Per motivi non chiari,
in circostanze ignote
l’Essere Ideale smise di bastarsi.
Dopotutto poteva durare e durare all’infinito,
sgrossato dall’oscurità, forgiato dalla chiarezza,
nei suoi giardini di sogno sopra il mondo.
Perché, diamine, si mise a cercare impressioni
in cattiva compagnia della materia?
Che se ne fa di imitatori
mal riusciti, sfortunati,
senza prospettive per l’eternità?
Una saggezza zoppa
con una spina conficcata nel tallone?