Giovanni Angilè. Medico. Scrive su Biolcalenda

Riduzione delle foreste

Quando ci troviamo in mezzo ad una foresta siamo immersi in uno stato di serenità e rilassamento. Alcuni abbracciano gli alberi per avere un senso di pace, ma uno dei principali problemi ambientali del mondo contemporaneo, purtroppo, è la deforestazione, cioè la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dal disboscamento eccessivo delle foreste.

La foresta mantiene gli equilibri naturali proprio per la fotosintesi clorofilliana. Base di questo processo è la clorofilla, pigmento di colore verde che si trova sullo strato superficiale delle foglie. La clorofilla cattura l’energia del sole trasformandola in energia chimica. A sua volta, tale energia prodotta serve per trasformare l’anidride carbonica assorbita dall’aria in zuccheri, nutrimento della pianta. Scarto della fotosintesi clorofilliana è l’ossigeno, a sua volta essenziale alla vita di tutti gli uomini e gli animali del mondo. Oltre a ciò, le foreste filtrano e trattengono le acque, riducono i rischi idrogeologici del territorio, sono l’habitat per migliaia di specie animali e vegetali, aumentano l’umidità del clima, frenano l’erosione del suolo.

La deforestazione è una delle tante azioni irrazionali che l’uomo compie. Se il taglio degli alberi eccede la loro ricrescita, allora il numero di alberi si riduce. Col passare del tempo si ridurranno anche gli effetti positivi apportati dalle piante all’intero ecosistema. Ma perché si riducono le foreste? Per usare il legname come combustibile per riscaldare le abitazioni o per cucinare. Per creare nuove terre coltivabili non solo per l’alimentazione, ma anche per produrre prodotti non alimentari destinati a materia prima delle industrie. Per rispondere alla domanda di legno pregiato soprattutto tagliando gli alberi delle foreste equatoriali e tropicali. Per costruire abitazioni in posti “turistici” senza pensare alle conseguenze di stabilità dei terreni. In Italia i gravi processi di degrado e distruzione delle foreste hanno causato una forte riduzione della superficie forestale, soprattutto per quanto riguarda i boschi di pianura e di collina. Stanno meglio i boschi di montagna. Ma il problema delle foreste in Italia, così come dell’Europa, non è solo di superficie, ma soprattutto di qualità. A causa di una forte frammentazione del manto forestale non viene protetto adeguatamente il suolo dal dissesto idrogeologico.

Il Wwf Italia conduce anche delle “campagne” per il rimboscamento. Una di queste è la Campagna Foreste. Sono circa un centinaio le Oasi del WWF, per una superficie di circa 35.000 ettari: circa 40 Oasi tutelano aree boschive, di cui una ventina sono costituite esclusivamente da foreste. La superficie forestale tutelata dal WWF nelle Oasi è di circa 11.000 ettari. Il rimboschimento non risolve però le conseguenze della deforestazione in termini di perdita della biodiversità, causate dalla distruzione delle foreste primarie nei paesi in via di sviluppo. Per conservare la diversità forestale è necessario seminare campioni di piante differenti, ma autoctone.
Bisogna espandere non solo le foreste, ma anche aumentare il verde nelle città, che si stanno riempiendo sempre più di cemento e meno di alberi. Gli alberi evitano che il vento e la pioggia rimuovano il terreno e modificano il clima locale delle città migliorandolo.
Dobbiamo ringraziarli, non abbatterli.


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