Recentemente dei miei clienti che mi avevano contattata per costruire una casa in paglia o in lolla di riso, mi hanno comunicato che probabilmente cambieranno completamente sistema costruttivo e vorrebbero optare per un sistema SIP.
Conoscete questo sistema? Si tratta di pannelli prefabbricati formati da OSB ed EPS, sigle che stanno per Oriented Strand Board, un pannello a lamelle di legno incollate e Polistirene Espanso Sinterizzato. Colla e plastica per farla breve. Ma come siamo arrivati a una tale inversione di rotta?!
Loro, amanti della natura, delle cure naturali, del cibo sano e coltivato nell’orto, sensibili e informati… come mai stanno considerando un simile prodotto? La volontà di capire mi spinge a condividere con voi alcuni passaggi di questo processo, spero possa servire a chi sta cercando di costruire con un budget limitato.
Costi
Ovviamente è il problema dei costi che ha spinto i committenti a cercare delle alternative. Oggi in Italia i costi di costruzione sono davvero alti. All’estero invece si possono trovare delle case prefabbricate in legno più economiche. Utilizzando il sistema SIP si parla di circa la metà del costo al grezzo… Un sogno!
La produzione di case prefabbricate di questo tipo spesso si trova nell’est Europa: Slovacchia, Romania, Lettonia… Il fabbricato finale è infatti adatto ai climi e allo stile abitativo nordico. Purtroppo una volta che lo stesso sistema viene importato in Italia sono necessarie delle modifiche a livello strutturale per renderlo conforme alla normativa e quindi il prezzo iniziale sale.
La struttura ha inoltre delle limitazioni per zone piovose, soggette a nevicate e al forte vento perciò potrebbero essere necessari altri accorgimenti che aumentano il costo. A livello di costi di conduzione c’è una buona notizia: l’efficienza energetica dell’edificio finale è davvero ottima! In inverno ha altissime prestazioni, per quanto riguarda l’estate invece, dà risultati medi, in linea con i limiti di legge. Da inserire nella voce dei costi: un buon sistema di VMC, cioè di Ventilazione Meccanica Controllata e raffrescamento poiché la casa sarà praticamente impermeabile.
EPS è diventato “magico”!
Un articolo trovato in internet che tesse infinite lodi sull’EPS è uno dei tasselli più importanti di questa storia. Nell’articolo, pubblicato su un sito tecnico per l’edilizia che si chiama “Edilportale”, l’EPS acquisisce numerosi superpoteri che vanno ben oltre le sue reali qualità. La lettura di questo testo ha fatto superare ai committenti l’iniziale rifiuto per i materiali sintetici, da lì hanno iniziato a valutare seriamente il sistema prefabbricato economico. Il testo però riporta queste principali inesattezze che vale la pena segnalare:
* «Esso è un materiale organico sintetico, ossia un prodotto di origine naturale che viene trattato con processi di produzione di tipo artificiale».
In primo luogo l’EPS non può essere assolutamente considerato un materiale naturale. È un derivato del petrolio e su questo non c’è proprio alcun dubbio! Non sapevo che la plastica fosse “naturale o organica”…! Inoltre è un materiale poco sostenibile poiché la sua produzione è energivora e impiega sostanze inquinanti (per approfondire vedi un interessante pubblicazione del WWF1). Il contributo che da a livello di sostenibilità riguarda l’energia che fa risparmiare a chi lo applica come cappotto.
* Nel testo viene spiegato cosa è necessario per un buon isolamento dal caldo, ma poi non dichiara se l’EPS possiede questa qualità. Il fatto di averlo citato porta comunque a pensare che possieda questa caratteristica. L’EPS non è un buon isolante “dal caldo”, le pareti in EPS sono molto leggere e quindi lasciano penetrare il caldo (si stima ad esempio che ci vogliano 26 centimetri di EPS per equiparare le prestazioni di 9 centimetri di fibra di legno riguardo allo sfasamento, cioè quanto tempo ci mette il calore a entrare in casa);
* «È permeabile al vapore acqueo, quindi traspirante, ma è impermeabile all’acqua. La permeabilità al vapore acqueo fa sì che all’interno di edifici e ambienti isolati con EPS non si formino muffe».
Non è traspirante e nell’articolo si fa abbastanza confusione tra umidità e vapore che sono due cose completamente diverse.
Nel testo inoltre sono presenti pubblicità delle ditte che vendono il materiale e basterebbe solo questo a farvi subito dubitare sull’affidabilità del contenuto. Pubblicità che sembra informazione tecnica, disinformazione e poteri forti sempre più spesso modificano la percezione della realtà.
Bilancio finale
Il sistema costruttivo prefabbricato SIP a un’analisi più approfondita si è rivelato un po’ più caro di come appariva dalle pubblicità dei venditori, ma rimane molto competitivo.
I sistemi prefabbricati importati dall’estero possono richiedere adattamenti che, oltre a un aumento del costo di costruzione, portano a un aumento delle spese tecniche per il reperimento di tutte le certificazioni.
Le prestazioni energetiche sono comunque ottime, ma le performance vengono ottenute attraverso un sistema “chiuso”, cioè attraverso un riscaldamento/raffrescamento automatizzato e una VMC. Questa tipologia di casa non è quindi adatta a chi ricerca l’autosufficienza.
La costruzione non dispone infatti di superfici che possano fungere da volano termico o che possano sfruttare gli apporti solari gratuiti, perciò saranno gli impianti che regoleranno il comfort interno.
A livello di sostenibilità l’aspetto positivo è, ancora una volta, l’ottima efficienza energetica, quello negativo è che l’edificio è composto per la maggior parte da materiali sintetici la cui produzione è energivora e inquinante.
Pensando ai miei committenti vedo chiaramente che ci sono alcuni aspetti favorevoli in questo tipo di costruzione, ma la tipologia di materiale utilizzato non è in linea con il loro sogno iniziale di autosufficienza e di sostenibilità. Le detrazioni in scadenza impongono loro una scelta rapida e senza ripensamenti e mi domando… Sarà sensato usare un materiale non voluto pur di avere un’agevolazione?
Quanto è importante rimanere coerenti nelle proprie scelte? Qual è il mio ruolo in questo caso? Quale peso ha avuto la disinformazione?
Mi domando queste cose mentre li osservo, l’economicità sta sbaragliando tutti i loro possibili dubbi.
Credo che abbiano solo perso la speranza: sono stati messi di fronte a costi esagerati, tempi stretti, problemi burocratici enormi e ora vogliono chiudere nel modo più semplice e veloce possibile.
La perdita di speranza non fa vedere loro le alternative, ma io so che troveremo una soluzione più sostenibile, basta scegliere!
Io vorrei fare il cappotto in parte di una parete a nord, all’interno o all’esterno. Il problema di farlo all’esterno è che quando grandina, i chicchi lasciano dei segni sul muro come di mitragliate perché molto esposta la casa, quindi temo che il cappotto non duri molto. Finora mi sono stati proposti solo materiali sintetici e vorrei avere qualche soluzione naturale che lasci traspirare la casa ma trattenga il calore d’inverno. I muri sono fatti di foratoni autoportanti tipo il poroton, Cosa consigliate? Grazie Marina
Salve Marina,
per ovviare al problema della grandine si può mettere una doppia rete inserita nella rasatura finale del cappotto. L’EPS ha dimostrato di non essere molto resistente alla grandine quindi opterei per il sughero o la fibra di legno. Entrambi sono naturali, adatti sia al cappotto interno che quello esterno e sono molto più resistenti alla grandine.
Saluti Elena Vettore
per la Biolca Ass. Cult.