Gli amici degli anima-li, in questo periodo sanno bene che è necessario proteggere il proprio cane dalla FILARIOSI. E’ questa una malattia parassitaria del sangue che vede il cane come serbatoio d’infezione mentre la comune zanzara ("tigre" o meno) il vettore più comune.
L’area in cui questa malattia è diffusa in modo più o meno omogeneo è, in Italia, tutta la pianura padana e anche parte della Sardegna. Oggi la filariosi canina è molto meno pericolosa rispetto a 10 anni fa, grazie al capillare diffondersi della prevenzione sui cani. Resta tuttavia un potenziale rischio infettivo da non sottovalutare al punto che, dal mio punto di vista, non è ragionevole evitare la profilassi nelle aree citate.
La zanzara trasmette la filaria al cane (il pericolo è inesistente per il gatto), attraverso l’iniezione. In particolare le larve L1 o L2, di dimensioni microscopiche, vengono spinte nel torrente circolatorio dalle ghiandole salivari dell’insetto. Giunte nel sangue dopo periodi di tempo variabili di alcune settimane, una o più larve filiformi si "attaccano" all’endotelio di grossi vasi (aorta, vena cava etc.) oppure all’interno di atri o ventricoli. Quindi nutrendosi delle sostanze vitali del sangue iniziano a sviluppare i vari stadi larvali (L3, L4) fino allo sviluppo adulto: qui le dimensioni sono già ragguardevoli, siamo già a svariati centimetri (anche 10-15! ). Le forme adulte sono divise in maschi e femmine e si accoppiano, attorcigliandosi tra loro e liberando poi nel sangue le larve L1 che saranno "succhiate" dalla prossima zanzara e così via. Per fortuna le filarie che, nel sangue divengono adulte sono un numero limitatissimo rispetto alle centinaia di larve inoculate ad ogni stagione. Se però un cane non esegue mai alcuna prevenzione, anno dopo anno, accumula veri e propri "gomitoli" di filarie che iniziano a produrre gravi scompensi cardio-circolatori. Oggigiorno è molto difficile trovare un cane con i sintomi classici della filaria avanzata: riduzione della resistenza al movimento, tosse tanto più intensa quanto più intenso è il movimento, edema polmonare e edemi da stasi agli arti.
I cani che risultino positivi ai tests sierologici che vengono eseguiti normalmente negli ambulatori veterinari NON VANNO CURATI SUBITO, perché normalmente i livelli di filaria non sono tali da creare problemi alla salute: a questo livello crea molti più problemi la tossicità elevata della terapia adulticida. Se è il caso di curare o meno dipende soprattutto dai sintomi clinici (presenza/assenza) e dalle condizioni cardiache e polmonari verificate con radiografia ed eventualmente ecocardiogramma. Positività al test della filaria non significa morte prossima per il nostro amico questo deve essere chiaro quindi calma e riflettiamo prima di sottoporre il cane a terapie tossiche ed inutili. Per il gatto la filaria non ha mai dato problemi di sorta quindi sottoporlo a profilassi non ha alcun senso. La filaria adulta nel gatto è un reperto occasionale totalmente asintomatica perché il numero delle forme adulte che il micio può ospitare sono una o al massimo due con dimensioni ridotte . Per cui NON HA SENSO LA PROFILASSI FELINA DI FILARIA.
La profilassi nel cane non può essere fatta che in due modi: con le classiche compresse mensili da maggio ed ottobre compresi oppure con l’ivermectina iniettabile in tre iniezioni ogni due mesi: il costo è circa equivalente. Sconsiglio decisamente l’iniezione unica annuale per l’elevato rischio di effetti collaterali pericolosi: io non la utilizzo per i miei cani e di conseguenza non la consiglio per i miei pazienti.
(Biolcalenda – Luglio-Agosto 08)