"Il Parlamento ha votato la riforma dell'Agricoltura. Ora dobbiamo solo riuscire ad accelerare i tempi". Così si è espresso il Ministro per le Politiche Agricole Alfonso Pecoraro Scanio e pare non avere dubbi: "L'Italia – sostiene – ha energie e capacità sufficienti per essere un paese guida della riforma europea verso la qualità del prodotto agricolo. La politica dei contributi è stata superata dai fatti. Noi la cambieremo". Non sono previsti finanziamenti diretti per i macellai a causa della BSE. L'Unione Europea non prevede finanziamenti statali né per l'industria, né per il commercio.
"I macellai hanno già avuto agevolazioni non pagando o rinviando i pagamenti di tasse e di imposte. Se ci sono progetti seri di riconversione li aiuteremo, abbiamo previsto fondi addirittura con mutui agevolati al 1,5% per chi vuole riadeguare le linee di macellazione", ha aggiunto il Ministro. Dal canto loro, i rappresentanti di alcune associazioni di produttori hanno ribadito che la carne in vendita nelle macellerie venete è sana. "I bovini con oltre 30 mesi non vengono macellati", ha assicurato Pietro Coletto, direttore dell'Unicarve, che ha poi evidenziato quanto sia importante per l'Italia "non tornare indietro rispetto alle posizioni raggiunte a livello comunitario. Noi importiamo almeno il 50% della carne!"
Il Ministro ha toccato alcuni dei grandi temi che fanno parte della battaglia per la qualità: "…La politica agricola va mirata alla tutela del consumatore e al rispetto dell'ambiente e non in funzione di quote e rimborsi europei. La qualità è la grande sfida europea", ha detto il Ministro, "e qualità significa anche valorizzare la diversità, per questo gli OGM in questo paese non hanno spazio e non l'avranno. …Come aveva detto il Papa, la natura si sta ribellando alla violenza dell'uomo, ma anche i Verdi nell'88, gli animali non sono macchine, il loro benessere è collegato a quello dell'uomo, … gli stessi allevatori hanno capito ora che si è andati oltre ogni limite e vogliono ritornare a metodi naturali, … dobbiamo essere anche ben determinati sul concetto di sicurezza alimentare che non può distruggere la qualità, quindi verrà bandita ogni risposta che porti alla standardizzazione o alla sterilità del prodotto agricolo," sugli ogm ha poi chiarito che "chi propone oggi il transgenico all'agricoltura fa un atto di leggerezza, come chi a suo tempo aveva parlato bene delle farine. Basta navigare su Internet per capire che sotto ci sono interessi enormi, che è in atto una guerra di brevetti senza esclusione di colpi. Si tratta di nomi illustri che hanno messo in svendita le proprie competenze. … Agli amici americani diciamo: etichettate i mangimi che esportate in Europa (che contengono soia e mais) e noi li compreremo, altrimenti li importeremo dal Brasile dove sono disposti ad etichettare OGM FREE".
Il Prof. Claudio Malagoli, Economista dell'Università di Bologna, Facoltà di Agraria, a proposito dei cibi transgenici, ha posto innanzitutto il problema da un punto di vista economico, sostenendo che il fatto di avere due filiere produttive implica costi per le analisi, etichettature (soia ogm free), "il 3% in più"…" Riguardo alla qualità superiore," ha poi continuato, "bisogna sapere che finora il 99% delle piante proposte hanno manifestato resistenza agli insetti per 4/5 anni, dopodiché sono state superate dalla resistenza genetica degli insetti. Anche rispetto alla variabilità dei cibi, non ci siamo. Uno degli attentati più grossi è quello alla biodiversità. …Non contribuiranno nemmeno ad aumentare la sicurezza, basti pensare che le Compagnie assicurative si rifiutano di stipulare contratti di rischio. … In definitiva, nessuno li vuole: gli agricoltori, le industrie, i consumatori. Che bisogno abbiamo di questi organismi?…Attualmente non ne conosciamo le conseguenze sull'uomo, sull'ambiente, diciamo che le generazioni future potrebbero utilizzare questa scoperta, allora sperimentiamo, verifichiamo, mettiamo in chiaro tutte le incertezze e poi applicheremo, se vogliamo dare qualcosa ai nostri figli, offriamo loro qualcosa di sano, di genuino.
Al Convegno era presente anche Guglielmo Donadello, responsabile della campagna "mangimi puliti" di Legambiente che ha evidenziato come il problema non sia solo legato alla BSE o agli OGM o ad altre epidemie che stanno mettendo in ginocchio il settore agricolo e zootecnico, ma all'intero processo zootecnico che pur nella legalità, soprattutto nella grande industria, permette per esempio l'impiego di farmaci aggressivi come gli antibiotici che non possono tranquillizzare il consumatore. La via giusta per Legambiente sarebbe il ciclo corto, e cioè: "oltre al biologico, alimentazione per ricchi, e al cibo industriale , in cui nella piena legalità in 28 giorni si crea un pollo, la produzione diretta offrirebbe al consumatore garanzie di qualità alimentare". Ad alcune espressioni di scetticismo nei confronti del biologico (da parte di Pietro Coletto, Unicarve, Ruggero Augusti , Ascom di Padova: "…non bisogna pensare che il biologico sia la soluzione, …prendere in giro i consumatori con il biologico..", ha dato risposta M. Callegaro, AIAB Veneto: "Credo che il biologico sia una risposta di qualità. Gli organismi di controllo devono rispondere del proprio operato al Ministero dell'Agricoltura e alle Regioni; non può permettersi di sbagliare per non incorrere nel divieto a proseguire. Il nostro compito è certificare le aziende agricole che operano con il metodo biologico, cioè noi siamo in grado di certificare che il processo è stato rispettato. … Il biologico costa perché è un prodotto di qualità. Tuttavia, attualmente non è più un prodotto di nicchia ed i prezzi sono calati notevolmente".