tessitura, struttura e società quale forma per la città.
Tessuto e organizzazione: i risultati, come negli esempi che la natura ci offre, non sono la semplice sommatoria di alcuni elementi. I valori istituzionali e la sensibilità sono la nuova architettura sostenibile: l’architettura della responsabilità. I frammenti che ora navigano devono essere ricollegati con la responsabilità e il rispetto. Eliminiamo l’aspetto tecnico-settoriale, per sviluppare il futuro. Ritorna alla mente il Vasari che, per descrivere la bellezza architettonica della Farnesina, scriveva che l’edificio sembrava "non murato ma veramente nato".
La promessa della salvezza, ottenuta in cambio della natura sconfitta dalla tecnica, porta all’aggravarsi del problema ambientale ereditato dal prometeico pensiero novecentesco.
"Gli archetipi esprimono nel campo dell’architettura la dimensione collettiva e la stratificazione più ricca di esperienze cumulate nel tempo da generazioni e generazioni e quindi sono efficace antidoto contro l’arbitrio individualistico e l’esasperazione dei processi di cambiamento privi di motivazioni profonde".
Dalla natura si impara la prima regola del comporre: l’unità nella molteplicità. L’energia risparmiata è quella più economica e immediatamente utilizzabile. Purtroppo, il manufatto edilizio, la casa, è l’unico prodotto di cui spesso non si conosce nulla. Un prodotto che non possiede nessuna etichetta. Non compriamo più alcun oggetto senza conoscerne il consumo o i materiali che ne costituiscono il valore. Di un abito l’etichetta ci dice delle fibre di cui è composto, e ci insegna a conservarlo nel migliore dei modi il più a lungo possibile. L’acqua minerale ci racconta quante particelle di sodio contiene, e così via. La casa è, al contrario, un bene pieno di incognite: con quali tecniche è costruita, che tipo di muri ha, quanto spenderemo nel riscaldarla e nel raffrescarla? Sostenibilità è, forse, cominciare a guardare, vedendo. La società nella quale viviamo, invece, guarda, ma non vede. Abbiamo le cose sotto il naso, eppure non le sappiamo vedere. Perché per vedere ci vuole pratica, e bisogna cominciare, tutti, ad allenarsi: subito.
È di importanza immediata avviare una serie di progetti prototipo da monitorare dal progetto alla fase di costruzione, al monitoraggio dei consumi effettivi per parametrare i dati di progetto con gli errori da costruzione e/o utilizzo del bene. La scheda tecnica del fabbricato potrebbe essere di aiuto.
Tra possibilità e responsabilità etiche, l’architettura deve, oggi, ricercare un linguaggio che sappia esprimere i caratteri del rispetto ecologico e dell’equilibrato uso dell’energia della natura, senza rinunciare ai valori estetici ed economici. È responsabilità dell’architetto trovare le forme, le metodiche, i sistemi per definire gli spazi.
Costruiamo manufatti che contengono persone: la vita.
Da uno scritto di Paolo Rava – Abitare e sostenibilità – 2008