L’editoriale di ottobre 2013

Dedico l’apertura di ottobre di «Biolcalenda» a don Albino Bizzotto, che ha iniziato un digiuno, il 16 agosto scorso, a solo acqua per l’emergenza ambiente. Digiuno ininterrotto per quattordici giorni.
Quello che genericamente viene definito il mestiere del prete, non è sufficiente per comprendere don Albino.

Certamente è un prete di rito cattolico, ma è soprattutto un autentico «mendicante dello Spirito», non un «povero» ma, come si direbbe oggi, un «ricercatore dello Spirito». Ubbidiente al dettame evangelico che indica la «realizzazione del Regno» in chi fa la volontà del Padre e non in chi esclama o recita parole.

Non a caso è il fondatore dell’associazione Beati i costruttori di pace, non dei pacifici ed abulici sudditi del «mondo», che hanno trasformato «le pietre in pane» inaugurando l’era del consumismo e della guerra dichiarata all’ambiente.

L’ambiente: la terra, l’acqua, il cielo, la vegetazione, gli animali, l’uomo. Se una componente dichiara guerra alle altre, la morte del pianeta è certa e noi tutti sappiamo che l’uomo pretende d’essere il «padrone» del mondo. Non fratello, non sorella, ma proprietario dell’ambiente, che non sa e non può conoscere se non polverizzandolo, spezzando, separando ogni singola particella, trasformando la complessità vivente in meccanismo labirintico e scheletrico, da cui si è circondato.
Ora, uscire dal labirinto dorato in cui molti di noi sono intrappolati, coscienti o incoscienti, è difficile, soprattutto doloroso. Perdere la «roba» un tempo era simile a morire, ora perdere «denaro» è simile alla francescana morte secunda, perdere l’anima.

Il denaro potenzia all’infinito le pulsioni del «desiderio», facendoci perdere la sobrietà del «necessario». Diventa quindi urgente digiunare, per tornare a riconoscere ciò che è indispensabile alla vita da ciò che produce l’inutile, ma esalta il desiderio di potenza fino alla morte, non solo del corpo, ma dello spirito. Abbiamo imparato dal «maligno» e stiamo trasformando il pane in pietra (artificiale beninteso).

L’esempio concreto di don Albino, che tutti i ricercatori dello Spirito dovrebbero imitare, ci invita a provare concretamente la rinuncia del necessario per comprendere l’enorme distanza dal superfluo, che sta per devastare, tutti noi complici, l’ambiente. Osservate, se ancora vi rimane un po’ di «senso»: come siamo costretti a muoverci Come siamo costretti ad abitare? Cosa intendiamo per «ben vestiti»? Cosa mangiamo?

Stiamo sottraendo il necessario al nostro prossimo, che con la globalizzazione diventa i «popoli della terra», mentre non coltiviamo più la terra vicina (prossima) per investire denaro perché si moltiplichi e realizzi sogni di potenza economica. L’ambiente diventa una selva di tralicci, strade, superstrade, autostrade sempre più veloci per un tempo che non c’è più.

Non più fattorie, ma capannoni, oggi vuoti, ma che avrebbero dovuto produrre paccottiglia simile a sogni artificiali pietrificati. Capovolta la massima legge cristiana in: «Odia il prossimo tuo come odi te stesso» per la maggior gloria del dio denaro.

Biolcalenda settembre 2013


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