Più che luce
ora è il canto
che di essa mi rimane:
alba lieve quando s’apre
la città dei senza sogno
od il breve mezzogiorno liberato dall’incanto
(più nessuno ormai conosce
quanta luce nelle mani
che s’intrecciano per strada).
Ora è l’ombra che spaventa
quando a leggere la riga
perso come in mezzo al mare
sembra il mondo diventare –
Fino a quando -quasi incanto-
l’esercizio di fissare
nuove cose mi fa fare:
scorgo nuvole di sole,