Arnica (arnica montana).
Caratteristiche: piccola pianta alta tra 20 e circa 60 cm. Ama i terreni acidi e cresce solo in montagna dai seicento metri in poi. E’ assente in pianura. Le piante hanno un fusto eretto e poco ramificato, le foglie sono lanceolate e generalmente presentano un unico fiore di color giallo arancione di solito solitario.
Famiglia: Asteraceae o Compositae
Fioritura: da maggio fino ad agosto.
Droga: si utilizzano esclusivamente i fiori essiccati. Vengono raccolti dall’inizio dell’estate, essiccati e utilizzati in varie preparazioni erboristiche, fitoterapiche e omeopatiche
Principi attivi: glucosidi flavonici, oli essenziali, carotenoidi, lattoni sesquiterpenici, cumarine, tannini
Proprietà
Uso esterno
- L’arnica ha ottime proprietà antinfiammatorie, analgesiche e agisce molto bene contro le ecchimosi derivanti da contusioni e distorsioni.
- E’ un rimedio efficace per problemi articolari che possono colpire ginocchia, caviglie, spalle, polsi o gomiti, riduce edemi, gonfiori e stimola i liquidi sinoviali.
- Come rimedio per uso topico, l’arnica esiste sottoforma di creme, pomate, unguenti, gel, olio da massaggio. I prodotti si applicano solo ed esclusivamente su CUTE INTEGRA.
Inoltre possono essere potenziati aggiungendo qualche goccia dell’olio essenziale più opportuno. Spesso l’arnica si trova combinata con un’altra pianta antinfiammatoria, l’artiglio del diavolo.
- Il gel di arnica oltre che sui traumi cutanei, si applica anche sulle punture d’insetto per alleviarne gonfiore, dolore e prurito.
- La tintura madre (da usare diluita, fattore di diluizione 1:10) viene usata ad esempio per il risciacquo del cavo orale per la sua azione antisettica su gola e gengive. MAI PER INGESTIONE.
- Per prevenire la formazione di lividi e favorirne il riassorbimento applicare, sulla zona dolorante, gel, pomata o olio di arnica, 2 o 3 volte al giorno e massaggiare fino a totale assorbimento.
- Per alleviare i dolori di natura reumatica o di postura scorretta tipici del tratto cervicale e lombare, è buona regola coprire la parte trattata con l’arnica con un panno caldo così da potenziarne l’effetto.
- A livello sportivo l’arnica in crema è indicata sia per riscaldare i muscoli prima dell’allenamento ed evitare così gli strappi, sia dopo, per alleviare i dolori muscolari. Inoltre è ottima per tutti i traumi come slogature, contusioni, crampi, distorsioni, stiramenti muscolari, gomito del tennista, borsiti talloniti e tendiniti.
- L’olio con la sua formulazione liquida, (principio attivo estratto con olio vettore come l’olio di girasole), è ideale per eseguire un bel massaggio ad esempio per il mal di schiena.
- Il decotto con fiori essiccati si utilizza per fare spugnature, impacchi, contusioni o ecchimosi.
Controindicazioni
Come già ricordato non utilizzare l’arnica per uso interno in quanto alcuni suoi componenti, in caso di sovradosaggio, possono avere un effetto tossico. Usarla solo con diluizione omeopatica.
Uso interno omeopatico dell’arnica
Per uso interno, l’arnica, trova impiego solo nel campo dell’omeopatia in quanto altri tipi di preparati risultano dannosi sia per lo stomaco sia perché presentano diversi effetti collaterali.
Le diluzioni omeopatiche del rimedio vengono utilizzate per ridurre il dolore dovuto a traumi o cadute e ad aiutare a riassorbire le ecchimosi.
Inoltre sempre a livello omeopatico l’arnica è un ottimo ricostituente cerebrale.
Per l’uso interno è comunque consigliato sentire il parere di un medico o di uno specialista, che saprà anche indicare la posologia. Non usare in gravidanza.
Per quanto riguarda le creme per uso esterno presenti in commercio, i dosaggi massimi di principio attivo sono già di “sicurezza” e stabiliti per legge.
L’arnica per uso topico si usa solo su pelle integra. Non deve essere mai applicata in caso di ferite aperte, ulcere, escoriazioni, perché ne sortirebbe un effetto irritante per la pelle e una forte sensazione di bruciore.
Inoltre è sconsigliata ai soggetti allergici alle Compositae, una classe di piante molto ampia di cui fanno parte ad esempio la camomilla, l’achillea, il tarassaco, l’echinacea, la calendula, il carciofo.
Curiosità
- Il nome del genere (Arnica) potrebbe derivare da una alterazione del tardo-latino ptàrmica, a sua volta derivato dal greco ptarmikos (starnutatorio) con allusione alle proprietà starnutatorie legate all’odore della pianta. Altri autori però preferiscono partire dalla parola greca arnakis (pelle di agnello) facendo riferimento alla delicata tessitura delle sue foglie alcune zone di montagna.
Montana perché appunto cresce in montagna.
- L’Arnica è anche conosciuta come “tabacco di montagna” poichè, in passato, le sue foglie venivano essiccate e utilizzate come tabacco da naso.
- Attualmente l’arnica è minacciata d’estinzione sia per la raccolta incontrollata della pianta stessa, sia perchè l’agricoltura ha reso il terreno meno favorevole al suo sviluppo.
-E’ una specie protetta e questo rende difficoltosa la sua produzione su scala industriale. Quindi spesso per questo tipo di produzioni si usa l’Arnica chamissonic Less.
- Secondo la teoria delle Segnature, la segnatura del colore dei fiori di Arnica, che ricorda il colore del livido quando inizia a sbiadire, l’ha destinata all’uso contro le ecchimosi.
Stefania Liccardi