E anche allâaria, allâacqua, alla terra. Ma partiamo dal fuoco. PerchĂŠ senza fuoco non câè cucina. Possiamo veicolare il calore con gli altri tre elementi (acqua, con la bollitura; aria, cottura a secco in forno; terra, cottura diretta a contatto), ma il fuoco câè sempre: senza un calore che si produca per trasformare gli ingredienti non câè possibilitĂ di preparare delle vivande, anche se questo calore si genera âdallâinternoâ, come nelle fermentazioni.
Ma in realtĂ , anche a tagliare unâinsalata câè un calore che si condivide: il nostro!
Senza fuoco non ci saremmo pure noi, non solo la cucina.
Il âfuocoâ è, dei quattro elementi costituenti la materia, lâunico che possiamo percepire come senso interno. Possiamo sentire un âfuoco interioreâ, ma non certo unâacqua o una terra interiore!
Il fuoco, nella cosmogonia descritta dallâantroposofia di Rudolf Steiner (o meglio, il âcaloreâ) è lâelemento fondativo, quello che alle origini si è manifestato, prima che tutto il resto venisse ad esistenza. Ă lâessenza dei nuclei che, alle origini, dal mondo indifferenziato, hanno cominciato a crearsi: nuclei, âbolleâ di calore, in un mondo ancora privo di forme.
Lâuomo ha avuto origine da lĂŹ.
Il fuoco e il calore sono il nucleo della trasformazione. La fenice che si trasforma è nel fuoco, è fuoco. Nel calore tutto brucia e si trasforma, rigenerato.
CosĂŹ i nostri piatti: la bellezza e la ricchezza degli ingredienti che riceviamo, âcottiâ dal sole e maturati nella saggezza della natura, che ha âpensatoâ le piante, le strutture fisiche e tutto lâesistente, vengono accolte in noi, nella nostra cucina.
O, meglio ancora, nella nostra âfucinaâ, in quel laboratorio che, tra taglieri e fornelli, si presta alla trasformazione alchemica degli ingredienti.
A questi ingredienti noi aggiungiamo un elemento: la nostra attenzione, il nostro amore, il nostro pensiero e la nostra azione. In una parola, il nostro FUOCO. Questo è lâingrediente aggiunto, di qualitĂ differente rispetto a quello che utilizziamo sotto alle pentole per far bollire lâacqua.
Ă un calore che possiamo mettere solamente noi, nessun altro. Con questo ingrediente, di cui tutti siamo dotati e ciascuno in forma diversa, con questa âimpronta digitaleâ dellâanima, che offriamo come contributo, possiamo elaborare nuova cucina e nuovi piatti.
CosĂŹ offriamo il nostro âessereâ agli ingredienti: ovvero offriamo quel calore morale che ci riempie lâanima quando condiamo e prepariamo un piatto per farne una vivanda da condividere, mettendoci cosĂŹ in relazione con gli ingredienti trasformati, con le persone e gli esseri che si nutriranno di questo piatto, realizzato da noi, e in ultima istanza anche con noi stessi, che cucinando ci confrontiamo con il mondo attraverso il nostro âmodoâ di essere.
Con questo atteggiamento interiore, ancora piĂš evidente in autunno e in inverno, quando il calore entra nelle profonditĂ per nutrire il mondo interiore, mettiamoci a preparare le nostre pietanze!
Qui vi propongo due idee, entrambe completamente vegetali, adatte alla stagione.