Consumi di carne e cambiamenti climatici

Oltre alle ragioni etiche (sofferenze degli animali negli allevamenti e nei macelli, ma anche la sofferenza degli umani che non hanno cibo a sufficienza), vi sono altre ragioni per essere o diventare vegetariani. Una ragione importante è quella ambientale: nel corso dell’ultimo secolo sono stati distrutti miliardi di metri quadrati di foreste (tra cui quella amazzonica) per fare posto a pascoli, strutture per l’allevamento e, soprattutto, campi di cereali destinati a trasformarsi in mangimi.
Il gran numero di allevamenti comporta consumi di energia, impatti a livello di cambiamenti climatici e grandi consumi di acqua. La produzione di un solo hamburger richiede la medesima quantità di combustibile che servirebbe a percorrere in automobile circa 50 chilometri.

Se consideriamo la CO2 prodotta dall’energia fossile utilizzata per tutta la filiera degli allevamenti e le grandi quantità di metano che gli animali allevati producono, gas entrambi responsabili dei cambiamenti climatici (e perciò detti climalteranti), ci si rende conto di quanto possa cambiare il clima a causa di eccessivi consumi di prodotti di origine animale.
Infatti la digestione del cibo (fieno e/o mangimi) da parte dei ruminanti (soprattutto bovini) da origine a rilevanti emissioni di CO2 e di metano, dovuti alle fermentazioni anaerobie (cioè in assenza di ossigeno) che si sviluppano nel rumine e nell’intestino.
Il metano, circa 30 volte più climalterante della CO2, prodotto dagli allevamenti è responsabile di poco meno della metà di tutto il metano che si libera in atmosfera per colpa delle attività umane.

Secondo la rivista “The Lancetâ€, gli allevamenti di bestiame sono responsabili per oltre il 20% della produzione dei gas che causano l’effetto serra.
Più di quelli prodotti dalle macchine, dai camion e dagli aerei sulle strade e nei cieli del mondo. Secondo Jeremy Rifkin “La carne inquina più del petrolio, andrebbe tassata come la benzinaâ€. Secondo il World Watch Institute, la produzione di un kg di manzo causa una emissione di gas serra (e altri inquinanti) equivalente a quella che si ottiene guidando per tre ore, lasciando nel frattempo accese tutte le luci di casa.
Negli ultimi dieci anni il numero di animali allevati (oltre un miliardo e mezzo solo di bovini) e il consumo mondiale di carne sono aumentati, mentre si è visto che l’effetto del metano è maggiore di quanto si pensava in passato: in conclusione l’impatto attuale degli allevamenti sul clima è sicuramente peggiore di quanto si fosse ritenuto.
“Non mangiare carne, va in bici, sii un consumatore frugale” – ecco come fermare il riscaldamento globale. Queste le parole di Rajendra Pachauri, premio Nobel e direttore dell’IPCC, il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, pronunciate il 15 gennaio 2008 a una conferenza stampa a Parigi.
Meno alimenti animali, una alimentazione a base vegetale, è la scelta più importante che ciascuno di noi può fare per fermare il riscaldamento globale ed evitare un tragico spreco di risorse.


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