Ricordo vagamente un film di molti anni fa in cui un gruppo di autori televisivi ideava programmi che poi faceva "assaggiare" ad un bambino di otto anni. Nella finzione scenica la capacità critica di un ragazzino di quell’età rappresentava quella media di una popolazione di teledipendenti. Così, se i programmi erano comprensibili e, soprattutto, piacevano al piccolo collaudatore, si poteva essere certi del successo.

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