Frastuono
Un grido improvviso ci fa girare la testa verso lâorigine percepita del suono, anche unâesplosione ottiene uguale risultato, come il tuono in un temporale estivo, ma se ci troviamo circondati da urli, esplosioni, annunci, strombazzamenti e vari rumori assordanti rimaniamo âfrastornatiâ.
Molti nostri contemporanei si trovano âstornatiâ da ciò che ricevono, e subiscono passivamente, dai mezzi di comunicazione di massa. A chi giova rendere i cittadini intontiti, mentalmente confusi, con la sensazione dâessere travolti dal caos sociale? La descrizione di una quotidianitĂ colma di misfatti di ogni grandezza dal borseggiatore allâamministratore corrotto, induce alla diffidenza maligna che impedisce di distinguere lâonesto calunniato dal delinquente abituale.
Come è ovvio chi ne beneficia è il delinquente che può nascondersi, mescolarsi nel cespuglio sociale indistinto, acquattarsi ai lati in attesa di una prossima preda (il termine âladroâ deriva da âlateroâ â ai lati). La stessa tecnica che usa il lupo con il gregge di pecore: la paura provoca la fuga disordinata, creando abbondanza di vittime. In un momento difficile per la societĂ dei consumi, anche se luogo del bengodi rispetto a due terzi del mondo, rende crudelmente drammatica la vita di molti cittadini sulla soglia della povertĂ .
Una lucida e onesta razionalitĂ porterebbe a considerare che il consumismo è alla fine: lâecocidio indotto, comincia ad essere riconosciuto come un crimine, chi ha speculato arricchendosi dovrebbe restituire il maltolto. Chi sarĂ in grado di farlo? Quale potere avrĂ la forza di realizzare ciò che dovrebbe essere fatto? Democraticamente? In Italia? PiĂš probabile sarĂ il predominio della sbornia collettiva, che moltiplicherĂ le voci della necessitĂ di un uomo del destino, lâuomo forte, un dittatore che imponga il silenzio. Il momento che stiamo vivendo ha terribili similitudini con il passato, in cui la volontĂ degli onesti è messa alla mercĂŠ dalla volgaritĂ dei furfanti.
Eppure la possibilità di uscire dal caotico frastuono è fattibile, auspicabile senza scorciatoie autoritarie; molto dipenderà dal numero dei cittadini che, nonostante il martellamento ossessivo della comunicazione di massa, hanno saputo mantenere sobri i loro bisogni, privilegiando la qualità della vita rispetto alla quantità alienante e mortale. Nonostante la confusione, i suoni estranianti, le urla, i belati, i pianti furbeschi, mantenendoci attenti e concentrati nei passi che ognuno di noi deve comunque fare, possiamo percorrere il sentiero stretto che il momento storico ci impone.
Allora trasformiamo la prova, che ci vorrebbe travolti e turlupinati, in una meravigliosa occasione per evidenziare come si possono distinguere le necessitĂ vitali dalla massa dei bisogni indotti e quindi falsi. Dovremmo ricordare sempre che si può vivere in una comunitĂ ricca da poveri, ma non in una comunitĂ povera da ricchi: I duemila miliardi di debito dello stato italiano rendono la nostra comunitĂ estremamente povera e quindi la ricchezza interna unâanomalia. Se sostituiamo la parola ricchezza con felicitĂ allora tutto si capovolge perchĂŠ la felicitĂ dipende dallâessere e non dallâavere.
Biolcalenda gennaio 2014