Il gelato industriale

Esiste una notevole differenza qualitativa tra il gelato artigianale (o, ancor meglio, preparato in casa) e quello industriale. Quest’ultimo è un prodotto ultra processato (cioè risultato di processi industriali spinti), pieno di grassi di qualità mediocre, di zucchero e di una grande quantità e varietà di additivi e di miglioranti. È noto che il consumo di troppi alimenti processati fa aumentare il rischio cardiovascolare (The British Medical Journal 2019;365:l1451).
Leggere l’elenco degli ingredienti è praticamente impossibile anche perché, spesso, la distruzione dell’involucro è il presupposto per poter consumare il gelato. Se lo facessimo saremmo sorpresi. Intanto dal numero degli ingredienti, che superano spesso la ventina. Qualche prodotto arriva fino a trenta. Il latte scremato reidratato e il latte scremato in polvere sostituiscono il più pregiato latte fresco di alta qualità, l’economico olio di cocco (se idrogenato è ricco di acidi grassi trans saturi, dannosissimi per le arterie) prende il posto della panna, gli zuccheri aggiunti (fino a 18-20 grammi in un cornetto) sono poco meno della metà della dose giornaliera da non superare, secondo l’OMS, per una dieta da 2000 calorie. Senza considerare che circa un terzo degli ingredienti sono emulsionanti e stabilizzanti, necessari per tenere insieme acqua (uno dei primi ingredienti) e grassi e per evitare che il gelato si sciolga troppo rapidamente una volta tolto dal frigo.
Insomma, se vi piace troppo il gelato, acquistate una gelatiera e preparatevelo con ingredienti freschi e genuini.


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