Sono arrivate le piante!

Continua la rassegna delle piante distribuite al mio comune dal vivaio forestale di Veneto Agricoltura per l’edizione di quest’anno di “ridiamo il sorriso alla Pianura Padana”.

La composizione di una siepe ad uso “orticolo” è assolutamente libera e proprio per questo motivo proviamo insieme a scoprire alcuni dettagli delle specie distribuite in questa occasione.
Rimane ovviamente libera la possibilità di organizzarsi diversamente, magari recuperando giovani piantine nelle prossimità di siepi piantate da qualche anno.
Anzi sarebbe proprio una bella attività quella di percorrere il proprio territorio e, chiedendo ovviamente il permesso agli eventuali proprietari dei terreni sui quali si scorgono giovani piante adatte alla nostra siepe, prelevarle con una buona zolla di terra e piantarle sul nostro terreno.
Qualche anno fà ho addirittura avuto modo di conoscere una persona che si dilettava nel frequentare siepi marginali per ricavarne piante da ripiantare in luoghi abbandonati per ridare vitalità e aiutare la natura a riprendersi i propri spazi.

Insomma, leggete, approfondite e… sbizzarritevi!


Veniamo quindi alla quarta specie distribuita: lo Spincervino.
È un arbusto (alberello) molto ramificato dalla chioma irregolare e con rami spinosi all’estremità. Ha una velocità di crescita media e raggiunge raramente i 5-6 metri di altezza, più solitamente infatti si ferma intorno ai 3-4 metri ma può anche essere potato per mantenerne un portamento ridotto.

Le foglie sono quasi opposte o disposte in modo irregolare, picciolate, a lamina ovale con margine finemente seghettato e nervature parallele che si incurvano verso l’apice; la pagina superiore è più scura di quella inferiore.

I fiori, giallo-verdastri (4 petali), piccoli e poco appariscenti, compaiono in maggio. I frutti sono piccole drupe tonde riunite in grappoli (assomigliano a piccole ciliegie tanto da essere chiamato in alcune aree “ciliegio canino”), dapprima verdi e poi nere a maturità (autunno).

È presente ai margini dei boschi in macchie cespugliose e siepi dalla pianura fino a 800-1000 metri di altitudine. Ama la luce del sole, predilige terreni dotati di buona disponibilità idrica: tollera l’aridità ma cresce anche lungo i corsi d’acqua.
Non ha particolari esigenze rispetto alla tessitura terreni, vegetando sia su suoli sciolti che su terreni argillosi di pianura.

Lo Spincervino (Rhamnus catartica) può essere utilizzato, consociato con altre specie, per la costituzione di siepi campestri dense e compatte, anche lungo i corsi d’acqua.

Una tradizione vuole che la corona di Gesù Cristo fosse stata preparata con rami di spincervino; un’altra invece afferma che fu confezionata con rami più spinosi e di altri arbusti.

Pianta purgativa con la quale si preparano sciroppi, usato oggi, soltanto in veterinaria. Con i frutti trattati con calce o con allume, si produce un estratto colorante. Il legno, invece, viene adoperato per la tornitura di piccoli oggetti e per lavori di intarsio.

Il carpino bianco è un albero di media altezza (15-20 m) con portamento dritto e chioma allungata. Ottimo nella realizzazione di siepi perché può essere potato anche in maniera significativa e ricaccia in maniera vigorosa. Si trova fino a 900-1000 m insieme alle querce caducifoglie e al faggio, in pianura insieme alla Farnia.
È presente anche nelle zone più fredde e umide della Pianura Padana.

Le foglie sono ovali, appuntite con il margine doppiamente seghettato, durante l’autunno, prima di cadere a terra, assumono una colorazione giallo acceso tendente all’arancione.
Esse hanno la tendenza a rimanere sulla pianta anche quando sono secche: per questo motivo le siepi offrono una parziale copertura visiva anche durante l’inverno. Si piantano in novembre o in febbraio-marzo. Ogni anno in luglio, le piante delle siepi si potano all’altezza desiderata. Nei primi anni la potatura deve essere moderata.

Il carpino (Carpinus betulus) è una pianta rustica, che preferisce posizioni soleggiate e luminose, anche se cresce bene anche a mezz’ombra o all’ombra totale. Non teme il freddo e neanche i venti.

Non ha particolari esigenze, ma nei suoli pesanti e torbosi la crescita viene rallentata; predilige terreni profondi e leggeri, ricchi di sostanza organica, possibilmente umidi e ben drenati.

In fitoterapia e gemmoterapia la pianta è usata perché a livello delle prime vie aeree esercita azione antinfiammatoria, antispastica e cicatrizzante.
A livello polmonare ha proprietà antispasmodiche ed antitussigene. Il macerato di gemme è inoltre un rimedio contro le emorragie ed aiuta a correggere l’insufficienza epatica, caratterizzata da piastrinopenia. Viene anche utilizzato per abbassare il livello di colesterolo.

Il legno chiaro del Carpino bianco, molto pesante e compatto, è utilizzato come combustibile e in passato per la costruzione di attrezzi agricoli.
È impiegata come specie di interesse forestale; apprezzata anche come essenza ornamentale e di interesse paesaggistico perché rustica e adattabile a vari ambienti. In passato le foglie venivano utilizzate come foraggio.


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