Chiedo la pizza marinara (qui la fanno molto buona, anche con farina integrale biologica). Mi piace questa pizza. Pomodoro, aglio, origano, olio: una bontà semplice. Da bere: acqua.
Altri commensali preferiscono una birra. Nell’attesa delle pizze si chiacchiera e, quasi con un riflesso condizionato, leggo l’etichetta delle birre. Che c’è da leggere, direte. Non si sa mai. Leggendo le etichette c’è sempre da imparare. Nel 1516 Guglielmo IV di Baviera emanò il celeberrimo “editto della purezza” che obbligava il birraio tedesco ad utilizzare solo acqua, malto d’orzo e luppolo. Nella birra dei miei amici mi aspetto dunque solo acqua, luppolo e malto d’orzo.
E invece no. C’è anche sciroppo di glucosio. Uno dei prodotti ricavati dalla “destrutturazione” industriale del mais.
I cereali sono spesso coltivati come materia prima per l’industria: dal chicco si ricavano diversi prodotti che danno ognuno un certo profitto. Lo sciroppo di glucosio è un prodotto denso, incolore e di gusto dolce.
Nei gelati, nei prodotti di pasticceria, nei preparati a base di frutta, nelle creme, nello yogurt, nelle merendine, nei cereali per la colazione, negli snacks, nelle bevande per gli sportivi, nel ketchup, nelle gomme da masticare migliora diverse caratteristiche del prodotto e ne consente una conservazione ottimale.
Peccato che il consistente utilizzo degli sciroppi di glucosio da parte dell’industria alimentare sia indicato come una causa importante del dilagare dell’obesità, soprattutto nei bambini.