Smettere di inquinare

Nel dicembre del 2006 la centrale a "biomasse" di Bando d’Argenta (Ferrara) viene chiusa. Quello che vi si bruciava era non biomassa ma di tutto un po’. Nell’inverno del 2007, uno dei tre (tre!) inceneritori di Terni viene sequestrato dalla magistratura. Che cosa succedeva là dentro?

Nel luglio scorso l’inceneritore ("termovalorizzatore" per i non addetti ai lavori) di San Vittore (Frosinone) prende fuoco e un’enorme nube di fumi tossici avvolge il paese e le zone vicine. Non pochi abitanti avvertono immediatamente problemi respiratori che, poi, si protraggono nel tempo.
Il fatto passa nel silenzio dei media e nel disinteresse assoluto degli enti che noi paghiamo, e neanche poco, perché si occupino della nostra salute.

Nel dicembre scorso due funzionari ARPA vengono arrestati a Parma. In cambio di qualche spicciolo era possibile passare tranquillamente i "controlli ambientali".
A marzo vengono arrestate 13 persone e 25 altre ricevono avvisi di garanzia per qualcosa di strano che accade a Colleferro (Roma). Nell’inceneritore locale, descritto a suo tempo dai media come un miracolo della tecnica e come la salvezza ecologica della zona, l’accusa sostiene che si bruciasse quello che capitava travestito da combustibile da rifiuti, scientificamente tutt’altro che innocuo, ma consentito dalla legge.

Poco dopo, tra il 20 e il 21 marzo, scoppia una parte dell’inceneritore di Anagni (Frosinone). Lì si bruciano pneumatici. Ancora una volta, una nuvola nera occupa il cielo e, lentamente, lascia cadere una polvere sottilissima che s’insinua dovunque, compresa la verdura, compreso l’interno delle case, e pare impossibile da togliere. Ancora una volta, i media tacciono, i politici tacciono, gli enti di controllo tacciono.

Quelli elencati sopra sono solo una piccolissima selezione di un vero e proprio bollettino di guerra.

A me capita, per professione, di esaminare delle valutazioni d’impatto ambientale d’impianti come quelle di cui ho detto. In ogni caso ciò che risulta da quei documenti è la scomparsa di qualunque rifiuto e l’immissione in atmosfera di un’aria cristallina, parola di fior di professori. Parola di professori che ignorano la scienza degli ultimi due secoli abbondanti, che non sanno che esiste la legge di conservazione della massa secondo cui nulla si crea e nulla si distrugge, vanificando, così, l’ingenua pretesa di far scomparire qualcosa, che ignorano la tossicologia legata ai prodotti di combustione e che, in aggiunta, ignorano pure le regole fondamentali dell’economia secondo cui un prodotto non può costare meno dei suoi componenti. E se bruci qualcosa per ottenere qualcosa che vale meno, sei in perdita, così come faceva quel personaggio leggendario che bruciava i violini per ricavarne cenere da vendere.

Ora siamo arrivati ad un punto tale di avvelenamento dell’ambiente per cui non può più esistere la possibilità di cincischiare. I rilevamenti ambientali eseguiti da organi indipendenti come, ad esempio, l’European Environment Agency, sono di una chiarezza assoluta e, se non corriamo ai ripari, subito sarà davvero durissima.
L’inquinamento, non importa dove e come prodotto, si sta inesorabilmente diffondendo su tutto il pianeta, e questo a seguito di leggi fisiche elementari su cui non può esserci discussione di sorta, piaccia o no la cosa. E, inutile nascondere la testa sotto la sabbia, una fetta notevole di quell’inquinamento è eterna, vale a dire che non esiste possibilità di ritorno, naturale o artificiale che sia, che ogni pretesa di bonifica è campata per aria e che la sola scelta che abbiamo è quella di smettere d’inquinare.

Dunque, non c’è più spazio per discussioni strumentali: abbiamo già sofferto abbastanza continuando ad utilizzare, perché legalmente permessi, prodotti sulla cui aggressività gli scienziati veri non avevano dubbi, e parlo dell’amianto, dei gas refrigeranti e propellenti (CFC), del piombo tetraetile additivato alla benzina, di una miriade di conservanti e coloranti del cibo… E potrei continuare con un elenco che non ci renderebbe certo orgogliosi del nostro esserci autonominati i "principi del Creato".

Adesso è il momento di prendere coscienza della situazione così com’è, smettendo di prestare fede a cialtronerie che di scientifico non hanno nulla e che a null’altro servono se non a continuare l’assurda rapina di cui siamo vittime e di cui, paradossalmente, sono vittime gli stessi autori che, è bene se ne rendano conto, vivono dove viviamo noi, respirano ciò che respiriamo noi, mangiano ciò che mangiamo noi.

Dunque, occorre prendere il toro per le corna e mandare a casa senza pietà i politici truffaldini, i professori che si vendono, i funzionari infedeli. E occorre chiudere immediatamente gli enti che, lungi dal proteggere il nostro ambiente e la nostra salute come noi confidiamo che facciano, sono tranquillamente disponibili ad insabbiare o a mentire.

(Biolcalenda – Maggio 09)


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