Sogno o bi-sogno?

Il bisogno come doppio sogno
Quando parliamo di bisogni, spesso li collochiamo nel regno del necessario, del pratico, del funzionale. Abbiamo bisogno di una casa, di cibo, di sicurezza, di relazioni…
I sogni, al contrario, vengono percepiti come qualcosa di etereo, lontano, impalpabile… infatti spesso si trasformano così rapidamente da farci dubitare del loro valore.

Il progetto, piccolo o grande che sia, nasce sempre da almeno una di queste due pulsioni.
Ma qual è esattamente il momento in cui il desiderio si fa forte e acquista una spinta sufficiente per passare all’azione? Di cosa si compone un agire che si tramuta in successo?
E quando ci si trova bloccati, indecisi tra l’agire e il non agire, incerti addirittura sulla validità del nostro sogno, come si fa ad uscirne?
Ad esempio cosa spinge una persona a vendere la propria comoda casa in città per ritirarsi in una scomoda casupola in montagna? Oppure a lasciare un lavoro ben retribuito per andare a faticare in campagna?

Questo articolo è rivolto soprattutto a loro, a chi ha fatto queste scelte o le sta sognando, con la speranza di diradare le nebbie che aleggiano nella loro mente.

L’immaginazione
Ogni sogno, o bisogno, nasce da una mancanza, certo, ma anche da una intuizione. È come se dentro di noi si attivasse un’immagine, una possibilità: creo nella mente uno spazio più accogliente, una vita più semplice, un corpo più sano, una relazione più autentica.
La mente dipinge una vera e propria immagine di ciò che vogliamo possedere, oppure crea scenari in cui recitiamo come in un film. I potenziali futuri che fantastichiamo cambiano continuamente, ma sono tutti altrettanto piacevoli.
In questa fase tutto è semplice e leggero.

La realizzazione
Quando ci mettiamo in cammino per soddisfare quella visione, entriamo nella continuazione materiale del sogno: la sua realizzazione. È il momento dell’azione, della materia, del costruire. Il sogno prende forma, magari non identica a quella immaginata, ma riconoscibile.
Da un lato vogliamo tenere fede al sogno, ma dall’altro è necessario calare il sogno nella realtà e quindi rapportarsi con: budget, tempistiche e limiti.
In questa fase tutto si appesantisce e rallenta, togliendoci forse anche un po’ di energia, poiché la fonte di energia è un’altra.

Esiste un sogno puro?
Quello che ho notato è che le immagini vanno e vengono. Ma l’immagine non è il sogno. All’origine della realizzazione, ci dev’essere qualcos’altro.
C’è una spinta più profonda che funziona come un generatore di energia.
C’è un bisogno fondamentale che non è materiale e che non si può trascurare.
È un bisogno sano e amorevole, di ampio respiro, indefinito nei dettagli e libero dal giudizio.
Ho sentito dire: «Vorrei costruire una comunità, una realtà in cui vivere nel rispetto della natura e nel reciproco aiuto». Sembra un sogno sano e amorevole.
Ma ho anche avuto modo di appurare che ci sono moltissimi bisogni che non hanno niente a che fare con il sogno così come è stato espresso… che noi lo vogliamo o no, siamo legati al nostro intorno e i nostri sogni esprimono anche i nostri disagi. Questa persona potrà anche prendere coscienza che: «Vorrei essere ascoltato, mi piace quando gli altri fanno quello che gli dico, credo di sapere come creare un modo più giusto di vivere. Impegno tutti i miei averi e le mie energie per costruire questo luogo perché credo nella cooperazione, ma anche perché ho paura di rimanere da solo, non nascondo inoltre che mi piace aiutare gli altri per dare un senso di pienezza alla mia vita, ma non mi dispiace nemmeno comandarli. Lavorando all’aperto, mi sento di nuovo circondato dall’affetto che mi davano i miei nonni quando li aiutavo in campagna». Solo col tempo scoprirà il suo vero bisogno.

Quando il sogno incontra il bisogno
Spinti dalle sole valutazioni oggettive, intraprenderemo poche avventure e progetti, spinti dal solo sogno rischieremo forti delusioni e insuccessi.
Ma per fare in modo che il sogno sia veramente solido e forte dovremmo essere consapevoli che esso è composto anche da molte istanze egoistiche, una miriade di bisogni superficiali che inizialmente lo nutrono tanto quanto quelli profondi. Essere consapevoli da subito di queste mancanze ci condannerà… ad un sicuro successo! Ci permetterà di scovare il vero bisogno che sta alla base di quello che stiamo facendo.
C’è una forza particolare che si sprigiona quando il sogno e il bisogno si realizzano insieme. È come se, in quel momento, si compisse un “doppio sogno”: non solo ciò che era desiderato prende forma, ma lo fa rispondendo a qualcosa di vero, radicato, onesto.
Il sogno, allora, non è evasione, ma trasformazione. Non è un lusso, ma una necessità che ha trovato la propria voce.

Domande chiave
Ecco alcune domande che possono far emergere una maggiore consapevolezza riguardo al proprio sogno:
• Cosa succederà se scelgo di seguire il mio sogno? In particolare, da cosa mi libererò?
• Spostarmi in un altro posto o modificare la mia casa cosa mi permetterà di fare?
• Il posto in cui voglio trasferirmi è legato a qualche ricordo d’infanzia o a un periodo eccezionalmente bello della mia vita?
• Quale effetto avrà sulle mie relazioni? È possibile che questo mio progetto mi permetta di dare uno “scossone” a certi rapporti? Potrebbe essere ciò che desidero da tempo (ma che non ho il coraggio di attuare)?
• Le immagini e i sogni a cui mi affido servono a darmi sollievo nella vita quotidiana (così non devo affrontare quello che sto vivendo oggi)?
• Quando parlo del mio sogno finisco sempre per parlare delle cose che non mi piacciono della vita attuale?
• Quanta energia mi dà parlare, scrivere o disegnare il mio progetto?
• Ho bisogno di dimostrare qualcosa (ad esempio che ci sono altri modi di vivere)?
• Anche se devo ancora iniziare, immagino mai di poter raccontare la mia avventura come se fosse già finita (o magari di girare un video o di scriverci un libro)?
• Sto emulando qualcuno? Se sì (non è un male) quali sono i valori genuini che mi attirano verso lo stile di vita di quella persona?
• Mi succede di rinunciare a sogni perché li ritengo troppo costosi o troppo faticosi?
• Se sto cercando un posto da anni, ma non riesco a decidere, è possibile che io voglia troppe cose contemporaneamente… Dopo aver fatto un elenco dei fattori che desidero, ne riesco a selezionare solo 3 a cui non posso rinunciare (ed eventualmente che siano nel posto prescelto)?
• Sto accettando questa soluzione solo perché ho perso la speranza di poter realizzare quello che voglio veramente?
• Ho la possibilità di visitare una realtà simile a quella che voglio realizzare e parlare con chi la sta vivendo davvero (soprattutto per scelte di vita radicali)?
• Se sono di fronte ad un salto nel buio, è possibile valutare una via mediana (ad esempio un affitto transitorio, volontariato presso un’azienda o una struttura…)?


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