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Biancospino

Crataegus oxyacantha
L. Rosaceae

Fioritura: aprile-giugno
Parti raccolte: foglie, fiori, frutti, corteccia
Tempo di raccolta: primavera (foglie e fiori), autunno (frutti), febbraio (corteccia)

Bussoletta Botanica
Come riconoscerla
Arbusto solatio con fusto legnoso e tortuoso, chioma espansa e intricata, rami spinosi e rigidi, che, in primavera, si tingono di bianco con fiori piccoli, precoci, copiosi, profumati e riuniti in una rada infiorescenza (botanicamente definita corimbo) e, in autunno, di rosso con i frutti ovali, piccoli, lucidi, carnosi, (botanicamente definiti drupe). Le foglie sono sparse, romboidali, lobate, coriacee, lucenti sopra e pallide sotto e generalmente a cinque lati.

Dove osservarla
Bordi strada, siepi, scarpate, luoghi abbandonati.

Frammenti di etnobotanica
Usi alimentari: i frutti rossi venivano raccolti e macinati per ottenere una farina con cui si faceva il pane; i boccioli dei fiori e delle foglie venivano conservati sotto aceto e usati in modo analogo ai capperi.
Usi agricoli: la pianta fresca era ed è usata come portainnesto per diversi alberi da frutto “storici” quali il nespolo (Mespilus germanica L.)
Usi artigianali: dal fusto si ricavava un piccolo palo lungo circa una settantina di centimetri, ricurvo nella parte inferiore; veniva usato per rimestare la polenta.
Usi liquoristici: si aromatizzava la grappa con la corteccia e con i frutti.
Usi magici: un mazzetto di fiori freschi, posto sulla culla, proteggeva i neonati dal malocchio; le foglie erano messe nei sacchettini portafortuna; i rabdomanti lo ritenevano in grado di indicare i luoghi dove le sorgenti d’acqua erano più superficiali.
Usi medicinali: l’infuso dei fiori, addolcito con miele e assunto oralmente, era un efficace tonico per il cuore e contro l’insonnia, l’inquietudine, la depressione e i ronzii auricolari.
Usi ornamentali: i rami primaverili fioriti servivano per confezionare mazzi di fiori freschi; quelli autunnali con frutti rossi per composizioni di fiori secchi.
Usi rituali: un’abbondante fioritura era ritenuta di buon auspicio per l’intera annata agraria.
Usi veterinari: i frutti maturi erano raccolti in gran quantità per nutrire il maiale.

Briciole d’Archivio
Sinonimi
Oxyacantha vulgaris, sive spinus albus I.B.; Oxyacantha, sive spina acuta. Dod.; Mespilus Apii Folio sylvestri spinosa, sive Oxyacantha, G.B. Tournef.; Mespilus oxyacanthoides De Candolle.; Crataegus oxyacantha L.; Crataegus levigata De Candolle..

Ricetta orale
Marmelata de simele
Te rancuri tre brancà de siméle, quando che le xe rosse; te le lavi pulito e te le cusini in te ‘na pignata co tanta acqua da cuersarle tute. Quando che le xe tute squaquarà a te le passi par ‘na pessa del lin neta e te struchi fin che tuto el sugo el xe ‘na fora. Rancura el sugo in te n’altra pignata e sonteghe ‘na bela brancà de sucaro. Smisia ben e miti la pignata in tel fogo e cusina pian pianelo fin che te pare a ti. Mi me piasea fare ‘na polentina giusta. Sta atento ca bisogna mescolare sempre con un scugliero de legno o con la mescola che te dopari par fare la polenta. Ala fine cava dal fogo la pignata, e co xe deventà fredo passa in te un vaso. Te la poi doparare d’inverno caldina. (Arquà Petrarca, ottobre 1958, Adolfo, anni 57, contadino)

Ricetta Storica
Se vuoi condotto di fiori di pruno bianco Togli ij libre di mandorle, pestale e togli vino e due scodellete di fiori di pruno bianco e pestali e poi stempera con latte e poi cola con stamigna e mettilo a bollire e fallo tornare a modo d’amido e condilo con grasso di porci fresco o di cappone.
[Anonimo veneziano del Trecento, “Liber de coquina”, in “L’arte della cucina in Italia”, Faccioli E. (a cura di), 1987]


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