Borago officinalis L. Boraginaceae
Fioritura: primavera
Parti raccolte: Fiori e foglie giovani
Tempo di raccolta:primavera
Bussoletta Botanica
Come riconoscerla
Erbacea annuale alta fino a 50 cm. Il fusto, eretto, ramoso e ruvido per la presenza di lunghi peli rigidi, è cavo e porta delle foglie con un lungo picciolo e una lamina ovata e lanceolata con un aspetto bolloso tra la rete delle nervature e completamente avvolta da una fitta peluria. I fiori, generalmente di un vivace colore azzurro, hanno l’aspetto di una stella un po’ pendula; sono di breve durata, con cinque petali, acuti all’apice e riuniti in un’infiorescenza. Supera la stagione avversa allo stato di seme.
Dove osservarla
Negli orti e alla loro periferia ove si sta lentamente naturalizzando
Usi alimentari:era consigliato di seminarla negli orti, di usarla nell’insalata e nelle minestre; di cucinare i giovani germogli come gli spinaci; i teneri germogli primaverili, dopo una breve sbollentatura in acqua, era assunti oralmente con olio, pepe e sale.
Usi rituali:l’infusione in grappa delle corolle dei fiori, consentiva di ottenere un liquore dal delicato colore azzurro, che veniva scambiato come augurio nelle festività di fine anno.
Usi medicinali:il succo della pianta fresca veniva usato come depurativo dei reni e dell’organismo in generale, soprattutto prima della fioritura; un cataplasma con le foglie fresche era ritenuto assai utile nella cura degli eczemi; il decotto delle foglie veniva bevuto in caso di infiammazioni gastro-intestinali e come sedativo della tosse;
Briciole d’Archivio
Sinonimi
SINONIMISINONIMI
Ricetta locale
“In te ‘na pignata te cusini la pastasuta. In te ‘n’altra a te miti ‘na brancaea de fiori e te ghe buti drento un paro de ovi, del fromajo e na s-ciantinea de pevaro. Miti la pignata sul fogo, scalda tuto e smisia. Se te voli non fare el magnare massa fisso sontaghe ‘na s-cianta de aqua de la pignata che te ghii doparà par cusinare la pasta.” (Valsanzibio, 1956, febbraio, Toni Cioca, anni 61, contadino).
Ricetta Storica
Per fare minestra di borragine. ” Piglisi la borragine tenera senza le coste, et lavisi in più acque, facendola bollire per un quarto d’hora nell’acqua semplice, avvertendo metterla nell’acqua che bolla, perché se si mettesse nell’acqua fredda, perderebbe il calore, et non sarebbe così saporita, bollita che sarà si colerà per un colatoro, lasciandola stare con esso colatoro per un quarto d’hora senza essere struccata, perché struccandola verrebbe fuora la sua bontà ; dapoi si batterà minuta con li coltelli sopra una tavola ben netta d’olmo, o d’altro legno, eccettuando la noce che fa negro, et amaro; sabbiasi poi brodo di cappone mezzo consumato, et pongasi dentro la borracine, facendola finir di cuocere senza altre composizioni, et in giorno di magro in logo di brodo si adoprerà butirro fresco lavato, et di vigilia oglio di mandole dolci.”(Scappi, cap. LXXXVII)