La ricetta della Papessa - Biolcalenda di gennaio/febbraio 2025

La cucina dei Tarocchi – La papessa

Nel 1966 una bibliotecaria della New York City Public Library, Gertrude Moakley, formulò per prima l’ipotesi che una donna vissuta a cavallo tra ‘200 e ‘300, Maifreda da Pirovano, fosse la fonte d’ispirazione per l’immagine della Papessa. â£

Maifreda, seguace di Guglielmina di Boemia che la ispirò nel suo cammino, condannava le posizioni cattoliche che sostenevano l’inferiorità della donna esaltando invece il corpo femminile, capace di procreare, come mezzo di salvezza.
Quando camminava tra le vie di Milano la chiamavano La Papessa. â£
Fu arsa viva tra la fine di agosto e l’inizio di settembre del 1300 davanti alla Chiesa di Sant’Eustorgio a Milano dalla Santa Inquisizione.â£
Addirittura leggenda narra che pare sia esistita una Papessa, che avrebbe regnato sulla Chiesa col nome pontificale di Giovanni VIII dall’853 all’855.
Vi invito a riguardo a vedere quel capolavoro di film che è la Papessa, diretto da Sönke Wortmann, tratto dall’omonimo romanzo di Donna Woolfolk Cross, basato sulla storia della papessa Giovanna.
Perciò questa figura misteriosa agli occhi di Marco pare proprio che abbia avuto un suo ruolo, incarnato da figure femminili potenti. Donne che vanno in controtendenza e scelgono di esercitare il loro potere come delle Sacerdotesse, in maniera quasi eremitica. La Papessa si ritira dal mondo, è chiusa nel suo convento. Seneca scriveva:
“È importante sapersi ritirare in se stessi, un eccessivo contatto con gli altri, spesso così dissimili da noi, disturba il nostro ordine interiore, riaccende passioni assopite, inasprisce tutto ciò che nell’animo vi è di debole o di non ancora perfettamente guarito. Vanno opportunamente alternate le due dimensioni della solitudine e della socialità: la prima ci farà provare nostalgia dei nostri simili, l’altra di noi stessi; in questo modo, l’una sarà proficuo rimedio dell’altra. La solitudine guarirà l’avversione alla folla, la folla cancellerà il tedio della solitudineâ€.
E chissà proprio quelle passioni assopite la Papessa le sublima, diventando Sposa Mistica, vivendo un erotismo estatico, proprio come Santa Teresa D’Avila viveva nelle sue conversazioni col Divino.
Un celebre passo degli scritti della santa, in cui ella descrive una delle sue numerose esperienze di rapimento celeste, dice:
«Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio».
(Santa Teresa d’Avila, Autobiografia, XXIX, 13)
La Papessa cova un uovo.
E probabilmente sta covando se stessa. Perché dopo un incontro d’amore così intenso, gustando l’erotica Cocotte della Papessa, può solo rinascere a se stessa come l’arcano successivo: la vitale Imperatrice.
La Papessa nel mazzo Camoin-Jodorowsky che cova il suo uovo e La Papessa, forse proprio Maifreda da Pirovano, ritratta su una carta dei Tarocchi Visconti-Sforza eseguiti da Bonifacio Bembo, ca. 1450, The Pierpont Morgan Library (inv. M. 630), New York.

La Papessa, per quel che ne capisco io dalla cucina, è una carta misteriosa
Se la Fortuna, o la Forza, o la Ruota riesco un po’ a intuirle, perché so cosa significano nel mondo esteriore, la Papessa mi ha sempre lasciato interdetto.
So che c’è un Papa, nella tradizione cristiano cattolica, ma la Papessa non fa certo parte di quella storia, che alle donne neppure consente di avvicinarsi alla condizione clericale. Figuriamoci diventarne il capo! Per cui solo pensare a questo Arcano mi fa intuire qualcosa, appunto, di molto più… arcano! Qualcosa di profondo e misterioso, che neppure è possibile manifestare con una metafora del mondo a noi noto e perciò afferrabile. Qualcosa che genera nel profondo. Qualcosa di forte e di femminile, che dice di una energia potenziale infinita, qualcosa di profondamente, spiritualmente, “eroticoâ€, di esplosivo.
Allora, cosa meglio di un uovo, per rappresentarla? Il senso della perfezione e del principio del tutto? E un uovo, meglio ancora, nascosto in uno scrigno prezioso di tesori gastronomici? Perché quel che è profondo e nascosto diventa di per sé prezioso, da scoprire.

La ricetta di questo mese si nutre di alimenti ricchi ed evocativi: Il tartufo, che giunge dal profondo della terra, pepita preziosa e ricercata dalla comunità degli uomini assetati di desiderio, dal valore altissimo sui mercati e dal caratteristico profumo di “petrolioâ€, spesso profondamente amato o odiato.
La polenta, giallo oro, contenitore prezioso per il tuorlo solare dell’uovo. E infine burro e formaggio, le forme del latte, che è fonte del nutrimento, l’alimento della vita per tutto il genere animale che vuole crescere e moltiplicarsi.

Aggiungiamo a tutto questo il calore di un forno portato ad alte temperature, la superficie del formaggio che si indora e sfrigola, la ciotola, che chiamiamo alla francese “cocotteâ€, irradiante calore davanti a noi che ci accingiamo ad affondare il cucchiaio nella corporeità morbida della polenta, immaginiamoci mentre scoviamo la cremosità del tuorlo, arricchito nel cuore del piatto dalla dolcezza del burro, investiti dal profumo del tartufo…
Insomma, la Papessa dovrebbe proprio godersela, a mangiare questa cocotte!

Le ricette

La ricetta della Papessa - Biolcalenda marzo/aprile 2025

La ricetta della Papessa
Biolcalenda di marzo/aprile 2025


 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *