La parola "Apocalisse" significa "Rivelazione", chissà perché la "rivelazione profetica" è diventata sinonimo di disastro, catastrofe, fine del mondo?
Forse perché "sentiamo", in una specie di senso di colpa collettivo, che il futuro per noi non può che essere disastroso, il giusto castigo per le nefandezze del comportamento umano del presente.
E’ curioso come le catastrofi sia tecniche (Chernobyl), terroristiche (11 settembre 2001) o naturali (Tsunami), hanno qualcosa di comune sono, anzi devono essere, imprevedibili, se qualcuno, prima che succeda, mette in guardia sulla possibilità che una centrale nucleare o un’industria chimica esploda, che un monumento simbolo sia distrutto dai terroristi oppure che un terremoto, una frana, un’assottigliarsi dell’ozono, che il riscaldamento del pianeta, eccetera, eccetera, è considerato un pazzo isterico, dopo che è successo, chi prima nega il pericolo potenziale diventa un fondamentalista della difesa preventiva dal pericolo. Sostanzialmente non vuole ammettere il pericolo, o meglio, la non esistenza della certezza materiale delle cose. Ecco allora che la rivelazione apocalittica ci può venire in soccorso, mettendoci in guardia dalle false certezze, nulla è definitivo e certo, se non l’evoluzione verso una dimensione cosciente dello Spirito che ci porta oltre la vita materiale. Questo però significa involuzione materiale, distruzione fisica e quindi emerge l’immagine tradizionale, volgare dell’apocalisse. Infatti, le immagini del maremoto ci mostrano, in pochi istanti, il risultato che il nostro stile di vita realizzerà in ogni modo nel corso del tempo, un’immane, mostruosa, discarica dove corpi umani a brandelli si mescolano a rifiuti di cose comunque sottratte alla terra e destinati a trasformare in deserto l’ambiente in cui viviamo.
Eppure l’Apocalisse di Giovanni, libro profetico del nuovo testamento, ha il compito di rivelare un lunghissimo, futuro per l’umanità, alla fine, tutt’altro che catastrofico. Dovremmo essere felicemente attratti dall’apocalisse che rivela il nostro ritorno alla vita dello spirito, certo rivela anche, "un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna", ma per metterci in guardia dai falsi profeti, le caricature blasfeme della Trinità, che una visione materialista costruisce. "E si fermò sulla spiaggia del mare" (12.18) Il drago trasmette il suo potere alla bestia " Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo" (13.1) "Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago". (13.11)