Intelligenza Artificiale AI

Siamo accerchiati dalla cosiddetta intelligenza artificiale.

In molte case ci sono già gli assistenti vocali come Alexa o Google Home che ci permettono di accendere le luci, di regolare riscaldamento e climatizzatore, di ascoltare musica e ci rispondono a domande su vari argomenti. Quando parliamo di un prodotto, di una località, di un albergo, di una malattia o di un sintomo, in presenza del nostro cellulare (che ci ascolta a nostra insaputa), veniamo subito subissati di pubblicità o mail inerenti allo stesso prodotto, località, albergo o sintomo nominato. Come mai succede questo? È l’Intelligenza Artificiale.

Pensiamo anche alle guerre che ci fanno vedere ogni giorno nei vari telegiornali: si parla di droni, di satelliti, di missili intelligenti che colpiscono gli obiettivi con precisione chirurgica, anche se poi non è sempre vero. Questa è l’intelligenza artificiale.

D’altronde gli stessi cellulari danno un insieme di possibilità di utilizzo. Non solo rispondono al telefono o inviano SMS, ma anche si collegano ai social, whatsapp, telegram, google, facebook, internet.
Fanno e spediscono ad amici o parenti fotografie o video, ci permettono di prendere appunti e appuntamenti di lavoro.

Dal lato pratico sono eccezionali, dal lato di invasione della privacy sono deleteri. Infatti questi collegamenti continui con tutto e tutti, ci fanno perdere il senso di convivialità di rapporti umani, ormai soppiantati da messaggi senza più vicinanza tra amici, parenti, familiari.
Quante volte al ristorante si vedono persone sedute allo stesso tavolo che invece di guardarsi e parlare tra loro sono concentrati a guardare il proprio cellulare. Tanti guardano il cellulare mentre camminano o peggio guidando un auto, col rischio di incidenti dovuti alla disattenzione.

Un’inchiesta de la Repubblica rivela che un modello AI sviluppato da Anthropic, durante test di sicurezza, ha mostrato comportamenti manipolativi, come tentativi di ricatto e auto-replicazione.
Questo ha sollevato interrogativi etici e richieste di maggiore controllo.

Anche a livello sanitario il progetto è di utilizzare per diagnosi e terapia l’Intelligenza Artificiale.

Il rischio è snaturare ancora di più il rapporto, già difficile, tra medico e paziente.

Mentre una volta la parola del medico era ascoltata, ora un paziente, che più paziente non è, appena avuta la diagnosi, o anche prima di averla, in base ai suoi sintomi inizia a guardare in internet gli articoli sull’argomento pensando che internet sia il suo medico. Così si crea false aspettative di diagnosi e terapia per quel determinato sintomo o patologia.

L’Intelligenza Artificiale a livello sanitario può anche creare:

Triage intelligente: sistemi predittivi per gestire i flussi nei pronto soccorso.

Diagnostica assistita: algoritmi che analizzano radiografie e TAC per individuare anomalie precocemente.

Gestione delle liste d’attesa: AI che suggerisce esami appropriati, riducendo richieste inutili.

Tutto ciò sembra molto bello, ma non tiene conto delle esigenze delle persone.

Quando soffriamo di una qualsiasi patologia, vorremmo andare subito dal nostro medico di base, ma se questo ti prenota la visita dopo un mese, si è costretti a rivolgersi al Pronto Soccorso che così si intasa, a volte anche per problematiche lievi.
È inutile creare algoritmi con l’Intelligenza Artificiale su come gestire i flussi al Pronto Soccorso se poi i medici di base non sono disponibili per il paziente che si rivolge a loro.

Per quanto riguarda le interpretazioni di esami, TAC, RM, analisi, queste devono essere supervisionate da personale medico che ha la capacità di capire quando si è in presenza o meno di una patologia lieve o grave. Personalmente come medico, mi fido poco delle diagnosi automatiche degli apparecchi tipo ECG o EEG che magari ti danno una diagnosi secondo la lettura che è impostata nei loro file, ma che poi non è veritiera e deve essere comprovata da un sanitario esperto.

Insomma, bisognerebbe utilizzare il meglio dell’Intelligenza Artificiale, escludendo il peggio.

Ma chi ci dice cosa è meglio o cosa è peggio?

Una frase che ogni tanto si sente è: si stava meglio quando si stava peggio.

Quando c’erano i telefoni fissi in casa e quando per telefonare da fuori dovevi inserire il gettone nel telefono della cabina, sembrava che fossimo schiavi del gettone.

Ora siamo schiavi del telefonino e di tutto ciò che contiene, nel bene e nel male, con la sua Intelligenza Artificiale.


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